Google Pixel 9a

By on on Recensioni Hardware, 4 More

Google Pixel 9a

Google e la sua serie Pixel A. Ormai è quasi una tradizione: prendi il top di gamma, taglia qualche fronzolo qua e là, mantieni il cuore (chip e fotocamera) e proponi il tutto a un prezzo interessante. E così, puntuale come un orologio svizzero (circa), arriva il Pixel 9a, pronto a difendere lo scettro di re dei mirange o, per lo meno, di miglior telefono sotto i fatidici 500 CHF.

Ma in un mercato sempre più affollato, con concorrenti agguerriti come Nothing e OnePlus che alzano l’asticella, basterà ancora la solita formula alla Google? Scopriamolo insieme.

Design: minimalista

Diciamocelo subito: se cercavate un Pixel 9a che urlasse “guardatemi!”, potreste rimanere delusi. Addio all’iconica (o ingombrante, a seconda dei gusti) camera bar che ha caratterizzato gli ultimi Pixel. Al suo posto, un piccolo oblò quasi a filo con la scocca che ospita le due fotocamere posteriori. Il risultato? Un telefono che giace perfettamente piatto sulla scrivania, ma che perde gran parte della sua identità visiva, il che lo rende più blando ma, sarà forse per il colore peonia, al contempo piacevole da vedere. Per il resto, ritroviamo le linee squadrate con bordi piatti in alluminio e angoli arrotondati viste sui fratelli maggiori Pixel 9.

 

La scocca posteriore è in plastica di buona qualità, con una finitura opaca che quasi inganna al tatto, facendola sembrare vetro (almeno finché non si preme leggermente e si nota una minima flessione). Resiste bene alle ditate (soprattutto nelle colorazioni chiare come porcellana o peonia) ed è sicuramente meno incline a disastri rispetto al vetro. Pollice in su per l’upgrade alla certificazione IP68, che garantisce una resistenza all’acqua e alla polvere da vero top di gamma. Peccato per il vetro frontale, fermo al Gorilla Glass 3. E sì, le cornici attorno al display restano generose, un marchio di fabbrica della serie “a” che Google sembra non voler abbandonare. Non sono enormi come in passato, ma si notano. Curiosamente, nonostante l’assenza della barra fotografica, il 9a risulta leggermente più grande del Pixel 9 standard.

Display: un Faro tra i mirdange

Lo schermo da 6.3 pollici pOLED (con risoluzione FHD+ 1080×2424) di Pixel 9a è uno dei punti di forza indiscussi. Luminoso, anzi, luminosissimo: parliamo di valori di picco che superano abbondantemente i 2000 nits, numeri che surclassano praticamente tutta la concorrenza diretta (iPhone 16e incluso) e garantiscono una visibilità eccellente anche sotto il sole diretto. La fluidità è assicurata dalla frequenza di aggiornamento adattiva fino a 120Hz, che rende ogni animazione e scorrimento un piacere per gli occhi (niente LTPO per scendere a 1Hz, però, feature riservata a modelli più costosi). I colori sono accurati e naturali, forse non “esplosivi” come sui pannelli dei Pixel di fascia alta, ma decisamente gradevoli. Unico neo, la cronica assenza del supporto Dolby Vision, limitando la fruizione HDR allo standard HDR10. Il lettore d’impronte sotto il display è di tipo ottico: fa il suo lavoro, ma non brilla per velocità o affidabilità rispetto alle soluzioni ultrasoniche; spesso vi ritroverete a preferire il rapido sblocco facciale.

Sotto il cofano batte lo stesso Tensor G4 dei Pixel 9 e 9 Pro, affiancato da 8GB di RAM (LPDDR5X) e storage UFS 3.1 (128GB o 256GB). Nell’uso quotidiano, il Pixel 9a è scattante e reattivo: le app si aprono velocemente, il multitasking regge bene (almeno finché non si esagera) e l’esperienza generale è fluida. La vera domanda è sulla longevità: questo Tensor G4 e soli 8GB di RAM basteranno a reggere le richieste software e gaming dei prossimi 7 anni, come promesso da Google per gli aggiornamenti? Qualche dubbio è lecito.

Fotomagic!

La fotografia è da sempre il fiore all’occhiello dei Pixel, anche della serie “a”. Qui troviamo una principale da 48MP (f/1.7) con OIS, affiancata da una ultrawide da 13MP (f/2.2). Sul fronte c’è una selfie-cam da 13MP. La principale, pur avendo meno megapixel rispetto a quella dell’8a, guadagna un’apertura maggiore, promettendo (e mantenendo) ottime prestazioni, specialmente in condizioni di luce non ideali. Le foto sono ricche di dettagli, con colori naturali e bilanciati, e una consistenza invidiabile scatto dopo scatto. L’Ultra HDR le fa brillare sullo schermo del telefono.

Anche la selfie cam è a fuoco fisso ma produce buoni scatti dettagliati. Le novità software sono tante: arriva finalmente Night Sight per scatti notturni e astrofotografia degni di nota, e una nuova modalità Macro basata sull’AI che sfrutta la capacità della camera principale di mettere a fuoco molto da vicino (funziona bene, anche se a volte il fuoco non è perfetto su tutta l’area). Ci sono poi tutti gli strumenti di editing AI che conosciamo dai Pixel maggiori: Magic Editor, Best Take, Gomma Magica Audio, Foto Nitida, etc. Ciò che manca rispetto ai fratelli maggiori (e a volte anche rispetto all’8a!) è il teleobiettivo ottico (lo zoom digitale 2x è utilizzabile, oltre diventa decisamente meno brillante), la modalità Pro con controlli manuali avanzati, e la cattura video HDR.

La qualità video 4K della principale è buona (anche se un po’ morbida), con ottima stabilizzazione, ma quella dell’ultrawide è deludente (rumorosa, poco definita, 4K solo a 30fps). Nel complesso, più un “sidegrade” che un vero upgrade rispetto all’8a, ma comunque un comparto solidissimo per la fascia di prezzo, capace di regalare scatti eccellenti con il classico “punta e scatta” di Google.

OS & AI

Il Pixel 9a arriva con Android 15 e la garanzia di 7 anni di aggiornamenti (software e sicurezza), un vantaggio enorme sulla concorrenza mid-range. L’esperienza è quella pulita e semplice dei Pixel, forse fin troppo per chi ama personalizzare ogni aspetto, ma indubbiamente fluida. Le funzionalità AI sono il vero asso nella manica: le funzioni di editing fotografico sono potenti e l’integrazione con Gemini (che sostituisce Assistant) apre scenari interessanti (come l’analisi tramite fotocamera con Gemini Live). Attenzione però: a causa degli 8GB di RAM, alcune funzioni AI avanzate che girano localmente sui Pixel 9/Pro (come Pixel Screenshots e Call Notes) sono assenti sul 9a. Inoltre, l’accesso a Gemini Advanced è limitato a un solo mese di prova gratuita, a differenza dell’anno intero offerto sui modelli superiori.

Autonomia

Qui Google ha fatto centro. La batteria da 5100mAh è la più capiente mai vista su un Pixel e i risultati si vedono. L’autonomia è eccellente: si arriva tranquillamente a fine giornata con uso intenso e si possono raggiungere anche i due giorni con uso moderato. Dove cade il Pixel 9a è sulla ricarica. Il supporto si ferma a 23W via cavo (PD3.0) e 7.5W wireless. Tradotto: per una carica completa da zero ci vogliono quasi due ore, un’eternità nel 2025, anche per questa fascia di prezzo. Almeno c’è la funzione di ricarica bypass (utile per giocare mentre è collegato) se si attiva il limite all’80%. Il caricabatterie, ovviamente, non è incluso nella confezione.

Pixel 9a è il re del midrange?

Il Pixel 9a è un telefono solido per chi cerca un’esperienza di buon livello senza troppe esagerazioni. Ha uno schermo davvero luminosissimo, un’autonomia eccellente, un software pulito con 7 anni di supporto garantito e una fotocamera principale che, pur con qualche rinuncia, resta un punto di riferimento per affidabilità e qualità “punta e scatta”, arricchita da utili funzioni AI. Tuttavia, la magia non è completa. Il design ha perso carattere, le prestazioni del Tensor G4 sono solo “sufficienti” se paragonate alla concorrenza più agguerrita, mancano alcune feature Ai dei fratelli maggiori, il comparto fotografico secondario e video non brillano, e la ricarica è troppo lenta. È ancora il telefono da battere sotto i 500CHF? Probabilmente sì, se si dà priorità assoluta all’esperienza fotografica “alla Google”, alla pulizia del software e ai 7 anni di aggiornamenti. Ma il divario con la concorrenza si è assottigliato e, considerando le possibili offerte sul Pixel 9 “standard”, il 9a quest’anno convince un po’ meno come midrange. È un buon telefono, a tratti ottimo, ma non più il campione indiscusso di un tempo.

 

The Good

  • Display eccellente, molto luminoso
  • Fotocamera principale ottima (AI)
  • Autonomia batteria eccezionale
  • Software pulito, 7 anni supporto

The Bad

  • Design poco originale
  • Prestazioni non al top
  • Ricarica via cavo lenta
  • Fotocamere secondarie/video basiche

Written by: Dave

Editor in Chief di Joypad, lo trovate anche sui social @MrPipistro

No comments yet.

Leave Your Reply

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.

JOYPAD

Joypad è il sito indipendente di videogiochi, tecnologia e film per la Svizzera italiana.

Il sito nasce quale tentativo di informare i giocatori della Svizzera italiana nel modo più completo possibile riguardo ai media videoludici, cercando di contestualizzare l’informazione per gli ascoltatori di questa regione spesso dimenticata dalle grande aziende mondiali. Dalla metà del 2013 si occupa anche di film con la rubrica Joypad Movies.

SGN Logo

Altri membri di SCN:
games.ch
the(G)net.ch