Nato nel 1996 sul famoso SNES, Harvest Moon ha saputo attirare l’attenzione di molti giocatori, grazie soprattutto all’inserimento delle meccaniche RPG in un titolo simulativo agricolo. Sono più di venti i titoli legati alla serie, usciti dagli anni ’90 fino ad oggi, compresi gli spin-off e i vari porting, passando dal classico 2D al più disperato 3D, facendo spesso storcere il naso a qualcuno. Sviluppato dalla stessa Natsume e non più dalla Mavelous, di questo titolo rimane solo il nome, portandosi con se un nuovo team sviluppo, facendo cadere subito a priori un sequel tanto amato delle serie precedenti, ma “rinfrescando” completamente il titolo come se fosse uno nuovo.
C’era una volta…:
La storia racconta di un personaggio che si é perso nel bel mezzo di una tormenta di neve, sulle pendici di una remota montagna. Aiutato da una misteriosa ombra, troverà riparo in una vecchia casa abbandonata, del quale troverà conforto e riposo. Durante i suoi sogni però, avrà delle visioni astratte di uno spirito, che chiederà al (o alla) giovane avventuriero di salvare i suoi folletti del raccolto e di cercare il suo braccialetto. Il giorno seguente, scoprirà che qualcuno ha lasciato, nel bel mezzo della casa, degli strumenti da lavoro composti da annaffiatoio, pala e zappa. Ma dopo qualche istante, dall’esterno della casa, c’é qualcuno in pericolo, che chiede di togliere la neve. Ma per sua sorpresa non riesce a trovarlo, fino a quando scopre che la misteriosa voce proviene dal suolo, fornendogli le basi su come usare gli strumenti appena raccolti. Tolta la neve e zappato il terreno, si scoprirà l’esistenza di Rowan un folletto del raccolto (che di primo acchito sembra un Teletubbies), che racconterà le tremende disavventure del posto, dove l’inverno ormai sembra eterno. Rowan racconta che per “ripristinare” il clima alla normalità, si dovrà ridare il bracciale che ha trovato allo spirito della primavera e aiutarla a riprendere le sue forze, grazie al “potere” dell’agricoltura. A quel punto, il personaggio pieno di autostima, decide di aiutare il folletto e di riportare tutto com’era un tempo, dove ogni stagione porta i suoi frutti, gli animali pascolano liberamente e la gente del villaggio torni a visitare quel posto ormai dimenticato da tutti.
Gameplay:
Anche se la trama non é delle migliori, ma comunque accettabile, in Harvest Moon 3D The Lost Valley, ci si imbatterà nel classico e “farming game” nel quale si dovrà pulire il terreno, zapparlo, seminarlo, annaffiarlo per poi raccogliere i frutti del duro lavoro, al fine di rivenderlo in cambio di denaro (ma non si doveva aiutare qualcuno? mmh… Ah si noi stessi! Soldi, soldi, soldi..). Successivamente sarà possibile anche pescare, allevare bestiame, cucinare pietanze, nonché modellare a piacimento il terreno circostante e raccogliere minerali dalle montagne (una sorta di Minecraft) per costruire o ampliare immobili. Come i vecchi titoli della serie sarà possibile fare amicizia e flirtare con gli abitanti del luogo, per poi in un secondo momento sposarci e vivere per sempre felici e contenti (ed eremiti), nonché vendere e comprare i prodotti.
I comandi di gioco vengono “ottimizzati”, visualizzando in modo automatico nello schermo inferiore, la mappatura dei tasti X, Y, A e B, quando si entrerà nella modalità strumenti (tasto Y). Questo sistema fa piazza pulita di ogni menu e sottomenu dei precedenti titoli, nel quale sarà possibile scavare, riempire buchi, togliere la neve, zappare e altro ancora. Tutti gli altri comandi saranno disponibili al di fuori di questa modalità e saranno accessibili tramite il tasto A, del quale sarà visualizzato il comando che eseguirà nello schermo superiore. Tutto questo é contornato da un ciclo di giorno e notte, che influirà sulla stamina del personaggio. Inoltre é presente un calendario che comprende le quattro stagioni, del quale per ognuna di esse sono presenti 30 giorni e da varie missioni (principali e secondarie) per procedere nell’avventura.


I’m dreaming of a white Christmas…:
Purtroppo già dopo le prime ore, il gioco diventa monotono e ripetitivo, del quale l’80% della giornata servirà solamente per coltivare, tralasciando completamente l’esplorazione e la ricerca di materiali. I folletti, che serviranno per darci una mano, spesso sono superflui e le indicazioni per proseguire nella storia richiederanno unicamente il trascorrere dei giorni (che comporta in una grande quantità di ore, per eseguire anche semplici “step”). La cosa peggiore di tutte però é l’inverno, non si farà in tempo a “ripristinare” la stagione in corso che allo scadere del trentesimo giorno, ritornerà a distruggere tutto il duro lavoro svolto nei campi, portando con se quella tanto odiata neve, del quale avevamo eliminato dopo circa 10 ore di gioco. Immaginate di giocare ad un qualsiasi gioco per più di una decina di ore e all’improvviso rincominciare tutto da capo, continuereste ancora a giocarci?
I comandi non sono “intelligenti” e obbligano il giocatore a passare continuamente dal menu degli strumenti a quello classico di contesto sensitivo, per la semplice semina, nonché la lentezza nel procedere in ogni singola fase d’azione. Quando si entra nella modalità strumenti, verrà visualizzato attorno al personaggio una griglia (3X3), che in base alla direzione del personaggio si illuminerà il punto in cui si vuole eseguire l’azione. Peccato che per determinare l’esatta casella, spesso “spenderemo” più tempo nel posizionare il personaggio che nel fare l’azione.
Più che sognare, il personaggio sembra un veggente, infatti ogni volta che si andrà a dormire avrà una visione, con personaggi o eventi che si presentano successivamente, punto che diminuisce di credibilità al personaggio, ma ovviamente inserito per l’eliminazione del calendario, del quale si potevano consultare tutti gli eventi, compleanni e festività nei vecchi episodi. Spesso i modelli poligonali non sono reindirizzati bene mentre ci si sposta per la mappa, e si vedrà un cambiamento degli oggetti (da bassa ad alta risoluzione) proprio davanti agli occhi. La mancanza di una città esplorabile, obbliga il giocatore nel restare continuamente tra le mura della montagna e alla fine nel rinunciare anche nel relazionarsi con le persone presenti, se non con l’unico scopo di acquistare o vendere.
La telecamera é ingestibile e spesso si sposterà da una visuale in terza persona all’alto, facendo appiattire tutte i vari livelli del terreno (specialmente sulla neve), confondendo il percorso e gli ostacoli presenti sul tragitto. Ultimo difetto sono i livelli. Saltuariamente con l’utilizzo degli strumenti viene mostrato che si é passato ad un livello successivo dell’attrezzo in uso, ma non si capisce che miglioria porta al giocatore, facendolo confondere.
Downloadable content:
Dopo tutti questi difetti parliamo anche di qualche novità introdotta. In questo ultimo capitolo, già dal primo avvio, sarà possibile accedere, dal menu principale, al negozio digitale di Harvest Moon: The Lost Valley, dove sarà possibile acquistare nuovi set di costumi o costruzioni. Attualmente sono disponibili 4 acquisti gratuiti, che se avete acquistato il gioco, vale la pena di scaricare. Sicuramente in un secondo momento arriveranno altri articoli a pagamento,
Conclusioni:
Harvest Moon 3D The Lost Valley, sembra un browser game, ma con la differenza che viene venduto a prezzo pieno. I fan della serie storceranno molto il naso e i più giovani si stuferanno in fretta di questo titolo. Se dal 1996 Harvest Moon ha fatto appassionare molti videogiocatori, nel 2015 sarà Natsume che cercherà di convincere i consumatori, arrampicandosi sui vetri e vendendo un titolo poco chiaro e non molto convincente.