Asus ha, come al solito, una lineup di portatili piuttosto impressionante. Dai modelli entry level a quelli per il gaming estremo, senza dimenticare però l’utenza business. Lo ZenBook Pro che abbiamo avuto modo di recensire si situa un po’ a metà: offrendo un design elegante, un’ottima qualità costruttiva e specifiche tecniche degne di nota.
Style & potenza
Ci sono tre modelli di ZenBook Pro attualmente, divisi da display e CPU. Il modello testato da noi si situa a metà della gamma, con un processore Intel Core i7 8750H da 6 core e 12 threads, 16GB di RAM DDR4-2400 Mhz, una scheda video GeForce GTX 1050. Lo schermo LED è da 15,6 pollici, FullHD con copertura del 100% della gamma sRGB. Per quanto riguarda l’archiviazione troviamo un SSD NVMe prodotto da Toshiba da 500 GB. Le connessioni sono 2 USB 3.1 Gen 2 Type-C, due USB 3.1 Gen 2 Type A, 1 HDMI, un combo jack audio-cuffie e uno slot microSD. La particolarità di questo device è certamente il trackpad, che è composto da un secondo schermo IPS da 5,5 pollici con risoluzione 1920×1080. Questo secondo schermo, protetto da un pannello in vetro, offre sia funzionalità multitouch che diverse app che vedremo in un paragrafo successivo. Non manca una tastiera retroilluminata e una batteria da 8 celle da 71 Wh che, stando ad Asus, permette fino ad 9,5 ore di autonomia. Terminiamo la nostra usuale carrellata con dimensioni e peso: 36,5 x 21,4 x 1, 89 centimetri e 1,88 kg di peso. Tutto quanto racchiuso in un bel body di alluminio blu scuro con effetto metallo spazzolato e sottili accenti dorati. Dite quello che vi pare ma una volta tolti i tanti (tanti!) sticker di fianco al trackpad, avremo tra le mani un laptop davvero bello da vedere. Sotto la tastiera troviamo anche un lettore di impronte digitali compatibile con Windows Hello. L’unica pecca è, ancora una volta, l’inclusione del tasto d’accensione come parte del layout principale della tastiera, un’idea che continua (e continuerà) a non piacerci. Tuttavia questo ZenBook è sicuramente bello da vedere ma non solo visto che è anche decentemente potente visto che la CPU è la stessa di un Blade 2018!
Uno schermo in più
Non è la prima volta che sul mercato arriva un laptop con più di uno schermo. Ma di sicuro è sempre interessante dare uno sguardo più da vicino. L’implementazione di Asus si chiama ScreenPad ed offre sostanzialmente due modalità d’uso. La prima vede il trackpad funzionare come al solito ma con l’aggiunta di uno sfondo (che possiamo scegliere) e di diverse app integrate. Le app, che vanno scaricate dal Windows Store, non sono molto numerose. Troviamo un numkey (la tastiera fisica è tenkeyless, ovviamente), una calcolatrice, calendario integrato con Posta di Windows, un music player e un plugin per Spotify. Troviamo poi un launcher personalizzabile, che permette all’utente di inserire praticamente ogni programma installato sul PC e lanciarlo direttamente dalla schermata home di ScreenPad. Durante l’uso di una di queste piccole app, come ad esempio il controller di Spotify, il trackpad non controllerà più il puntatore a schermo ma potremo comunque premere su un’icona apposita per attivare tale funzione, mettendo in secondo piano l’app corrente. Volendo, possiamo anche usare ScreenPad come secondo monitor. Con la semplice pressione del tasto F6, attiveremo la funzione schermo secondario e Windows lo vedrà come un qualsiasi device esterno. Potremo allora interagire con qualsiasi finestra di Windows, sia in modalità mouse (trascinando il cursore) oppure in modalità multitouch, in maniera del tutto simile a quanto faremmo su un 2-in-1. Davvero niente male l’integrazione con la suite Office, che trasforma ScreenPad in una toolbar in più, mettendoci davanti comandi e shortcut più usati.
La qualità del multitouch ci ha lasciato a tratti però un po’ dubbiosi. Per aprire il menu delle app è necessario fare uno swipe dall’alto, gesture che a volte funziona mentre altre necessita due o tre tentativi. Non è affatto rapido e sicuro come uno smartphone, purtroppo. Tuttavia, a parte qualche fastidio, ScreenPad è una feature carina anche se non imprescindibile. È il classico nice to have, che usiamo una volta che abbiamo a disposizione ma che non è il punto focale di questo laptop quando vogliamo fare una scelta d’acquisto.

Si scherza, eh!
Performances
ZenBook Pro non è un PC creato con l’idea del gaming in mente. Ma si tratta pur sempre di una CPU hexa-core e una GTX 1050, quindi abbiamo dato uno sguardo alle performance in gioco, senza esagerare. Iniziamo con 3DMark, per avere qualche cifra di base. Il laptop ha ottenuto 1876 punti in TimeSpy, una cifra un po’ sotto le aspettative ma tutto sommato in linea con una 1050, praticamente l’entry level della serie 10XX di Nvidia. Col test SkyDiver invece otteniamo 17’340 punti, lontani dalla metrica Gaming PC (26’099) ma comunque dignitosamente vicino ai 22’187 di un PC VR ready. Abbiamo deciso allora di provare un paio di giochi, Rise of the Tomb Raider e Shadow of the Tomb Raider, per avere un “last gen” e “current gen”. Giocati entrambi in FullHD con dettagli di default su alto otteniamo per il primo una media di 39.92 FPS (con una ottima media di 38,18 nella famigerata Valle Geotermica), mentre per il secondo la media è di 27 FPS, principalmente a causa delle limitazioni della GPU (la CPU potrebbe fare molto di più). In effetti la scelta dell’i7-8750H si dimostra vincente anche in altri tipi di carico, come ad esempio Cinebench R15 che ottiene un rispettabilissimo score di 1114 punti. Come dicevamo però, ZenBook Pro non è fatto per giocare e abbiamo pensato anche di provare con PcMark 8 col test Home Accelerated, un mix di produttività, web browsing, gaming e content creation. Il punteggio finale è 4141, molto al di sopra della metrica Notebook. Abbiamo anche provato un po’ di Photoshop e Premiere ottenendo ottime performances, specialmente col secondo sia per quanto riguarda lo scrubbing della timeline (in 4K) che in encoding, grazie all’uso in tandem di GPU integrata e discreta.
Insomma, questo device è una bella bestiola da produttività, grazie ad una CPU rapida, una generosa quantità di RAM e un drive SSD NVMe che assicura che lo storage non sia un collo di bottiglia durante l’utilizzo. La possibilità di collegare altro storage via Thunderbolt 3.0 è una manna dal cielo, perché ci permette di non scendere a compromessi pur mantenendo il prezzo finale del laptop entro termini ragionevoli. Non scordiamo nemmeno l’ottimo schermo, sia che optiamo per la versione 4K che quella Full HD. Entrambi hanno un’ottima rappresentazione dei colori col modello 4K con il 100% della gamma Adobe RGB mentre il modello Full HD con una copertura del 100% della gamma sRGB. Significa, in poche parole, che entrambi sono molto accurati, con l’ovvio vantaggio del modello 4K. La certificazione Panatone ottenuta da Asus per entrambi i modelli farà felice chi con grafica, foto e video ci lavora ogni giorno.
Bottom line
ZenBook Pro ci piace, molto. Anche togliendo completamente lo schermo nel trackpad, ci piacerebbe lo stesso. Bel design, ottime performances per quanto riguarda la produttività. Una tastiera solida, un I/O molto interessante. Sorprendente l’emissione sonora: i due speaker sono belli forti e nonostante la posizione sotto il laptop, l’audio non ne risulta particolarmente distorto.
Certo, ZenBook Pro non è esente da difettucci. La batteria da oltre nove ore potete scordarvela, a meno che non decidiate di mettere la luminosità al minimo e fare solo word processing. Nel test simulato Home conventional di PCMark 8 abbiamo ottenuto 3 ore e 22 minuti (luminosità al 75%) prima che il PC entrasse in modalità risparmio energetico. Si tratta certamente di un carico un po’ atipico ma comunque una cifra interessante. In uno user case più normale (scrivere testi, navigare su internet) abbiamo ottenuto cinque ore e mezza.
Insomma, ZenBook Pro, come detto, ci ha convinto. Se siete alla ricerca di un laptop per la produttività e la creazione di contenuti, c’è molto di interessante. Consideriamo ScreenPad un gimmick carino ma, a parte qualche caso specifico, più di contorno che realmente utile.
The Good
- Design
- I/O spettacolare
- Performances
- Schermo
The Bad
- ScreenPad è divertente i primi 10 minuti
- Autonomia