Le uscite autunnali si intensificano, e fra queste spicca qualche produzione terze parti anche per Nintendo Switch. Dark Souls Remastered è stato annunciato all’inizio dell’anno corrente, ma rinviato a più riprese da parte del publisher per questioni di ottimizzazione del software. Ora, finalmente, Dark Souls Remastered su Nintendo Switch uscirà durante il presente mese di ottobre, in una versione ottimizzata e creata appositamente per l’ibrida della casa di Kyoto. Nei suoi circa 12 GB di spazio richiesto per l’installazione, Dark Souls Remastered apre un mondo totalmente nuovo all’utenza Nintendo. Si tratta di una proprietà intellettuale che ha fatto parecchio parlare di sé, in particolare con riferimento all’altissimo livello di sfida che richiede parecchia pazienza da parte dei giocatori per portare a termine la trama. Dark Souls Remastered è sicuramente un gioco che va affrontato con calma, in cui devono essere studiate, a fondo, le meccaniche, i pattern dei nemici e le diverse mappe nel quale il mondo di gioco è ambientato.
Dark Souls Remastered non offre particolari contenuti aggiuntivi se confrontato al gioco originale uscito, a suo tempo, nel settembre del 2011. Anzi, nel pacchetto remastered risulta presente anche il DLC Artorias of the Abyss, contenuto aggiuntivo parecchio discusso da parte della critica internazionale circa l’alto livello di sfida proposto dallo stesso.
Per chi non conosce Dark Souls, si tratta di un brand molto famoso fra i gamer: un action RPG capace di rendere la vita impossibile praticamente a chiunque. Nata dal creatore Miyazaki, presso From Software, Dark Souls è un’avventura cupa, sinistra, in cui il giocatore veste nei panni di un non-morto in un mondo fantasy immaginario ambientato dopo gli avvenimento dell’era del fuoco. L’era del fuoco è caratterizzata per l’avvento della fiamma, nel vero senso del termine, la quale permetteva pace e prosperità nel regno degli umani. Tuttavia, tale fiamma era destinata a spegnersi, e ciò ha causato il declino dell’umanità oltre alla nascita degli uomini caratterizzati dal segno oscuro: ovvero i non-morti. Il giocatore impersona proprio quest’ultima tipologia, in particolare un non-morto relegato nelle terre del nord dalle quali egli stesso deve fuggire, al fine di cercare la sacra fiamma, detenuta da Lord Gwyn, e ripristinare così l’era di pace degli uomini.
Dark Souls non solo si caratterizza per un vasto lore, ma in particolare per le sue sadiche meccaniche. Come citato poc’anzi, Dark Souls riprende a pari le tipiche meccaniche da action RPG. Ogni personaggio è caratterizzato da un determinato numero di statistiche, la barra della vita e della salute, un’appartenenza a una classe e un proprio equipaggiamento. La crescita del personaggio non è affidata ai punti esperienza bensì al numero di anime raccolte all’uccisione dei nemici. Spendendo le anime è possibile aumentare le statistiche del personaggio giocante, ma non solo, esse rappresentano anche la valuta nei negozi che troveremo nel mondo di gioco. Pertanto, più nemici si uccidono, meglio il personaggio crescerà. Ma attenzione, ad ogni morte del proprio personaggio le anime saranno perdute. Le stesse sono recuperabili presso il punto di morte, se si muore una seconda volta le prime anime saranno perdute in via permanente, esclusi determinate situazioni. Ciò detto, è doveroso saper ponderare come muoversi nel mondo di Dark Souls, un minuto prima si è al massimo della salute, il secondo dopo ci si ritrova inspiegabilmente morti. Si tratta di un gioco caratterizzato da un connubio di strategia, boss con comportamenti ben stabiliti e di tattica riferita alla crescita del personaggio. Morire tante volte permette al giocatore di crescere, affinché egli stesso impara a superare un determinato punto con le sole e proprie forze.
Un concetto particolare quello di Dark Souls che mette a dura prova la pazienza dei giocatori e, allo stesso tempo, appaga per i risultati da esso ottenuti. Si tratta di un gameplay difficile da comprendere e da apprezzare davvero a fondo, soprattutto all’inizio quando l’utente non ha dimestichezza con i comandi. Un gameplay piuttosto lento, ma che necessita di essere studiato a fondo da parte del giocatore. Affrontare un mostro non è unicamente lanciarsi a capofitto con la propria arma, bensì è una costante valutazione su come affrontare quest’ultimo in relazione alla nostra esperienza, rispettivamente al livello del proprio alter ego. Dark Souls è un gioco molto strutturato, non è per nulla evidente apprezzare una simile opera nel contesto moderno del gaming, che detiene parecchi esempi di giochi autoguidati e con difficoltà, spesso, imbarazzanti. Dark Souls Remastered non fa che riconfermare quanto detto, espandendo il suo stile discutibile di livello di difficoltà.
Alla luce di quanto precede, una domanda sorge quasi spontanea: la versione Switch vale davvero l’acquisto? La stessa merita di essere giocata o è solo una semplice operazione commerciale di un porting discutibile? Ebbene, Dark Souls Remastered gira egregiamente su Nintendo Switch. Vero, mancano i 60 frame al secondo come sulle console concorrenti, ma i 30 fps garantiti dagli sviluppatori effettivamente sono reali, anche nella mitica città infame. L’esperienza su Nintendo Switch è fluida, non vanta magari delle migliorie tecniche delle controparti Playstation, PC ed Xbox, ma si difende bene. E, soprattutto, la versione Nintendo Switch guadagna tutto il suo raison d’être nella modalità portatile. Giocare in portabilità, con un’esperienza soddisfacente, a un Dark Souls, ad esclusione dei PC portatili i quali anch’essi sono considerati ingombranti per natura, ha dell’incredibile. La risposta dei comandi, sia in modalità casalinga che portatile, è molto buona mentre le immagini a video sono di buona fattura e si lasciano ammirare. Chiaro, 30 fps non sono 60 fps, ma si convive lo stesso.L’unica critica su questo aspetto è la cura di determinati dettagli. In primis la luminosità, che in alcuni punti risulta davvero troppo scuro per riuscire a comprendere come muoversi all’interno dei posti chiusi della mappa. In secondo luogo il movimento dei personaggi che, se ci si fosse impegnati maggiormente, poteva essere parzialmente corretto rendendo il proprio alter ego più naturale. Da ultimo, invece, è la qualità complessiva grafica che non ha niente a che vedere con le aggiunte che troviamo nella remastered delle controparti. Escluso il framerate, anche determinate migliorie che potevano essere implementate su Switch sono state tagliate, come determinati effetti e la mancanza del motion blur migliorato. Vero, Nintendo Switch è meno potente di determinate console concorrenti, ma se Panic Button è riuscita nell’impresa di implementare certe caratteristiche in Doom, nulla impediva al team Virtuous di fare lo stesso.
La grande novità di questa versione non è unicamente il comparto tecnico rivisto e la possibilità di giocare in mobilità, ma parimenti il comparto online, capace di ospitare ben sei differenti giocatori. Presente il PvP nella modalità arena 3 vs 3 o nella modalità cooperativa in fase d’esplorazione. Purtroppo nel nostro test siamo riusciti a provare la predetta modalità unicamente scaricando il Global Test di qualche giorno fa, poiché nel software pre-lancio l’online non è ancora stato abilitato. Da quello che ho potuto constatare nella breve esperienza del Global Test.
Mettendo insieme quanto detto, Dark Souls Remastered si lascia, tutto sommato, godere. Si poteva fare di meglio? Può essere, ma l’esperienza rimane pressoché appagante e, considerando il fattore portabilità della console Nintendo, lo stesso rappresenta un plus non da poco…
The Good
- è Dark Souls in tutta la sua essenza
- difficile e spietato come da copione
- l'online è un'aggiunta sicuramente gradita...
The Bad
- ...ma latita di nuovi contenuti
- si poteva fare di meglio sotto l'aspetto tecnico
- a volte fissare al massimo la luminosità non basta per scrutare certi punti durante l'esplorazione...