Halo è una serie che ha un posto speciale nel mio cuore. Fu il mio secondo gioco sulla prima Xbox, dopo l’intramontabile e mai dimenticato Amped. E negli anni mi sono ritrovato a passare da mega a fan a persona interessata a un tiepido interesse. Forse perché una serie lunga 20 anni è difficile da mantenere attuale: le meccaniche invecchiano, i gusti cambiano, la concorrenza si fa più serrata.
Halo è passato negli anni da un “combat evolved” a un “combat sempre la stess thing”, almeno così è stato fino a Halo 5. Ora, con l’arrivo di Infinite 343 Industries è riuscita a svecchiare Master Chief e fare un grande passo in avanti? Ma soprattutto gli sviluppatori saranno riusciti a togliersi di torno la terribile figura barbina dell’anno scorso?
Hey Cortana!
Halo Infinite è, come probabilmente saprete già, un titolo diviso in due. Da un lato troviamo la componente multiplayer, rilasciata lo scorso novembre con una formula free to play, che ha saputo convincere i vecchi fan e accaparrarsene di nuovi. Dall’altro lato troviamo la campagna single player, quella che poi personalmente definirei la vera essenza di Halo. Certo, il multi è stata una componente fondamentale della storia del franchise, accompagnando la nascita e la crescita non solo di Xbox Live ma anche del multiplayer su console in generale. Eppure, mi spiace, ma per me Halo rimane sinonimo di campagna epica.
Una campagna epica è esattamente quello che mi aspettavo ed è esattamente quello che abbiamo ottenuto quasi al 100% (la modalità co-op non è infatti disponibile per ora). L’avventura inizia esattamente dove avevamo lasciato Master Chief, in questo senso Infinite è un sequel direttissimo di Guardians e il terzo capitolo della trilogia Reclaimer che oramai ci fa compagnia sin da Halo 4. Avevamo lasciato Master Chief alla deriva nello spazio, dopo il tradimento (se così possiamo definirlo) di Cortana. Ora John 117 fluttua in ibernazione, in attesa di essere trovato da qualcuno. Quel qualcuno è un pilota UNSC assai recalcitrante che si imbatte nello spartan quasi per caso e che imparerà ben presto a pentirsi delle sue scelte. Non appena sveglio Master Chief non esiterà un solo istante a buttarsi a capofitto di nuovo nella mischia. Non vogliamo spoilerare eccessivamente il gioco ovviamente ma sappiate che di movimento ce ne sarà parecchio. Ci ritroveremo infatti sulla superfice di Zeta Halo, conosciuto altrimenti come Installazione 07, a combattere da un lato contro una nuova fazione di Covenant che si fanno chiamare gli Esiliati, dall’altro dovremo affrontare pericoli ben più sinistri. Infinite è un gioco che da un punto di vista narrativo rimane assolutamente classico se non persino più concentrato sulle cose importanti: Master Chief, Cortana, gli anelli. La narrazione principale è concentrata, non si perde via in inutili derive e, generalmente, è appassionante e ben ritmata. Ma ciò non significa che non ci sia la possibilità, se vogliamo, di perderci in elementi secondari perché, se ancora non lo sapeste…
Halo ora è open world!
Esatto, a differenza dei livelli estremamente lineari dei primi 5 capitoli, più un paio di spin off (ODST e Reach) ora in Infinite ci muoviamo in un open world. A ben pensarci in questo nuovo capitolo rivediamo molto della filosofia e delle aspirazioni introdotte dal primo Halo. Ricorderete i primi livelli, in cui potevamo girovagare in ambienti tutto sommato piuttosto ampi e aperti (per essere il 2001, ovvio). Allora Bungie aveva l’ambizione ma non la tecnologia e la potenza necessarie. Ora, 20 anni dopo, Halo è finalmente ciò che era destinato ad essere. La campagna inizia in modo squisitamente lineare, con una fuga al cardiopalma da una struttura spaziale ma poi finalmente si apre per dare a noi la scelta. Bene inteso avremo una chiara missione primaria ma avremo diverse sottomissioni e la scelta nell’approccio. Tramite la mappa di gioco potremo definire dei nav point, scegliere se recarci prima in un luogo o un altro e via dicendo. Potremo sbloccare delle basi UNSC, che forniranno non solo comodi punti per il fast travel ma anche per rifornirci di armi e veicoli.
Potremo scegliere se andare a salvare marines in difficoltà, se attaccare basi nemiche o se tirare dritti per la nostra strada. Anche l’approccio agli obiettivi primari può essere fatto in diversi modi. Potremo scegliere il cammino più ovvio, scontrarci con pattuglie e nemici a difesa delle postazioni militari. Oppure potremo tentare un approccio più stealth. Non che Halo Infinite sia diventato tutto d’un tratto un gioco stealth ma l’approccio discreto è una possibilità. Ad esempio, potremo osservare la morfologia del territorio e sfruttarne le peculiarità per aggirare gran parte delle forze avversarie. Oppure usare un fucile da sniper per ripulire parte della zona. O ancora cercare l’arma più grossa e potente e fare un’entrata ad alto tenore di piombo e plasma! Infinite ci fornisce, per la prima volta, diversi approcci che funzionano più o meno bene ma che per lo meno sono a nostra disposizione. E non è tutto perché ora troviamo potenziamenti e poteri da sbloccare per Master Chief, come il rampino, lo scudo, il sensore e così via. Alcuni elementi sono familiari ai fan della serie ovviamente ma la possibilità di prediligere il miglioramento di uno rispetto all’altro è una novità più che benvenuta.
Nella nostra partita abbiamo prediletto principalmente il rampino, così da poter fare le scimmiette agili e piombare come falchi estremamente incazzati addosso alle forze nemiche. Il gioco saprà premiare la nostra voglia di esplorazione, fornendo sempre qualche oggettino interessante, come ad esempio i Nuclei Spartan che servono a potenziare le nostre abilità. Infinite però è anche intelligente nella presentazione del suo open world: non sarà infatti tutto accessibile e le nuove zone si presenteranno a noi con un nuovo grado di sfida in modo da tenere alto sia l’interesse che la percezione della nostra progressione nella storia. Un approccio interessante che richiede al giocatore di avanzare nella storia al posto di bloccarlo con nemici di livello troppo elevato e basta.
Tuttavia, abbiamo notato che Infinite ha due anime: da un lato le missioni principali che sono assai lineari, pur in un contesto open. Dall’altro le attività secondarie che offrono un limitato numero obiettivi: liberare i marines, liberare le basi e dare la caccia ai collezionabili. Il nostro consiglio è quello di seguire quella che è la progressione più naturale delle cose: intercalare attività principali con secondarie, distribuite davanti a noi geograficamente. Ovvero: tra due missioni principali troveremo sempre tre o quattro cose da fare sul nostro cammino. Ma il bello degli open world è che potete fare come vi pare! E non vediamo l’ora di poter affrontare il mondo aperto di Zeta Halo in compagnia nella campagna cooperativa, potrebbe diventare assai più spassoso di com’è ora.
Mi diverto con le armi
Halo è il gioco che, più di tutti, ha dato il via agli shooter in prima persona su console. Ok, c’è stato anche 007 Goldeneye ma è stato Halo a offrire per primo una vera esperienza di shooter come si deve. Il genere è evoluto enormemente nelle ultime due decadi ed avevamo enormi aspettative per Infinite. Il gunplay, siamo felici di poterlo riferire, è ottimo. Preciso, variegato, tecnico ma anche approcciabile da chiunque. Se siete giocatori alle prime armi apprezzerete la semplicità, in superfice, del combattimento proposto dal gioco. Se invece siete giocatori veterani, apprezzerete le varie sottigliezze, come l’uso strategico dei vari power sbloccabili durante la campagna. L’unica pecca è forse quella della selezione dei poteri speciali, che si fa con una combinazione del d-pad che abbiamo trovato semplicemente fastidiosa e poco precisa per poter sfruttare appieno le varie combinazioni, per lo meno durante le prime ore di gioco (abbiamo impiegato una ventina d’ore a portare a termine la storia con un nutrito numero di attività secondarie completate).
Le armi a disposizione sono tante, sia vecchie che nuove e un buon numero di veicoli, sia terrestri che volanti, permette un attraversamento rapido e godibile dei terreni di gioco. Ma forse la cosa in assoluto più godibile di Infinite è la presenza sul campo. Dopo qualche ora, cominceremo ad essere davvero efficaci, in grado non solo di scegliere quale arma usare ma anche di valutarne l’impatto in battaglia. Potremo approcciare gli scontri in modo anche molto tattico, con diversivi, rampinate e frenetiche sortite ravvicinate. A distanza vorremo colpire i nemici nei punti vulnerabili, ad esempio una mano che tiene uno scudo energetico, in modo da destabilizzare (e in seguito liquidare) un nemico. Il livello di sfida è interessante: abbiamo giocato a difficoltà normale trovando l’IA nemica aggressiva al punto giusto. Più volte è capitato di morire ma più che altro per una mancata valutazione del pericolo da parte nostra. Gli unici frangenti in cui ci siamo trovati in difficoltà in modo forse un po’ forzato è durante i mini boss fight in cui ci imbatteremo spesso e volentieri. Ritrovarci a combattere in una zona estremamente piccola contro un nemico velocissimo e armato di mazzafrusto è un filo spiazzante se abbiamo passato l’ultima ora e mezza a saltellare per le montagne ma tutto sommato va bene, cambia un po’ le carte in tavola. Se da un lato l’IA dei nemici è buona, non possiamo dire lo stesso di quella degli alleati. Capiterà di imbattersi in soldati UNSC di quando in quando, specialmente se andremo a salvarli. Beh, chiamarli inutile è dire poco e l’unico interesse nel prendersi la briga di andarli a cercare è se vogliamo sbloccare ogni punto d’interesse sulla mappa. I soldati alleati sono inutili, si fanno uccidere fin troppo facilmente e non forniscono nessun vantaggio reale in combattimento. Fino all’arrivo della cooperativa, saremo soli sul campo di battaglia.
Tecnicamente parlando
Abbiamo giocato ad una versione pre-release del gioco, fornitaci gentilmente da Xbox, su Xbox Series X. Il gioco uscirà anche in formato PC e saremmo stati molto curiosi di vederlo girare su tale piattaforma ma al contempo abbiamo apprezzato moltissimo il gioco su console. I controlli sono precisi quanto possono esserlo via gamepad e generalmente il comparto gunplay, come dicevamo prima, è molto soddisfacente. Graficamente parlando possiamo attivare due preset, qualità e performances anche se noi non abbiamo potuto provare il preset performances, bloccato nella nostra versione. Durante la nostra partita abbiamo comunque notato un certo pop-in di elementi decorativi durante la partita. D’altra parte, la mappa di gioco è molto grande e la distanza visiva è rimarchevole, quindi per forza una certa gestione del LOD era necessaria. L’effetto è presente comunque solo all’esterno, con le sezioni interne del gioco che non presentano tali problematiche.

Sì, sono un infame e ci ho giocato così
L’audio è di tutto rispetto, con il pieno supporto a Dolby Atmos, che rende l’azione davvero molto coinvolgente se siete dotati di un setup degno di questo nome. La colonna sonora miscela i temi classici a noi oramai più cari della marmellata della nonna e qualche novità niente male. Il doppiaggio è in italiano ed è di buona fattura, così come il mix. L’HDR è attivabile sia come HDR10 che Dolby Vision ma abbiamo dovuto modificare pesantemente le impostazioni di luminosità e contrasto prima di ottenere una buona resa visiva: le impostazioni di default sulla nostra TV (Samsung Neo QLED QN95A) erano assolutamente atroci col nero più simile ad un grigio chiaro. Fortunatamente bastano pochi secondi per correggere il tiro.
Bottom line
Halo Infinite è un buon gioco. 343 Industries ha cambiato al formula in modo sensato, adattando le avventure di Master Chief a delle aspettative decisamente più elevate rispetto al pubblico di vent’anni fa. Il risultato è interessante e miscela in modo tutto sommato riuscito elementi da shooter classico a sezioni a più ampio respiro. Si sente lo stesso una certa differenza tra le parti più lineari della campagna principale e le attività secondarie ma non è per forza una brutta cosa visto che l’azione è più variata. Peccato la mancanza della modalità co-op, che è poi uno dei modi più classici per affrontare Halo con gli amici. Ugualmente la Fucina non è ancora disponibile e arriverà nel 2022. Detto questo, la brava gente di 343 ha fatto il miracolo visto lo stato delle cose solo un anno fa, con i video di gameplay che avevano scontentato praticamente tutti.
The Good
- Novità nel gameplay
- Grafica, audio e doppiaggio
- Cross play, cross gen, cross qualsiasi cosa!
The Bad
- Niente co-op
- Niente forgia
- Solo un potere per volta (e fastidioso cambiarli)