Paper Mario: The Origami King

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Paper Mario: The Origami King

Il regno dei funghi è ormai un universo eterogeneo e tipico di nintendo: basta un’idea, uno stile cartaceo e il tutto prende vita in un variopinto mondo di cartone. Paper Mario nasce nei primi anni del 2000 su Nintendo 64 e approda in diverse sulle successive console Nintendo. Ogni versione offre un gameplay innovativo che si adatta perfettamente per il periodo che viene ideato. L’ultima creazione di Intelligent System è Paper Mario: The Origami King su Nintendo Switch.

Paper Mario è un brand che, fin dal suo esordio, mescola l’immaginario tradizionale della casa di Kyoto con il genere GdR. Gli sviluppatori si reinventano per ogni capitolo introducendo interessanti meccaniche che spazia dalla strategia, al puzzle solving ai combattimenti a turni. Con questo capitolo Nintendo sembra ritornare sui passi de il Portale Millenario (Gamecube) cercando quell’equilibrio fra accessibilità e solidità del gameplay che mancava, per certi versi, agli ultimi due capitoli (3DS e WiiU). The Origami King riesce, in parte, nell’impresa. Un capitolo che offre un’avventura dinamica, poliedrica, colorata e divertente, non profonda o impegnativa ma interessante nel gameplay e nella narrazione.

La storica principessa Peach non è più la solita bionda di una volta… Mario e Luigi, arrivati a castello, la trovano assai fin troppo sottile. Ella sembra meno cartacea del solito, dando l’impressione di un effetto tridimensionale e non più bidimensionale come nei passati capitoli. Peach si ora trasformata in una principessa origami, è così i Goomba, Koopa e tutti gli scagnozzi di Bowser trasformati in qualcosa di ora diverso. L’artefice è Oliver, un misterioso Re degli origami che, grazie ad una tecnica magica, ha piegato al suo volere gli scagnozzi di Bowser, Peach e molti altri abitanti del regno dei funghi per avere il controllo sull’intera regione. Egli tramuta il castello di Peach strappandolo dalla terra e avvolgendolo in cinque giganteschi nastri colorati, per poi trasportarlo su una montagna di lì a poco distante. Prima di tale evento, fortunatamente Mario trova una giovane ragazza intrappolata che è, nientemeno, che la sorella del folle sovrano, la principessa Olivia. Ella, scocciata dal comportamento del fratello, decide di fermarlo e di unirsi a Mario, perché in fondo è a questo che servono le sorelle (cit.). Comincia così un lungo viaggio attraverso le varie zone del Regno dei Funghi, alla ricerca dell’intreccio dei grandi nastri colorati per liberare il castello di Peach dal giogo del folle mago re.

La trama di Paper Mario The Origami King non rappresenta di certo inventiva o profondità. La narrazione viene vivacizzata da qualche colpo di scena: alcuni più riusciti, altri meno. Beninteso, la sceneggiatura riesce comunque, con una certa disinvoltura, a far il giocatore, creando situazione e scene comiche anche per certi versi elaborate e ben scritte. L’adattamento italiano è buono e l’utilizzo delle espressioni riesce a valorizzare il prodotto, facendo numerosi riferimenti al mondo cartaceo e non solo.

Vivace ed effervescente è in particolar modo la gamma di scene e personaggi non giocanti che Mario incontra nel corso dell’avventura. Gli stessi soliti Toad sono ora accartocciati come nel mondo di gioco dando via a scenette simpatiche, oppure la pigra Bob-omba con una curiosa amnesia, e molti altri, saranno preziosi compagni che ci aiuteranno a scoprire il mondo di gioco, i suoi segreti, e aiuteranno anche a sconfiggere i nemici Origami che lo popolano. Ciò che stupisce è l’inventiva di Intelligent System di creare luoghi improbabili che riescono, tutto sommato, a adattarsi all’ambiente circostante, rendendo il tutto surreale e tipico del regno dei funghi.

The Origami King cerca di proporre una formula meno gioco di ruolo classico, ma più avventuroso. Questo capitolo infatti introduce la parte ruolistica meno principale, definendo una sorta di substrato. Importante è infatti il concetto di esplorazione del mondo di gioco. La dimensione avventura consente di esplorare aree di gioco piene di oggetti con cui interagire, collezionabili di vario genere oltre ad enigmi ambientali. Queste aree, col tempo, diventeranno sempre maggiori fino ad essere quasi dei piccoli openworld. Vagando per le mappe è possibile saltare od utilizzare il martello Mario: utile per schiacciare oggetti di carta così da ottenere preziosi coriandoli. Quest’ultimi sono indispensabili per ricoprire degli strappi sparsi nelle mappe, i quali possono essere coperti cospargendo i coriandoli e ripristinando la parte di terreno mancante. Non solo coriandoli, nascosti nei luoghi più disparati e meno evidenti vi sono i Toad: accartocciati, spiegazzati, sgualciti e arrotolati. Essi possono pertanto essere spianati con una bella martellata al fine di ripristinare la loro forma originaria. Alcuni ritorneranno al Borgo, il villaggio ai pressi del castello di Peach, e riaprire le attività a cui si dedicavano (negozi e via dicendo).

L’elemento ruolistico è invece gli scontri che si svolgono dopo essere entrati in contatto con un avversario. Mario viene poi teletrasportato in un’altra area: un’arena circolare con un sistema di controllo che spiegheremo di seguito. Mario vanta di un set molto ampio di di armi e oggetti: scarpe (il salto per colpire una fila di nemici), i martelli (per colpire fragorosamente un gruppo di quattro nemici), fiori di ghiaccio e di fuoco. Lo scontro a turni, semplificato nella sua essenza, è stato coadiuvato di un nuovo sistema di combattimento a enigma, un elemento puzzle per risolvere il rompicapo della predisposizione dei nemici nell’arena. L’obiettivo del giocatore, durante la fase iniziale del suo turno, è quello di ruotare gli anelli, scorrere gli spicchi dell’arena circolare e posizionare correttamente gli avversari per procedere con gli attacchi. Se posizionati in specifici schemi, Mario vanterà dei bonus di attacco. I nemici, Goomba, Boo e Snifit, devono essere raggruppati e posizionati in blocchi di quattro, oppure disposti in linea retta, a seconda del fatto che si voglia colpire i nemici con il martello o con le scarpe. Si tratta di un’idea molto interessante che saprà mettere a dura prova il giocatore, e metterlo in serie difficoltà in alcune specifiche battaglie. Tuttavia questo sistema è un po’ fine a sé stesso e, alla lunga, diventa assai monotono e ripetitivo. Vi sono infatti poche variabili atte a vivacizzare questa fase di enigma. La successiva, quella dell’attacco vero e proprio, è unicamente la scelta dell’attacco più consono alla disposizione dei nemici. Spesso le battaglie si riducono a scegliere solo fra le scarpe o il martello.

Ciò scritto, gli scontri a turni risultano assai poco stimolanti, alla lunga, e forse anche piuttosto superficiali. Le battaglie non permettono di ottenere punti esperienza, rendendo inesistente la crescita di Mario in senso ruolistico tradizionale. Come premio vi sono solo delle monete per spendere in negozio o chiamando in proprio aiuto i Toad nell’arena. Il loro numero dipenderà da quanti sono stati trovati nella mappa di gioco. La crescita di Mario è quindi limitata ad oggetti che si trovano per la mappa: speciali accessori atti ad aumentare resistenza e punti vita. L’esplorazione si riconferma come elemento centrale del gioco.

Le boss fight, invece, sono di tutt’altra pasta. La struttura circolare delle arene, e la componente puzzle, funzionano molto bene e rendono questi combattimenti difficili, appaganti e anche un po’ gratificanti. Al centro dell’area, questa volta, si trova il nemico e non Mario. Egli deve quindi spostare delle caselle speciali per realizzare una sorta di percorso in modo da condurlo di fronte al suo bersaglio. Ciò consentirà a Mario di attaccare il Boss e infliggere ingenti danni. In alcuni casi è necessario creare uno speciale percorse onde evitare gli ostacoli e trappole che possono apparire nell’arena, così come evitare alcuni attacchi speciali del Boss. Pertanto, le battaglie contro i Boss sono sicuramente più stimolanti e richiedono una certa prontezza nel risolvere l’enigma del campo di combattimento. Per ogni mondo vi sono due boss fight: la prima per domare e sbloccare un nuovo potere, denominato Cartomagno (un potere elementale) mentre la seconda definisce un tema specifico da affrontare.

Per quanto riguarda la componente grafica, The Origami King è sicuramente un gioco ben ottimizzato che rende molto bene su Nintendo Switch. In particolare, la risoluzione è in HD in portatile e Full HD in modalità doked. Il mondo di gioco, ricco, colorato, e pieno di piccoli dettagli, impreziosiscono la cosmesi e rendono il tutto molto bello da ammirare e giustamente caratterizzato nei minimi particolari. Si intravede, come da consuetudine, la qualità dei dettagli tipici di Nintendo.

Nel complesso, Paper Mario: The Origami King è un gioco di buona fattura. Semplice nel suo gameplay ma assai efficace, seppur caratterizzato da un tono di monotonia e ripetitività. Su trenta ore di gioco abbiamo sicuramente apprezzato l’impegno di Intelligent system nel reinventarsi continuamente con nuove meccaniche e nella perizia investita nel comparto grafico (in particolare level e character design). Questo capitolo di Paper Mario non sarà perfetto ma è perfettamente godibile sotto ogni aspetto.

The Good

  • Level e character design magistrale
  • coloratissimo e studiato nei minimi dettagli
  • gameplay semplice e innovativo...

The Bad

  • ...ma fin troppo monotono e ripetitivo
  • la narrazione può risultare un po' superficiale
  • elementi GdR solo da contorno.
5

Written by: Pusti

Avvocato, sportivo e gaymer. Tra le varie passioni e attività, quella relativa ai videogiochi e al divertimento ludico da tavolo (boardgame) è intramontabile. Fedele al marchio Nintendo, giocatore su PC e amante del VR senza fili (Oculus Quest), Pusti è uno degli storici redattori di Joypad.ch

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