Bayonetta 3

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Bayonetta 3

Bayonetta appartiene all’olimpo degli action game. Il titolo gode, fra la critica internazionale e i giocatori, la fama di uno dei più riconosciuti action game degli ultimi 10-15 anni, accanto ad altri big come Devil May Cry, God of War o giochi hack’n slash come Ninja Gaiden. Siamo al terzo capitolo della saga, ed è semplicemente incredibile come Platinum Games, ancora oggi, sia in grado di creare un capitolo di una saga che ha sempre qualcosa da dire: sia in ambito artistico, direzionale che di gameplay. Possiamo quindi affermare già nella presente introduzione che Bayonetta 3 si consolida ulteriormente ed è certamente un valido seguito del suo predecessore: si presenta come un seguito che sa sorprendere, modificando parte della sua formula ma mantenendo l’ottimo gameplay action e migliorandolo sotto alcuni aspetti. Bayonetta 3 è un sequel tradizionale ma anche coraggioso, il quale propone nuove idee che rafforzano il sistema di combattimento che, a conti fatti, ha già 13 anni sul groppone (nato infatti su Playstation 3/Xbox 360 nel 2009), oltre ad una campagna eterogena e uno stile di Bayonetta che rimanda certamente alle origini del personaggio (bentornata Cereza).

La campagna principale di Bayonetta e Bayonetta 2 sono collegati, il terzo capitolo, invece, è del tutto indipendente. A parte i soliti personaggi, le vicende non prendono luogo né prima, né dopo i citati capitoli, ma in una sorta di mondo parallelo. Pertanto, non serve aver giocato i primi due capitoli per godersi appieno la campagna. Tuttavia, la qualità complessiva della trama è leggermente sottotono in confronto al secondo capitolo, mentre è in linea con il primo. L’introduzione di un nuovo e potente nemico che nulla a che vedere con angeli e demoni lascia presagire una storia piena di colpi di scena. Escalation che, tuttavia, fatica a decollare dopo il botto iniziale (prologo) sino alla resa dei conti. Il prologo infatti introduce la trama con una scena cupa in cui la famosa protagonista si trova decisamente alle strette. Insomma, è raro vedere Bayonetta alle prese con una battaglia decisamente persa. Eppure, la Strega di Umbra sembra far parte di un grande disegno. Bayonetta sembra infatti coinvolta in un complotto, una persecuzione da parte di un nemico sul quale il giocatore non ottiene un granché di informazioni. Le motivazioni della persecuzione sono all’oscuro del giocatore, e l’apparizione di questi nemici umanoidi resta per il momento un grande mistero. Bayonetta si ritrova costretta a viaggiare fra un un universo e l’altro, in una vera e propria avventura ambientata nel multiverso, interagendo con diverse versioni di sé stessa. La storia quindi coinvolge, ma lascia aperte molte questioni irrisolte. Emblematica è l’introduzione del nuovo personaggio Viola. Si tratta di un secondo personaggio giocabile, una sorta di ragazza Punk uscita da un gioco d’azione completamente differente (qualcuno ha detto Cyberpunk?), con tanto di giacca di pelle chiodata con troppe fibbie e una spada da samurai infilata dietro la schiena. Le due ragazze, dal carattere focoso, vanno infatti fin da subito d’accordo e lasciano spazio a delle scene assai epiche.

Insomma, riassumendo, la campagna di Bayonetta 3 propone tematiche e una linea narrativa certamente più ambiziosa, pur inciampando in alcuni momenti. Completabile fra le 15-20 ore, la stessa può essere affrontata in diverse difficoltà, come da trazione della serie. Ma non solo, il sistema di combattimento è anch’esso migliorato e modificato introducendo nuove tecniche, abilità e persino come si usa la magia di umbra.

Prima fra tutte le nuove meccaniche che permette il controllo diretto dei demoni sul campo di battaglia (assoggettato a una barra che si ricarica con facilità). Invece di usare le sue evocazioni demoniache come mosse finali, Bayonetta può ora evocarle liberamente in battaglia tenendo premuto il dorsale sinistro (ZL). Ciò cambia l’approccio alle battaglie, tra spettacolarità e tecnicismo mediante combo. Insomma, chiamare in causa Gomorrah o la tentatrice Madama Butterlfy rende l’azione ancora più varia. Ogni demone, infatti, ha il proprio moveset di mosse, mettendo in un angolo Cereza (vulnerabile agli attacchi) sino ad esaurimento della barra di ricarica. Basta infatti un solo colpo alla strega di umbra per annullare l’evocazione e la potente magia, ciò permette un maggior equilibrio tra potenza (l’evocazione è nettamente più potente della strega) e velocità di completamento della mischia.


Ma vi è di più. L’evocazione può anche essere sconfitta nel caso in cui subisse troppi danni, vi sono persino nemici che possono distruggerla con una sola mossa, facendo, di riflesso, scattare un timer di cooldown prima di poterla rievocare nuovamente. D’altro canto, vi sono altresì nemici che, se sconfitti dai demoni, si moltiplicano senza sosta. Pertanto ogni battaglia andrà valutata attentamente. Infine, se il contatore della rabbia si esaurisce, il demone si rivolterà contro Bayonetta e non vi sarà modo di soccorrerla. Una tecnica che dunque è da utilizzare per corte sessioni di battaglia. Nel suo stallo, il giocatore può impartire a Bayonetta due comandi sospesi (fra attacco, salto, schivata, e via dicendo), i quali saranno sferrati una volta che l’evocazione terminerà e la strega sarà libera di muoversi liberamente. Quindi, se il giocatore è in grado di gestire bene il “multitasking” e di bilanciare il proprio attacco demoniaco, ma allo stesso tempo di impartire rapidamente un altro comando alla strega, si può combattere al fianco del Demone per un periodo di tempo nettamente più prolungato. Ciò rende le battaglie più caotiche da gestire, ma certamente, una volta appreso le meccaniche, il gameplay di questo terzo capitolo raggiunge un livello di profondità maggiore in confronto al passato. Così facendo, si possono anche innescare delle combo devastanti, come quella di Baal: demone in grado di cantare per il suo attacco speciale. Ovvero, se quest’ultimo riuscisse a completare quattro versi di canto senza che Bayonetta venga eliminata, evocherà una pioggia di sangue che infliggerà danni enormi a ogni singolo nemico nella stanza.

Un altro grande cambiamento è il fatto che non sarà più possibile equipaggiare armi diverse per arto (braccia o gambe). Le armi, ora, costituiscono un pacchetto completo, con moveset esclusivi. Pertanto, l’arsenale è stato reso più vasto, senza dimenticare le tradizionali armi della strega: la frusta, pistole oppure motosega. A campagna conclusa la strega di Umbra poteva vantare ben 10 diverse armi, senza contare i demoni a disposizioni per le evocazioni.

Viola, invece, non ha accesso all’assortimento di armi ed evocazioni di Bayonetta, ma riesce comunque a essere gratificante durante i combattimenti. Ella combatte con la sua spada da samurai e, invece di usare una serie di evocazioni, è in grado di lanciare la spada e trasformarla nel suo potentissimo demone gatto (di cui non riveleremo il nome per una questione di spoiler). Il demone gatto di Viola si comporta in modo autonomo, ma quando viene evocato il set di mosse dell’evocatrice si riduce. La medesima infatti potrà solo sferrare pugni o la tipica schivata della serie in grado di bloccare il tempo. Il “Witch time” che, con Viola, funziona diversamente da Bayonetta, nel senso che occorre temporizzare un blocco con la spada appena prima che un attacco nemico la colpisca. I due personaggi sono quindi profondamente differenti riguardo a set di mosse e funzionamento, ma sono entrambe ben studiate e con le proprie peculiarità, debolezze.

Rigardo all’esplorazione, in Bayonetta 3 viene ulteriormente potenziata lasciando spazio a molte sezioni di campagna apertamente esplorabili, durante le quali sarà possibile scoprire missioni nascoste che forniscono oggetti preziosi, che aumentano la vita o il potere magico della strega o missioni secondarie stealth con protagonista la strega Jeanne. Durante la fase esplorativa difficilmente il giocatore potrà annoiarsi, anzi, in questo terzo capitolo la mole di contenuti sembra maggiore se confrontato ai precedenti.

Ma che ne è del livello tecnico? Ebbene, Bayonetta 3 funziona egregiamente come il secondo capitolo nato su Wii U: i personaggi sono molto ben caratterizzati. Il character design è si chiaramente ripreso dai passati capitoli, ma è stato ulteriormente migliorato in confronto al secondo capitolo che si basava su una macchina decisamente inferiore all’ibrida. Le ambientazioni, il level design e il comparto artistico sorprende, e sicuramente danno una sensazione di una generazione non troppo distante da quella attuale. Si intende visivamente parlando, visto che la risoluzione è comunque bloccata fra l’HD e il Full HD. Tuttavia, Switch comincia a mostrare i suoi limiti. Pur il titolo fisso a 60 fps, non appena l’azione diventa più concitata e richiede uno sforzo maggiore alla macchina, i problemi di fluidità diventano, ahimé, evidenti. Ciò dimostra che Switch ha ormai 5 anni sul groppone, il Tegra X1, pur essendo un buon SoC (negli anni 2015-2018) e spremuto a fondo da Nintendo, non è certamente l’hardware di livello che ci si potrebbe attendere da un prodotto del 2022. Pertanto, come già ribadito in altre recensioni, è ormai giunto per Nintendo il momento di aggiornare la propria console, come alcuni rumor lasciano intendere da qualche mese a questa parte. Infine, si sente la mancanza della doppiatrice storitca di Bayonetta, Hellena Taylor. Ciò però non rende meno epico il lavoro di Jennifer Hale, la quale anch’essa eccelle nelle sue doti di doppiaggio. Sulla questione critiche e condizioni lavorative, non entreremo ulteriormente nel merito.

Concludendo, non è nuovo che Platinum Games è da tempo considerato uno dei principali leader del genere action hack’nslash. Bayonetta 3 ne è certamente un ottimo esempio. Il gioco, pur mantenendo le sue radici, è godibile sotto quasi ogni aspetto. Platinum games ha rischiato portando delle modifiche al gameplay, che comunque è ancora capace di sorprendere. Bayonetta continua imperterrita nella sua danza in battaglie spettacolari e veloci, in un tripudio di caos e creatività che solo la strega di umbra è in grado di trasmettere. Magari la trama non risulta così epica e ben intrecciata come lo era quella del secondo capitolo, ma soddisfa assai. Le prestazioni su Nintendo Switch sono qualcosa come una stregoneria: peccato che a risentirne sia il framerate. A noi di Joypad è un gioco che certamente ha colpito. Potremmo parlarne per ore, ma lasceremo a voi, cari lettori, i joypad alla mano per scoprire l’ultima perla di Platinum Games.

The Good

  • Sistema di combattimento migliorato ulteriormente
  • Buona longevità per il genere di appartenenza e trama ambiziosa
  • È Bayonetta: iconica, sfacciata e spettacolare.
  • Eterogeneo, pieno di contenuti, tecnicamente al top, frenetico...

The Bad

  • ...ma il framerate potrebbe risentirne in alcune situazioni concitate
  • meno esplicito in confronto ai passati capitoli
5.5

Written by: Pusti

Avvocato, sportivo e gaymer. Tra le varie passioni e attività, quella relativa ai videogiochi e al divertimento ludico da tavolo (boardgame) è intramontabile. Fedele al marchio Nintendo, giocatore su PC e amante del VR senza fili (Oculus Quest), Pusti è uno degli storici redattori di Joypad.ch

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