Disney+

By on on Film, 4 More

Disney+

Vi ricordate quando, su Netflix, c’era tutto? Che bellezza, finalmente un servizio legale e comodo per guardare in streaming la maggior parte delle cose potenzialmente interessanti. Beh, scordatevelo. Da quando i big hanno fiutato un modello commerciale che funziona, la cui scoperta va fondamentalmente a Netflix, ne vogliono una fetta.

Apple, Amazon e ora Disney. La differenza tra i vari competitor è che Disney è il più grande conglomerato di entertainment a livello globale. Possiedono le proprie IP, Star Wars, Marvel, le IP di Fox, National Geographic… senza dimenticare una miriade di altre aziende nei campi più disparati. Insomma, Disney non è l’azienda novellina, Disney è un gigante impressionante e di considerevole potenza. L’arrivo di Disney+ è un evento massiccio nell’industria dello streaming, qualcosa destinato a cambiare gli equilibri di potere.

Il segreto del successo

Con questa consapevolezza ci siamo avvicinati al servizio, a dire il vero addirittura qualche giorno prima del lancio ufficiale, per valutarne l’offerta sul mercato svizzero. Ma per dire veramente la nostra abbiamo dovuto spendere un bel po’ di tempo su Disney+, guardando show e film a campione, oltre che ovviamente guardando le esclusive del servizio. Cosa rende un servizio di streaming interessante? Sembra una domanda dalla risposta ovvia: i contenuti. Tuttavia, è più di questo. Un buon servizio di streaming offre tanti contenuti, sia vecchi che nuovi ma non basta. È necessario che il servizio sia disponibile su più piattaforme e che i contenuti siano interessanti, dall’uscita regolare e disponibili in più lingue. Disney+ è arrivato su una miriade di device diversi: console, PC, smartphone, smart TV – da questo punto di vista il lancio è sicuramente un successo. Per quanto riguarda l’uscita regolare è ancora troppo presto per valutare la cosa, visto che è una maratona e non uno sprint. Per quanto riguarda le lingue, beh, siamo di fronte ad una situazione un po’ anomala, ancora più incomprensibile rispetto a Netflix. Partiamo proprio da questo elemento allora. Le esclusive Disney+ che abbiamo guardato sono in italiano, sia per quanto riguarda l’audio che i sottotitoli. Ad esempio l’interessante The Imagineering Story è totalmente localizzato nella nostra lingua e lo stesso vale per l’acclamato The Mandalorian. E poi troviamo situazioni francamente incomprensibili, come i cartoni di Topolino, Pippo e Paperino, realizzati qualcosa come 70 anni fa, che sono solo in inglese. Su Netflix siamo disposti a tollerare la situazione, visto che spessissimo ci sono complicazioni di licenze internazionali in gioco, ma in questo caso, la cosa non è tollerabile. Si tratta di IP Disney, di cui Disney detiene ogni diritto, sul proprio servizio di streaming. Offrire contenuti propri incompleti, perché il doppiaggio italiano è esistito da decenni, non è affatto un buon inizio per il servizio. La cosa è ancora più rilevante su Disney+ che su Netflix perché, visti i contenuti più destinati ai giovani del servizio di Walt Disney, non è lecito supporre che guardare contenuti in lingua originale o coi sottotitoli sia un’alternativa valida. Serve molto più italiano su Disney+.

Esclusive

Un altro ingrediente per creare un buon servizio di streaming sono le esclusive. E su Disney+ ce ne sono un po’ per tutti i gusti. Abbiamo guardato le prime puntate di The Imagineering Story, trovandole davvero ben fatte e interessanti. Retroscena della storia Disney, iniziando proprio agli albori della creazione di un impero, passando il monumentale progetto di Disneyland, EPCOT e Disneyland Tokyo, oltre che ovviamente alla realizzazione di cartoons e film. Una serie davvero affascinante, non solo per i fan hardcore ma anche per tutti coloro che apprezzano un buon documentario. Tra l’altro, proprio nel dipartimento documentari, abbiamo trovato contenuti vari e stimolanti, grazie alle produzioni di National Geographics. C’è poi il già citato The Mandalorian, una serie che ha convinto prima negli states, poi alle nostre latitudini via download illegali e finalmente anche in versione doppiata e legale. C’è piaciuto di più degli spinoff cinematografici, ad essere sinceri! Ci sono poi dei corti Pixar molto carini, come “I perché di Forky” in cui un personaggino fatto con una forchetta di plastica si interroga su domande fondamentali come “cosa sono i soldi” in modo davvero buffo e divertente.

Hey, mancano cose!

Ci sono sezioni tematiche dedicate a Star Wars, che propongono non solo i film (tranne l’ultimissimo) non solo in ordine cronologico ma anche nell’ordine in cui andrebbero guardati per quanto riguarda la timeline del mondo di George Lucas. Ci sono sezioni Marvel, sezioni Pixar, la sezione Disney è immensa con i film d’animazione, i live action (che chi scrive continua a trovare largamente raccapriccianti), le serie di Disney Channel, quelle degli anni 90, Topolino negli anni, serie con le principesse Disney e le serie Junior. Insomma, in questo periodo di quarantena, potete tranquillamente parcheggiare qualsiasi bambino davanti alla tv per un paio di settimane non stop.

Ci sono però delle strane mancanze. Nella sezione Marvel, ricordiamo che è di proprietà di Disney, mancano film. Dov’è Iron Man 1? Come mai manca l’ultimo X-Men? E i film di Spiderman? Non diciamo quelli di Sony, diciamo proprio quelli Marvel canonici! Ci sono molti film e serie ma non c’è tutto quanto. Scordatevi di farvi l’enorme binge watch dell’MCU perché mancano dei tasselli. Francamente, una cosa incomprensibile. E lo stesso abbiamo notato per altri prodotti, come ad esempio Frozen 2, introvabile sul servizio (e sappiamo per certo che molti ci contavano).

C’è ancora un elemento molto importante che manca su Disney+: i contenuti per un pubblico adulto. Badate bene, non stiamo parlando di film porno, stiamo parlando di serie e film con tematiche inadatte ai giovanissimi. Scordatevi serie come Altered Carbon o Love, Death & Robots su Disney+. Fedeli alla propria filosofia, la brava gente di Burbank (dove si trova la sede di Disney) non ha inserito tali tipi di contenuti. Il che fa, a nostro modo di vedere, di Disney+ un servizio ancora più incompleto. Va bene guardare l’orsetto Pooh e Captain America ma ogni tanto vogliamo anche qualcosa di più. Alcuni di voi non saranno d’accordo con me e va bene ma il punto di questi servizi è offrire qualcosa per tutti quanti, non solo per taluni, nevvero?

Bottom line

Siamo stati critici con Disney+, forse troppo. In realtà per essere una “prima versione” di cose da guardare ce ne sono parecchie e ad un prezzo inferiore di Netflix abbiamo gli stessi 4 utenti e streaming in alta qualità. Le esclusive Disney+ non sono tantissime per ora ma c’è un impressionante backlog di contenuti che copre interi decenni. Ci sono tutte le puntate dei Simpson anche se non abbiamo affatto apprezzato il ridimensionamento in 16:9 con uno strano (e orrendo) filtro sulle immagini per adattare i vecchi episodi alle nuove TV, andava mantenuto il 4:3 originale. Ci sono i cartoni classici, ci sono i film d’animazione del rinascimento Disney, ci sono i supereroi e i documentari. Insomma, per i primi mesi, siamo soddisfatti. Come detto ci sono inspiegabili buchi nei doppiaggi e nella mancanza di pellicole che dovrebbero esserci ma possiamo anche chiudere un occhio, per ora. Disney+ ha ancora parecchia strada da fare ma parte tutto sommato piuttosto bene. Ciò che decreterà il successo (o il fallimento) del servizio sarà la quantità, la qualità e la regolarità nell’uscita di nuove serie, una cosa che Netflix sta facendo piuttosto bene di recente.

Written by: Dave

Editor in Chief di Joypad, lo trovate anche sui social @MrPipistro

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