Predator G1

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Predator G1

Alzi la mano un vero gamer che compra un pc preassemblato! … nessuno? Nemmeno là dietro, in fondo?! Ok, vi capiamo. Per anni le varie grandi aziende hanno messo sul mercato dei “pc da gaming” di qualità costruttiva discutibile. Componenti al risparmio, zero possibilità di upgrade, design esagerato ma poca comodità. Le cose sono migliorate con l’arrivo di nuovi brand aggressivi, come ad esempio Alienware.

Altri, come ad esempio Acer, non sono rimasti a guardare. C’è voluto un po’ per ingranare ma finalmente ci stiamo avvicinando a buoni livelli. In quest’ottica, parliamo del Predator G1 di Acer, preassemblato che sembra imparare la lezione!

 

Come quello vecchio, ma meglio!

Non possiamo recensire il G1 senza ripensare al G6, preassemblato Predator che recensimmo lo scorso anno. Una bela besctia carataristica con però qualche fastidio e una presenza fin troppo aggressiva sulla scrivania. Acer sembra aver fatto i compitini come si deve e aver imparato la lezione proponendo il G1.

Cominciamo col dire che del Predator G1 ci sono diversi modelli dotati di diverse configurazioni hardware, che spaziano da GTX 1060 a 1080 e quantitativi di RAM variabile. La nostra macchina di test è dotata di un processore Intel di sesta generazione i7 6700 (non K, quindi non overclockabile), 16 GB di RAM DDR4 a 2133 Mhz, una GTX 1070 Founders Edition da 8GB, due dischi (un SSD da 256 GB per il sistema e un disco tradizionale da 1TB), mouse e tastiera. Il sistema è anche dotato di un lettore DVD, un lettore di carte SD, gigabit ethernet, scheda wireless integrata, supporto a bluetooth 4.1 + LE, connettore USB 3.1 type C frontale, jack audio frontali, 4 porte USB 3.0 sul retro del device e una davanti. Gli output video sono quelli tradizionali delle schede video Nvidia Pascal: 1 HDMI, 3 Display Port e una DVI-D. Tutto quanto racchiuso in un case sorprendentemente piccolo (418x110x348 millimetri) e 8,6 Kg di peso. L’alimentatore è esterno al case (uno dei motivi per cui Acer è riuscita a ridurre la dimensione del case) ed è composto da due unità gemelle da 230 W l’una che si collegano tramite le prese alimentazione classiche da laptop. In totale dunque abbiamo 460 W di potenza per alimentare il G1, che non sono poi molti visto che in genere un PC assemblato in casa di questo genere viene accoppiato con un PSU da almeno 600 W. Il software di base è Windows 10 Home e ci sono pochi software inutili preinstallati. Bene!

Teardown!

Il design del case ricorda molto il G6: anche questo G1 è ricoperto da scaglie di plastica davanti e sopra che però sono meno appariscenti rispetto al G6. Sul davanti troviamo il tasto d’accensione, il drive DVD (montato in verticale) e un po’ di I/O (USB 3.0, USB Type C, lettore SD, jack audio e microfono). Ci sono anche 3 diverse zone RGB indipendenti, attorno al pulsante d’accensione, sotto il lettore di dischi e attorno ai connettori. Sui due lati ci sono due appendi cuffie a scomparsa che possono essere estratti per appendere qualsiasi headset da gaming o cuffia da audiofilo (da accoppiarsi alla SoundBlaster X-Fi 5 inclusa nel PC). I due pannelli laterali, neri, sono facilmente smontabili, allentando due viti sul retro del case. Entrambi sono bucherellati in corrispondenza di diversi fan all’interno del PC.

Il lato sinistro ha un intake di fronte al fan di sistema e quello della CPU mentre il pannello destro ha un intake in corrispondenza del fan della GTX 1070, che essendo una Founders Edition aspira aria fresca dal lato per poi farla uscire sul retro del case, in corrispondenza delle uscite video. In questo modo, l’interno del case resta più fresco rispetto ad un sistema a circolazione interna che deve fare affidamento su un airflow gestito da fan in entrata ed uscita per il case. Potevamo smontare questo PC? Non lo sappiamo, non abbiamo chiesto. L’abbiamo fatto? Certo che sì! L’interno di questo G1 ci ha sorpreso in positivo. La configurazione interna è particolare. La scheda madre non è di dimensione standard: non è una mini-ITX ma si avvicina alla dimensione di una mATX. È dotata di un solo slot PCI-E 16x a cui viene collegata la GPU tramite un bridge, dal momento che la scheda video è inserita in verticale e non in orizzontale come di consueto.

Ci sono 4 slot per la RAM (di cui, nella nostra macchina, solo due sono occupati) che permettono di inserire fino a 64 GB di DDR4. Il cooling della CPU è montato leggermente storto, in modo da accomodare un secondo fan che si trova in prossimità dei regolatori DC-DC che trasformano i circa 20 V in entrata nelle diverse tensioni necessarie al PC. Tra le belle soprese, oltre agli slot RAM extra, troviamo una gabbia per dischi da 2.5” libera, già cablata e pronta per accogliere un hard disk extra. Basta aprire il pannello sinistro e svitare un paio di viti (non abbiamo trovato nessuno sticker della garanzia che ci impedisse di aprire il case!). La GPU è anch’essa teoricamente rimpiazzabile. È racchiusa dietro un pannello di metallo con la scritta Predator in rilievo ed è chiaramente stata scelta per la sua configurazione di raffreddamento. Possiamo, volendo, inserire un’altra GPU a patto che sia della stessa dimensione o minore rispetto alla gabbia di metallo in cui è racchiusa e che aspiri aria da davanti (dove c’è una presa d’aria) e la espelli dal retro. Una GPU con un altro tipo di cooling rischia seriamente di soffocare. Tutto sommato comunque, l’accesso ai componenti interni è facilissimo e c’è seriamente la possibilità che possiate cambiare alcuni componenti chiave come CPU e GPU in futuro, a patto che siano supportati dalla motherboard e che siano di dimensioni ragionevoli. Altri, come HDD, SSD e RAM sono invece intercambiabili senza nessun problema. Bravissima Acer!

 

Performances

Abbiamo sottoposto il G1 ad una serie di benchmark, sia sintetici che in game, per vedere un po’ come si comporta. Tenendo conto che questa macchina non è pensata per giocare in 4K (la GPU in particolare non è abbastanza potente), l’abbiamo appaiato con un monitor Predator Z1 con risoluzione 1920×1080 e 144Hz di refresh (presto lo recensiremo). Cominciamo dai test sintetici: abbiamo usato 3DMark Fire Strike, 3DMark Time Spy, Unigine Valley e Unigine Superposition.

Tutti i test sono stati condotti a 1080p senza overclock di nessun genere. Notiamo subito che le performances sono in linea con altre macchine di questo genere (sul nostro PC da review, i5 6600K overclockato a 4.1Ghz, GTX1070 overclockata a 2002MHz e 32 GB di RAM Firestrike arriva a 14491 punti). Questi primi risultati sembrano confermare il fatto che si tratta di una macchina da gioco FullHD in cui possiamo concederci la maggior parte dei dettagli in ultra.

Ma passiamo ai giochi. La nostra scelta è caduta su Doom (OpenGL 4.5 e Vulkan), The Witcher 3 (Castello di Beauclair) e Rise of the Tomb Raider (benchmark). Sil G1 si comporta benissimo con The Witcher 3. Nella zona del castello di Beauclair, che offre al contempo uno scenario complesso e una distanza di visione molto importante oscilliamo tra i 61 FPS e il 71. Ovviamente l’ideale sarebbe attivare G-Sync o il V-Sync e restare a 60FPS fissi ma non avrebbe più senso fare i bechmark! Con tutte le opzioni impostate su Ultra, il gioco di CD Projekt RED gira una meraviglia a 1920×1080. Per quanto riguarda Doom, come sempre ritroviamo il vantaggio delle API Vulkan rispetto a OpenGL 4.5. In media Vulkan ottiene 155 FPS (tutti i dettagli Ultra a 1080p) mentre in OpenGL ci dobbiamo “accontentare” di 125 miseri FPS di media. Niente male.

Per quanto riguarda Rise of the Tomb Raider ci siamo avvalsi del sistema di benchmark del gioco, ottenendo questi risultati con le impostazioni Alte, Ultra e Alte ma con DirectX 12.

Anche Rise of the Tomb Raider insomma è perfettamente in grado di raggiungere i sacri 60FPS e di superarli con agio, tranne che in Ultra (ma in quel caso siamo di fronte a parecchi effetti di post processing e supersample che aggiungono poco alla presentazione finale pesando enormemente sul sistema).

 

Accessoriato

Il G1 viene venduto con alcuni accessori interessanti. Abbiamo già menzionato mouse e tastiera. Il primo non è particolarmente eccezionale pur essendo degno di accompagnare un PC da gaming. Sei tasti, leggero e adatto forse più agli FPS che a MOBA o MMO. La tastiera è meccanica, ha il cavo USB scollegabile per trasportarla più comodamente ed è retroilluminata RGB. La forza richiesta per attuare i tasti è leggermente più alta di quanto preferiamo di solito ma ciononostante si tratta di un’aggiunta solidissima e assolutamente benvenuta. Un netto passo avanti rispetto alla tastiera a membrana di Steelseries inclusa con il G6! Tra macro e tasti multimediali, non ci facciamo mancare niente. L’ultimo accessorio, il più sorprendente di tutti, è la valigia. Ebbene sì, il G1 viene venduto all’interno di una valigia rigida (altrimenti detta trolley) creata apposta per lui. L’interno è pieno di schiuma sagomata per inserire tower e accessori e rende il trasporto dell’intero PC (meno lo schermo) una vera pacchia. Acer ha chiaramente pensato al gamer esigente che non disdegna di spostarsi con la sua macchina da battaglia per recarsi a LAN party competitivi o tra amici. Una scelta che farà forse lievitare il prezzo finale di qualche decina di CHF ma che è sensata: da un lato possiamo seriamente trasportare il G1 senza problemi e dall’altro possiamo levare la schiuma e usare il trolley per andare in vacanza. Epic. Win. Punto.

Concludiamo

Il G1 è un deciso passo nella direzione giusta. Ci sono ancora alcune cosucce che potrebbero migliorare a livello di build: l’interno secondo noi andrebbe pitturato di nero, l’alimentatore secondo noi potrebbe essere infilato dentro ad un case di questa dimensione. Sarebbe mica male poter inserire qualsiasi tipo di GPU in futuro (anche se comprendiamo perfettamente che la scelta di racchiudere la GTX1070 in una gabbia metallica abbia senso per la questione raffreddamento). Tutto sommato, se vogliamo una macchina preassemblata per giocare in FullHD e il design vi piace, siamo di fronte ad un prodotto vincente. Noi preferiremmo un design esterno più sobrio, ma qua entriamo nel campo dei gusti e non dei fatti obiettivi. Se cercate maggior controllo invece l’unica è assemblarvi il PC da soli ma non è certo una cosa alla portata di tutti. Un plauso ad Acer per quanto riguarda il cooling generale: dopo qualche misura abbiamo trovato il case generalmente fresco (22-24 gradi in una stanza a 20) con solo l’uscita della GPU che può raggiungere i 58-60 gradi. Anche la rumorosità non è eccessiva e va attribuita per la maggior parte alla scheda video.

 

 

The Good

  • Upgradeabilità
  • Dimensioni
  • Cooling

The Bad

  • Perché Acer non ci manda la versione 1080?
  • Design troppo aggressivo

Written by: Dave

Editor in Chief di Joypad, lo trovate anche sui social @MrPipistro

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