Kingdom Come: Deliverance II

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Kingdom Come: Deliverance II

Kingdom Come: Deliverance! Quanti ricordi! Un gioco appassionante, con personaggi e storie intriganti ma con un cuore decisamente hardcore, un Vero RGP di quelli in cui bisognava fare attenzione a tutto.

Ora, Warhorse Studios ci presenta quella che è senza dubbio un’ambiziosa continuazione del viaggio intrapreso ed un tentativo di perfezionare una formula da rolepaly storica già di per sé unica. Oltre ad un mondo di gioco ancora più vasto, dettagliato e reattivo, ovviamente.

Henry 2: La vendetta

La trama principale di Kingdom Come: Deliverance II riprende le fila del destino di Henry, catapultandolo in un contesto politico e sociale ancora più ampio e complesso. Non si tratta più solo di vendetta personale o di piccole schermaglie locali, ma di intrighi che coinvolgono regni e potenti casate. Il giocatore si troverà a dover prendere decisioni difficili, stringere alleanze, affrontare tradimenti e scoprire segreti che potrebbero cambiare il corso della storia boema. Senza rivelare dettagli specifici, aspettatevi un crescendo di tensione, colpi di scena e momenti emotivamente carichi. Per quanto riguarda le missioni secondarie, il gioco offre un’ampia gamma di attività che vanno oltre il semplice “vai e raccogli” o “uccidi questo nemico”.

Troverete indagini, enigmi da risolvere, dispute da mediare, favori da fare e persino attività più tranquille, come partecipare a tornei o corteggiare potenziali partner. Mentre alcune di queste missioni secondarie si intrecciano in modo interessante con la trama principale, offrendo approfondimenti sul mondo di gioco e sui suoi abitanti, altre sono più autonome e servono a fornire ricompense, esperienza o semplicemente a immergere ulteriormente il giocatore nell’ambientazione medievale. La qualità è variabile: alcune missioni secondarie sono memorabili e ben scritte, altre risultano più generiche e ripetitive. In generale, però, offrono un’opportunità per esplorare il mondo di gioco, affinare le proprie abilità e plasmare la reputazione di Henry.

Un Vero RPG

Il gameplay rappresenta un’evoluzione del sistema già visto nel primo capitolo, mantenendo l’enfasi sul realismo e sulla profondità, ma smussando alcuni angoli. Il combattimento rimane un’arte che richiede pazienza, strategia e precisione. Ogni scontro è una danza di lame, dove il tempismo, il posizionamento e la scelta dell’arma giusta sono cruciali. La presenza di nuove armi, tra cui le prime armi da fuoco, aggiunge ulteriore varietà tattica, sebbene la loro efficacia sia limitata dalla tecnologia dell’epoca. La diplomazia e la reputazione giocano un ruolo sempre più importante. Le parole possono essere potenti quanto le spade, e Henry può sfruttare il suo carisma, la sua conoscenza o la sua fama per influenzare gli eventi e raggiungere i suoi obiettivi. Le scelte nei dialoghi hanno conseguenze tangibili, plasmando il mondo di gioco e il destino di Henry. Se invece preferiamo muoverci silenziosi, la furtività si conferma un’opzione valida per evitare il combattimento diretto, consentendo al giocatore di muoversi nell’ombra, borseggiare ignari passanti o infiltrarsi in luoghi proibiti. Il fido cane di Henry può anche essere addestrato per assistere in queste operazioni clandestine.

No, seriamente, un Vero RPG

Il realismo si estende anche alle necessità quotidiane di Henry. Deve nutrirsi, riposare e curare le sue ferite. Questi aspetti, pur essendo presenti, sono gestiti in modo da non diventare un peso eccessivo, contribuendo piuttosto a creare un senso di immersione e di vulnerabilità. A patto che questa idea vi piaccia. Sicuramente abbiamo apprezzato il grado di realismo in più durante la nostra partita ma è anche vero che se da un lato il fattore immersione ne risulta decisamente rinforzato, dall’altro dopo un po’ e specialmente all’inizio del gioco, mantenere quel poveraccio di Henry in relativa buona salute non è una cosa proprio semplice. Chiaramente andando avanti con il gioco, guadagnando esperienza, risorse e alleati, le faccende di ogni giorno saranno logicamente meno un peso, ma il gioco continuerà ad essere impegnativo.

Ad esempio, troviamo forgiatura e alchimia, meccaniche di gioco ben implementate, permettono di creare equipaggiamento e pozioni personalizzate, aggiungendo un ulteriore livello di profondità al gameplay. Ma non basta premere un pulsante per creare una pozione, sarà invece necessario procurarsi tutti gli ingredienti (e che siano freschi), seguire alla lettera la ricetta, stare attenti a tempistiche e movimenti. Insomma, Kingdom Come Deliverance II offre al giocatore moltissime cose che però vanno guadagnate. E al contempo, per ogni azione o oggetto guadagnato in modo legale, è possibile anche procurarsene molti in modo illegale. Ma va tenuto sempre ben presente che c’è un sistema di crimini e punizioni che tiene conto delle azioni del giocatore e infligge punizioni proporzionali, contribuendo a rendere il mondo di gioco più reattivo e credibile. Per non dire, attenti a voi giocatori, perché nel medioevo di Warhorse decisamente non si scherza.

Ritorna il sistema di salvataggio con la grappa, già visto nel primo gioco. Fondamentalmente, per salvare in punti specifici, sarà necessario avere nell’inventario la grappa. Certo, il gioco salva da solo in determinati punti, ma non è possibile salvare ogni due passi. Oppure, abbiamo scoperto durante la nostra prova su PlayStation 5 Pro, che l’opzione “salva ed esci al menu principale” consente di salvare i progressi senza consumare le preziose pozioni. È un piccolo trucco che può alleviare la tensione in alcune situazioni, pur mantenendo l’intento originale degli sviluppatori di rendere ogni decisione più significativa.

Tecnicamente spettacolare*

Dal punto di vista visivo, Kingdom Come: Deliverance II è un titolo che colpisce per la sua ambizione e, in larga parte, per la sua realizzazione. Su PlayStation 5 Pro, il gioco offre un livello di dettaglio notevole, specialmente nei paesaggi naturali. Le foreste sono dense e lussureggianti, con una varietà di flora e fauna che le rende credibili e vive. L’illuminazione dinamica gioca un ruolo fondamentale, con i raggi del sole che filtrano tra le fronde degli alberi e creano giochi di luce e ombra suggestivi, soprattutto all’alba e al tramonto. I modelli dei personaggi, pur non essendo sempre all’avanguardia, sono ben realizzati e presentano espressioni facciali convincenti, che contribuiscono a rendere i dialoghi più coinvolgenti. Le armature e gli abiti riflettono accuratamente i materiali dell’epoca, con dettagli come le cuciture, le fibbie e le diverse texture dei tessuti. Le città e i villaggi sono ricchi di particolari architettonici, con edifici che mostrano i segni del tempo e dell’usura, contribuendo a creare un’atmosfera autentica.

Tuttavia, questo livello di dettaglio ha un costo. Il fenomeno del pop-in, ovvero la comparsa improvvisa di oggetti e texture, è piuttosto frequente, specialmente quando ci si sposta rapidamente a cavallo. Questo problema, sebbene non rovini completamente l’esperienza, può distrarre e spezzare l’immersione, ricordando al giocatore che si trova di fronte a un mondo virtuale e non a una ricostruzione storica perfetta. L’audio contribuisce in modo significativo all’atmosfera del gioco. La colonna sonora, che alterna brani epici a melodie più intime, accompagna perfettamente le gesta di Henry. Il doppiaggio (abbiamo provato la versione in lingua originale, il gioco è in italiano ma non il doppiaggio) è di ottima fattura, con interpretazioni convincenti che danno vita ai personaggi.

 

Un lungo viaggio

In conclusione, Kingdom Come: Deliverance II rappresenta un’esperienza RPG storica di grande valore. Pur con qualche imperfezione tecnica e alcune scelte di design discutibili, il gioco offre un’immersione profonda e coinvolgente in un mondo medievale credibile e affascinante. È un titolo che premia la pazienza, l’esplorazione e la dedizione, e che saprà conquistare gli appassionati di giochi di ruolo in cerca di un’esperienza autentica e impegnativa. Per i fan del “vado a picchiare e lootare qualsiasi cosa”, sappiate che questo gioco forse non farà per voi.

The Good

  • Storia coinvolgente
  • Grafica stupenda
  • Gameplay realistico

The Bad

  • Pop-in evidente
  • IA migliorabile
  • Missioni altalenanti
5.25

Written by: Dave

Editor in Chief di Joypad, lo trovate anche sui social @MrPipistro

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