Call of Duty: WWII

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Call of Duty: WWII

Call of Duty. Per i gamer più in là con gli anni, sinonimo di partite zeppe di ragazzini. Per i più giovani, sinonimo di sparatutto ma, di anno in anno, sempre meno interessante. CoD negli anni è evoluto, è cambiato, è diventato sempre più esagerato, fracassone e, stringi stringi, noioso.

Sì, perché anche lui è stato vittima di una serializzazione portata al parossismo. Di Infinite Warfare ne parlammo piuttosto male, definendolo “la solita minestra”. Activision e Sledgehammer Games hanno però ascoltato le nostre (e le vostre!) invocazioni e nel 2017 hanno fatto un passo indietro. Ma com’è Call of Duty WWII?

 

La maledetta spiaggia

Call of Duty WWII inizia a colpo sicuro. Qualche breve istante per fare la conoscenza coi nostri camerati e via che si parte per la Normandia. Obiettivo: sbarcare su una spiaggia. Dai primi istanti di gioco WWII ci butta nel fango, nell’acqua salata e nella brutalità del secondo conflitto mondiale. I proiettili volano ovunque, una pioggia di morte continua che spezza vite senza nessuna pietà. Nei panni di Ronald Daniels dovremo farci strada tra il filo spinato, avanzare sul crinale dietro la spiaggia ed iniziare una dura lotta nelle trincee, combattendo contro nugoli di nazisti ben decisi a tenerci lontani dall’Europa. La campagna, che dura circa sei-sette ore, a dipendenza del grado di difficoltà, ci vedrà combattere tra i terreni devastati dal conflitto di Francia e Germania.

Come di consueto dovremo affrontare diversi tipi di situazione, tra scontri in campo aperto, zone più lineari, su veicoli, in aria e qualche sezione stealth che sa tenerci col fiato in sospeso… d’altra parte nel 2017 non si può più offrire una campagna troppo omogenea e le sezioni “speciali” funzionano bene. E sappiate che non sarà una missione facile perché qualcosa è stato cambiato profondamente in questo CoD WWII. Inizialmente sembra una cosa di poco conto, ma in realtà è una piccola rivoluzione che piacerà ai gamer più attempati (come il sottoscritto). La vita, in WWII, non si ricarica da sola come oramai siamo fin troppo abituati negli shooter. Bisogna avere dei medic kit che vanno raccolti nella mappa o presi dai nostri compagni di plotone gestiti dall’IA. Insomma, a differenza degli ultimi capitoli di Call of Duty, bisogna combattere con un minimo di testa e tenendo presente il numero di medic kit che abbiamo a disposizione.

 

Zombesco e nazischino

La campagna single player normale viene affiancata, ancora una volta, dalla modalità zombie. Quest’anno ovviamente gli zombie non possono che essere nazisti e li vedranno scontarsi con quattro eroi, per altro interpretati da gente come David Tennant e Katheryn Winnick! La campagna contro gli zombie è divertente, in effetti più divertente della campagna regolare, e cambia un po’ le carte in tavola rispetto all’esperienza shooter classica. Come in passato dovremo selezionare il personaggio in base alla classe, alle sue abilità attive e passive e dovremo superare delle zone chiuse raccogliendo crediti, utilizzando poteri su carte, aprendo cancelli ed eliminando i nazisti non morti. La modalità nazi zombie in effetti non ha subito notevoli cambiamenti rispetto all’anno scorso in termini di meccaniche ma funziona, è divertente ed offre un buon senso di sfida, specialmente se cominciamo a fissarci sulla miglioria del best score.

 

Forgia online

Call of Duty, come Battlefield, vive oramai di online. I giocatori che lo aspettano per la sua modalità multiplayer sono sicuramente di più di quelli che lo aspettano per la campagna ed è proprio in questa componente che Sledgehammer si concentra maggiormente. Iniziamo citando l’aggiunta del quartier genreale, una sorta di zona centrale sociale (pensate alla Torre di Destiny). Per fortuna non ci sono più le assurdità di classi come “Iperluce” o “Sinapsi” ma uomini onesti con armi reali e tangibili. Oltre a varie attività come le missioni giornaliere (di nuovo, Destiny anyone?) ci sono le modalità preferite dai giocatori: deathmatch a squadre, cattura la bandiera, postazione, cerca e distruggi, dominio e uccisione confermata. Le regole di queste modalità sono oramai arcinote e comunque tendiamo a guardare al deathmatch come la modalità regina dell’online di WWII. Di nuovo c’è la modalità guerra, in cui i team si sfideranno in una partita contraddistinta da diversi obiettivi che vanno conquistati in sequenza, prima come attaccanti e poi come difensori. Lo schieramento che saprà ammassare più punti conquista la vittoria finale.

Cambiato anche il tipo di mappe e, in un certo senso, pure il modo di affrontare il multi di CoD. L’ambientazione degli anni 40 ha permesso agli sviluppatori di eliminare alcuni perks e abilità viste gli scorsi anni come i wall run, la possibilità di fare salti stratosferici e attaccarsi con una mano sola ai muri e sparare con l’altra. Insomma, la riduzione delle abilità sovrumane ha ridotto di un po’ la velocità di gioco, ora più incentrata su riflessi e specialmente abilità di tiro e non nella nostra comprensione di meccaniche platform che, a lungo andare, erano diventate stressanti. WWII è tornato almeno in parte alle radici del genere FPS, senza quell’esasperazione di Infinite Warfare che ci aveva stancato praticamente subito. Anche se, bisogna dirlo, è una questione di gusti. Il gameplay comunque rimane solido e non stravolge il gunplay a cui siete abituati quindi, dopo qualche oretta d’assestamento, i fan della serie si troveranno a loro agio.

War, war never changes?

Call of Duty WWII visivamente ha il suo perché. I toni grigi, il fumo delle esplosioni che spazza il campo di battaglia, l’orrore della guerra. Tutto rappresentato con dovizia di particolari, al netto di qualche rallentamento, almeno, su Xbox One (per altro grazie ad Xbox per questo codice review!). Speriamo che una futura patch possa ridurre questi strani freeze momentanei, presenti specialmente durante le cut scenes. L’IA lascia a volte a desiderare, con strani comportamenti al limite dell’assurdo (capita che certi nemici ci ignorino nonostante siamo sparando loro da distanza ravvicinata!) ma nonostante tutto il gioco è godibile.

Call of Duty WWII non rivoluziona il genere ma rimane un netto passo avanti a quel mattone assurdo di Infinite Warfare. Il ritorno a meccaniche più semplici, ad un gameplay più genuino è sicuramente pagante. Poi vabbé, la storia non è particolarmente brillante e, come di consueto, punta di più all’effetto ganassa che non ad una vicenda dalle mille sfaccettature, ma a quel punto sarebbe chiedere troppo. Fan di Call of Duty, quest’anno vi è andata decisamente meglio del solito.

 

The Good

  • Campagna
  • Modalità zombie
  • Medic kits
  • Novità per l'online

The Bad

  • AI deludente
  • Performances inconsistenti
  • Trama poco entusiasmante
5

Written by: Dave

Editor in Chief di Joypad, lo trovate anche sui social @MrPipistro

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