Paper Mario è una delle proprietà intellettuali Nintendo più curiose. Nata su Nintendo 64, ogni console casalinga della casa di kyoto ha visto almeno un capitolo. Non fa eccezione la Wii U che ormai ha raggiunto il suo capolinea. Paper Mario Color Splash e The Legend of Zelda: Breath of the Wild rappresentano quindi una sorta di canto del cigno per la sfortunata home console, che non ha brillato nel campo delle vendite. Purtroppo Wii U ha raggiunto a malapena i 15 milioni di pezzi venduti in tutto il mondo, segno di un flop alquanto lampante. Tuttavia la casa di Mario non si è data mai per vinta, se citiamo il grande supporto di esclusive di un certo calibro. Questo ha fatto ciò che Wii U si è tagliata la sua fetta di mercato e la sua personalità unica, una home console da affiancare alle altre, che siano Playstation 4, Xbox One o il tradizionale PC. Ma torniamo a Paper Mario. Color Splash si discosta dal gameplay dei precedenti sviluppati su console casalinghe, se consideriamo il puro punto di vista delle battaglie e del gameplay. È evidente per contro l’ispirazione alla versione portatile su Nintendo 3DS: Paper Mario Sticker Star. Per il resto mantiene il suo delizioso stile a modo di foglio di carta mischiando il bidimensionale al tridimensionale. Ma la formula adottata per questo capitolo è davvero vincente? O si rischia di sprofondare in quello che potrebbe sembrare un more of the same superficiale? Lo scopriremo nella nostra recensione.
Nel regno dei funghi, la giovane principessa Peach riceve una lettera vuota e senza nessun testo. Una situazione inquietante che rivela successivamente che la lettera non è altro che uno sfortunato Toad accartocciato senza i colori. Il fungo servitore è stato privato di tutti i suoi lineamenti, solo la sagoma del foglio di carta è rimasta intatta. In preda al panico, la principessa chiede aiuto nientemeno che a Paper Mario. Entrambi si dirigono presso il mittente della lettera, il luogo del francobollo infatti proviene dall’isola Prisma. Quest’ultima è una località colorata e una meta turistica molto famosa nel regno dei funghi. Per contro qualcosa non quadra, appena ancorati al porto il silenzio circostante è fin da subito evidente. Si scopre che la fontana arcobaleno è stata privata dei suoi colori da dei ladri di tintura: nientemeno che dei tipi timidi con cannuccia. Si parte all’esplorazione dell’isola al fine di recuperare le fonti del colore, vale a dire le vernistelle, ed aiutare il povero tinto, un secchiello di colori e l’attuale guardiano della fontana.
Ed è proprio il gameplay il succo di ogni Paper Mario. Lasciando à coté la componente artistica che, come sempre, è assolutamente deliziosa, Color Splash è un connubio di Paper Mario Sticker Star su Nintendo 3DS e il nuovo Splatoon. Infatti il protagonista di questo capitolo è proprio il colore, distribuendolo ovunque grazie al martello magico di Mario, colorando gli scenari sbiancati, o i personaggi senza vita. Esplorando i differenti livelli sull’isola abbiamo notato come appunto è l’esplorazione a fare da padrona. Paper Mario è chiamato a risolvere numerosi enigmi al fine di raggiungere le vernistelle, grazie anche a diversi mezzi come il ritaglio per arrivare a determinati luoghi altrimenti irraggiungibili. Lo stile richiama fortemente Paper Mario: Sticker Star e il recente Luigi’s Mansion. Citiamo il capitolo con protagonista il fratello del famoso idraulico per via della sua indisponibilità, inizialmente, ad aiutare i Toad e la principessa Peach. Poco importa, Paper Mario: Color Splash fonda le sue radici principalmente nell’esplorazione. Il sistema di combattimento non è da meno, seppur sottotono, e ricalca fedelmente quello di Paper Mario Sticker Star. Tramite delle carte che rappresentano i differenti attacchi, Mario attacca i nemici in differenti maniere. Fin qui nulla di nuovo, se non che le carte in possesso bisogna colorarle con la vernice a disposizione. La potenza d’attacco varia a dipendenza della densità di colorazione. Più si avanza nei livelli, maggiore sono gli slot per giocare più carte contemporaneamente durante il proprio turno. Nel complesso è un sistema ben studiato, ma sa di già visto. Il troppo accento sugli enigmi ambientali lasciando in secondo piano gli scontri obbliga, molto spesso, a tornare sui propri passi. Già lo vediamo fin dai primi livelli, dove una missione per cercare i vestiti di Wonder Toad ci ha costretto rivisitare gli stessi scenari più volte…nel dubbio di non averli scrutati da qualche parte. Un backtracking sempre dietro l’angolo che non sarà la felicità dei giocatori più diretti e meno pazienti. Infatti molte richieste secondarie presso alcuni livelli, o il raggiungimento di alcune vernistelle risultano possibili solo tramite il completamento di altri. Tuttavia la perizia di Intelligent system limita questo inconveniente, portando il level design sempre ai massimi livelli. L’organizzazione degli stage alla Super Mario World aiuta effettivamente ad organizzare meglio l’esplorazione.
Tirando le somme, Paper Mario Color Splash è un titolo di buona fattura. La cura nei dettagli è davvero fenomenale: gli enigmi, la musica e lo stile si mischiano armoniosamente fra di loro. È vero, non è molto differente dall’approccio di Paper Mario: Sticker Star, ma rende comunque l’intera esperienza di gioco altamente godibile. Si poteva avere più inventiva per i combattimenti? Sì, o meglio, sfruttare il secondo schermo solo per colorare le carte non approfondisce molto il sistema di battaglia. Un modus operandi che risulta vincente? Più esplorazione, meno platform frenetico e meno combattimenti a turni…questo è l’ultima opera della casa di Kyoto prima di passare la staffetta a The Legend of Zelda: Breath of the Wild, il vero canto del cigno di Wii U.
The Good
- artisticamente e graficamente al top
- numerosi enigmi da risolvere
- level design ispirato
The Bad
- backtracking evidente
- troppo simile alla formula di Sticker Star