Chi non ha mai sentito parlare della famosa serie animata dove i protagonisti principali sono Finn e Jake? e delle loro avventure strabilianti? Il 28 novembre è uscito il terzo capitolo della serie Adventure Time, intitolato “Il segreto del regno Senzanome”, come vedremo ispirato ai grandi classici in stile Zelda.
Annunciato da Bandai Namco Games Europe e Little Orbit, insieme a Cartoon Network Enterprises e sviluppato da WayForward, già autore dei primi due titoli del franchise, il gioco offre una classica esperienza d’azione e avventura con una visuale dall’alto, arricchita da numerosi rompicapo da risolvere.
La storia:
La trama di Adventure Time rispecchia la più classica delle storie: salvare la principessa. In questo caso non ci sarà una sola principessa da salvare, ma ben tre! Tre sorelle eredi di un regno rimasto senza il suo governante. Ed è…tutto.
La trama di Adventure Time: Il segreto del regno Senzanome è quasi inesistente, il che non sarebbe un problema se stessimo per giocare a Super Mario Bros. Qui purtroppo ci sono dei dialoghi che dovrebbero lanciare e rendere interessante una trama che scopriamo essere quasi assente. Il gioco non è quindi in grado di proporre una storia in grado di coinvolgere. Gli stessi dialoghi che dovrebbero almeno essere spiritosi e divertenti (ricalcando lo stile della serie animata), sono al contrario piatti e noiosi, dunque non in grado di colmare le lacune della trama. Sotto questo aspetto il giudizio è purtroppo insufficiente.
Gameplay:
Dopo pochi secondi di gioco s’identifica presto la fonte d’ispirazione di questo titolo: visuale dall’alto, barra della salute con i cuoricini in alto a sinistra, oggetti dell’inventario a destra (solo per le console casalinghe), indicatore delle monete in al centro, una spada per infilzare i nemici e la possibilità di sollevare i cespugli oppure sfoltirli per ottenere denaro/salute. Cosa ricorda? Il titolo su licenza sviluppato da WayForward s’ispira fin troppo al classico The Legend of Zelda: A Link to the Past, uscito nel 1991 per Super Nintendo.
È necessario precisare che tutto questo ispirarsi a Zelda è ben più che un semplice tributo allo storico titolo di Nintendo. Ne risulta che il gameplay, totalmente ripreso da Zelda, esprime tutta la difficoltà dei programmatori di pensare ad un gameplay caratteristico e particolare per questo titolo.
E come diceva il saggio: per copiare bisogna essere bravi. Non è questo il caso ed infatti il gameplay risulta piatto e scarsamente coinvolgente.
Il mondo di gioco é caratterizzato da una mappa estremamente piccola, nel quale si può tranquillamente andare da un capo all’altro in pochi minuti. In oltre é disponibile fin da subito la piantina dei percorsi, fatto che pregiudica la fase esplorativa. Per fortuna almeno all’interno dei castelli, questa pecca é assente. Infatti la mappa sarà oscurata e dovremmo raccogliere gli zeldiani mappa e bussola (in questo caso carta e matita) per visualizzarla.
Anche i nemici che incontreremo presentano delle evidenti pecche. Il disegno é eccessivamente minimalista e non curato. Quando si affronta il nemico, spesso ci si ritroverà con una riduzione della salute senza apparentemente senza motivo. La varietà dei nemici, inoltre, é estremamente ridotta, il che comporta un continuo combattere con gli stessi identici nemici.
Il combattimento con questi nemici è inoltre monotono e non da un senso di sfida. Per cominciare a percepire una reale minaccia da questi nemici bisogna purtroppo attendere le fasi finali del gioco. Fasi finali che non tarderemo a raggiungere a causa della scarsa longevità, appena un paio di ore.
Per i comandi la storia non cambia, si resta sempre sul classico Zelda: attacco con la spada, scudo, dei sacchetti per raccogliere determinati nemici ed oggetti (le bottiglie di Zelda non vi ricordano nulla?) e per finire si troveranno dei manoscritti che attiveranno delle nuove abilità a Jake e una fiammetta (ancora Zelda!), che ci permetterà di eseguire un attacco speciale o di illuminare delle zone buie. L’unica vera rivoluzione di questo gameplay riguarda le abilità Jake. Il nostro amico a quattro zampe potrà essere estratto dal taschino grazie ad una combinazione di tasti ed utilizzato in diverse e fantasiose maniere per raggiungere zone inaccessibili a Finn.
Che gioco zeldiano sarebbe senza i porta cuori? E si purtroppo c’é anche questo, non si sono dimenticati niente quelli della WayForward. Infatti per potenziare la nostra barra della salute, o per meglio dire la quantità dei cuori, si dovranno raccogliere i porta cuori giganti. Non dimentichiamoci delle zone segrete sbloccate al suono di una musichetta molto famigliare (chi sa quale?) e delle fontane con le fatine all’interno.
Audio e video:
L’aspetto grafico del gioco è molto minimalista e questo non sarebbe un problema se non fosse che le animazioni sono poco curate. Questo da l’impressione che il gioco sia stato arrangiato alla meno peggio dal team. Inoltre la versione per Nintendo 3DS presenta ulteriori e non indifferenti pecche. I colori appaiono sfuocati, poco vividi, per intenderci come se guardassimo un film in 3D senza gli appositi occhiali. Inoltre l’effetto stereoscopico é completamente assente.
L’audio non ci consolerà molto. Il repertorio musicale è anch’esso poco curato nonostante tenti di riprendere le buone vecchie colonne sonore a 16bit, deludendo ancor di più il pubblico.
Punto positivo sono invece i dialoghi parlati con i doppiaggi originali inglesi.
Giudizio finale:
Adventure Time: I segreti del regno Senzanome, é un gioco scarso che rappresenta la copia mancata della saga del ragazzino in verde. Cercando di focalizzare tutti i punti positivi di questo gioco, l’esperienza resta completamente insufficiente, deludendo tutti i fan della saga e lasciando basiti i giocatori di vecchia data. Da una serie animata di tale successo, ci si aspettava qualcosa di molto migliore, anche perché i contenuti non mancherebbero.
Segue il trailer ufficiale: