Dopo aver presentato il programma della 66esima edizione del Festival del Film Locarno, sta mattina a Berna sta sera si è tenuta la conferenza stampa a Bellinzona. Il presidente Marco Solari ha aperto la discussione e dopo l’obbligatorio giro di ringraziamenti e spiegazioni riguardo all’organizzazione del festival ha speso qualche parola sull’importanza internazionale, ma anche cantonale della manifestazione. L’obiettivo del festival è di crescere: Solo così si può rimanere competitivi, perché in fin dei conti i festival che contano a livello mondiale sono solo una manciata. Secondo Solari Locarno merita un posto tra i grandi, ma ci si può ancora espandere, collaborare con comuni circostanti, per coordinare lo svolgimento del festival e gli altri eventi esistenti a livello cantonale. Ispirandosi dal Festival di Berlino, si cercherà anche di evolversi e proporsi quale piattaforma politica, oltre che culturale.
Dopo venti minuti interminabili di monologo, finalmente la parola passa al direttore operativo Mario Timbal, che fortunatamente, non si dilunga. “La migliore organizzazione è quella che sparisce e diventa invisibile”. Sono d’accordo. Qualche intervento qua e là da organizzatori disseminati tra il pubblico e già siamo arrivati alla parte interessante. Carlo Chartrain, il nuovo direttore artistico presenta a grandi linee il programma del festival. A questo punto vorrei ricordare il buon lavoro svolto dal precedente direttore artistico Oliver Père.
La lista dei film che saranno mostrati in Piazza Grande la conoscete già. Diciotto delle venti opere presentate saranno prime mondiali, tra le quali anche 2 Guns con Denzel Washington e Mark Wahlberg che aprirà ufficialmente il festival mercoledì 7 Agosto. Quali film saranno mostrati nelle serate gratuite pre-festival (domenica e martedì) preferiscono non svelarcelo ancora. Suspense! Ad ogni modo quest’anno si tratta di dare spazio al cosiddetto “cinema di frontiera”. Che cosa vuol dire concretamente? Se vogliamo essere un po’ cinici, potremmo pensare che forse non sono riusciti ad ottenere i titoli sperati. Probabilmente però, si tratta di dare spazio a voci meno conosciute.
Quest’anno, come sempre, parteciperanno al festival molti registi esordienti da tutto il mondo. La “frontiera” quindi è anche da interpretare come qualcosa di “liberatorio”. Si cerca di vedere oltre cinema convenzionale o commerciale. Per un festival importante come Locarno tuttavia, non può mancare anche uno sguardo alla storia del cinema. “Zukunft hat Herfkunft” dicono in Svizzera tedesca. Certamente intrigante in questo senso è la retrospettiva dedicata al cineasta George Cukor, non sempre amato dai critici, ma sicuramente essenziale rappresentate del cinema americano. Con piacere noto anche una forte presenza di film asiatici. Con altrettanto piacere vi annuncio la proiezione di un film italiano dopo anni di lunga assenza.
A chi non dicessero niente i film stranieri o indipendenti: State tranquilli, non mancheranno i soliti film americani, ma anche le star come Christopher Lee, Faye Dunaway e Brie Larson. Inoltre verrà anche onorato Douglas Trubull per il suo incredibile lavoro nel campo degli effetti speciali per film come 2001: odissea nello spazio, Blade Runner e Incontri ravvicinati del terzo tipo. Un’altra presenza molto attesa è quella del celebre regista tedesco: Werner Herzog, che presenterà in anteprima mondiale una serie di documentari (Death Row) su carcerati condannati a morte negli Stati Uniti. Non mancheranno anche le (co-)produzioni nostrane, tra cui anche il documentario ticinese Heritage. Chartrain ha anche accennato la presenza di un film che potrebbe suscitare qualche controversia. Feuchtgebiete il titolo della pellicola “incriminata”: Sembra promettere bene, ma ci faremo sorprendere.
Tutto sommato sembra un programma selezionato con cura, molto variato (ce n’è veramente per tutti i gusti) e ricco di ospiti d’eccezione. Non vedo l’ora di esplorare e informarmi sui film che saranno presentati per raccontarvi di più.