Nel panorama dei giochi di ruolo, emergono a volte titoli capaci di catturare l’attenzione per la loro ambizione e la promessa di un’esperienza immersiva. C’e riuscito Skyrim, c’è riuscito The Witcher 3 e molti altri. Ma sono altrettanti (se non di più) quelli che non ce l’hanno fatta.
Avowed, sviluppato da Obsidian Entertainment, un team noto per la sua dedizione al genere e per la sua capacità di costruire mondi ricchi e complessi, è decisamente più vicino alla prima categoria rispetto alla seconda. Ambientato in un universo fantasy, il gioco ci trasporta in una terra lontana, un continente selvaggio e inesplorato, teatro di conflitti e misteri.
Assumeremo il ruolo di un Inviato, una figura di autorità inviata da un potente impero per indagare su una piaga misteriosa che sta affliggendo la regione. Non si tratta di un eroe improvvisato, ma di un individuo con un ruolo ben definito, un Deiforme, un essere toccato da un’entità superiore, cosa che lo rende oggetto di curiosità e sospetto da parte di tutti. Questa premessa, apparentemente semplice, si sviluppa in una trama complessa, ricca di scelte morali e conseguenze tangibili, dove il giocatore è chiamato a prendere decisioni difficili che influenzeranno il destino del mondo di Avowed.
Un mondo ricco di mistero
Il cuore pulsante di Avowed è rappresentato dal suo mondo, le Terre Viventi. Queste terre sono un mosaico di ambienti diversi, dalle foreste lussureggianti alle zone desertiche, passando per architetture che ricordano civiltà antiche e formazioni geologiche insolite. Il level design è uno degli aspetti più riusciti, con mappe intricate, ricche di verticalità, segreti e percorsi alternativi, che incentivano l’esplorazione e la scoperta. Il giocatore è spinto a osservare attentamente l’ambiente, a cercare indizi e a sfruttare le proprie abilità, come la possibilità di congelare l’acqua (che soddisfazione una volta capito il trucchetto!), per accedere a nuove aree. Tuttavia, questa libertà di esplorazione in Avowed è in parte limitata da un sistema di progressione che lega la difficoltà dei nemici non tanto al livello del personaggio, quanto alla rarità e al potenziamento dell’equipaggiamento. Questo crea una sorta di “corsa agli armamenti” che può risultare frustrante, costringendo il giocatore a dedicare tempo alla raccolta di materiali per potenziare il proprio arsenale, pena l’impossibilità di affrontare anche i nemici più comuni.
Un sacco di armi
Il sistema di combattimento di Avowed è dinamico e orientato all’azione, con una visuale in prima persona che ricorda quella di altri titoli del genere. Il giocatore ha a disposizione una varietà di armi, da quelle da mischia alle armi a distanza, come pistole e archibugi, e può combinare l’uso di queste armi con la magia. Quest’ultima è particolarmente spettacolare, con effetti visivi che rendono gli scontri appaganti.
Oppure è anche possibile giocare in terza persona, una scelta già offerta da Skyrim in passato ma che molti giochi scelgono di non offrire. In effetti, abbiamo giocato praticamente sempre in terza persona, più per una preferenza personale che per altro. Va detto che, come il già citato Skyrim, anche Avowed risulta in un certo modo legnoso nei movimenti e nelle animazioni ma, a differenza del titolo di Bethesda, Avowed non è ingiocabile con una visuale in terza persona. Detto questo e nonostante la varietà di opzioni, il sistema di combattimento può diventare ripetitivo, soprattutto a causa di una certa mancanza di varietà nei nemici.
GDR imperfetto ma soddisfacente
Il punto di forza di Avowed risiede nella sua narrativa, nella cura per il worldbuilding e nella profondità delle scelte e delle conseguenze. La scrittura è di alta qualità, con dialoghi ben curati e un linguaggio coerente con l’ambientazione. I personaggi non giocanti, pur non essendo numerosi, sono ben caratterizzati e le loro storie si intrecciano con quella del protagonista. La storia presenta scelte morali significative, che influenzano lo svolgimento dell’avventura e creano delle ramificazioni che hanno effetti tangibili sugli eventi, arrivando in alcuni casi ad alterare parti consistenti del mondo.
La personalizzazione è intrigante: il giocatore veste i panni di un Inviato dell’Impero Aedyr, un Deiforme con un passato personalizzabile tramite un editor dettagliato. Questa figura non è un semplice avventuriero, ma un’autorità con un ruolo definito, il che influenza le interazioni con il mondo. La progressione del personaggio è atipica: non esistono classi predefinite, ma alberi di abilità dedicati a diversi stili (guerriero, ranger, mago) sbloccabili liberamente, permettendo combinazioni ibride. Si può passare rapidamente da un guerriero con spadone a un mago lanciatore di incantesimi, riconfigurando le abilità con una spesa in-game. Questa flessibilità, se da un lato rende Avowed accessibile, dall’altro rischia di semplificare eccessivamente l’esperienza, minando la sospensione dell’incredulità. La vera progressione, tuttavia, è legata all’equipaggiamento: armi e armature hanno livelli di rarità (da comune a leggendario) che influenzano drasticamente l’efficacia in combattimento, più del livello del personaggio stesso.
Potenziare l’equipaggiamento, tramite la raccolta di materiali e la forgiatura, diventa quindi cruciale, creando una costante ricerca di risorse che può risultare vincolante. Le abilità magiche, legate al Deiforme, aggiungono ulteriore profondità, con grimori che determinano gli incantesimi utilizzabili e la possibilità di potenziare magie specifiche, rendendole indipendenti dai grimori stessi. Va comunque detto che, se il vostro sogno (come il nostro) è quello di impersonare una maga da battaglia con un grimorio nella mano sinistra e una spada in quella destra, Avowed potrebbe (e potrà!) sicuramente lanciarvi in quel delirio di onnipotenza che solo lama e magia combinate sanno offrire! Tuttavia, il gioco presenta alcune debolezze. Oltre al sistema di progressione e al combattimento, che possono risultare limitanti e ripetitivi, ci sono aspetti tecnici che avrebbero potuto essere curati maggiormente. L’interfaccia utente non è sempre intuitiva, e alcuni elementi, come la visuale in terza persona, appaiono superflui. Anche la realizzazione tecnica, pur essendo di buon livello, presenta qualche incertezza, con bug e problemi di ottimizzazione segnalati, specialmente su alcune piattaforme, quantomeno prima del rilascio degli aggiornamenti iniziali.
Tecnicamente parlando
Dal punto di vista tecnico, Avowed è in chiaro-scuro. La direzione artistica è di pregio, con ambientazioni variegate e ricche di dettagli, caratterizzate da colori vivaci e un design ispirato, che spaziano da rovine antiche a paesaggi naturali suggestivi. L’Unreal Engine 5 è sfruttato per creare effetti di luce dinamici e riflessi, specialmente nelle versioni con Ray Tracing. Tuttavia, emergono alcune criticità. Le animazioni, soprattutto quelle facciali e quelle dei nemici durante il combattimento, non sono sempre all’altezza, e la visuale in terza persona risulta, come già detto, decisamente legnosa e non al pari con un gioco unicamente in terza persona. Durante il nostro periodo di testo, svoltosi prima dell’uscita del gioco, abbiamo incontrato alcuni problemi di ottimizzazione, con alcune zone più ballerine in termini di FPS anche su Xbox Series X.
Problemi, comunque, che sono stati progressivamente sistemati e ora, all’uscita, il gioco è nettamente più solido. Su Xbox Series X, sono disponibili diverse modalità grafiche: Qualità (4K, 30fps, Ray Tracing), Prestazioni (1800p, 60fps, senza Ray Tracing) e Bilanciata (per schermi a 120hz, 40fps con Ray Tracing). Su Series S, le opzioni sono limitate a Qualità (1080p, 30fps, Ray Tracing) e Bilanciata (1080p, 40fps, Ray Tracing). Nonostante le sbavature tecniche, il colpo d’occhio generale rimane notevole, e gli sviluppatori hanno promesso ulteriori ottimizzazioni post-lancio. La localizzazione italiana è presente per testi e sottotitoli, mentre il doppiaggio rimane in inglese. Localizzazione non totalmente esente da difetti ma che fa comunque il suo lavoro.
In Conclusione
Avowed si presenta come un gioco GDR ambizioso, con un mondo affascinante da esplorare e una trama ricca di scelte e conseguenze. I punti di forza risiedono nella narrativa, nel worldbuilding e nel level design. Aggiugeremmo anche il combattimento ma se state cercando un gioco con un grado di challenge non troppo elevato. Le debolezze si concentrano nel sistema di progressione, e in alcuni aspetti tecnici. Nonostante tutto, Avowed rappresenta un’esperienza consigliata agli appassionati del genere, soprattutto a coloro che apprezzano le storie complesse e le ambientazioni ricche di dettagli. Il gioco, pur non raggiungendo la perfezione, dimostra il talento del team di sviluppo e la sua capacità di creare mondi coinvolgenti e storie memorabili.
The Good
- Mondo intrigante
- Gameplay divertente
- Build libere
The Bad
- Combattimento non molto profondo
- Niente doppiaggio italiano
- HUD complesso