Silence è il nome di un mondo particolare, che fa da frontiera tra la vita e la morte. Noah e Renie, i protagonisti del gioco, si ritrovano loro malgrado in questo luogo onirico e il vostro compito sarà quello di aiutarli a ritrovare il cammino per la realtà. Il seguito di The Whispered World, avventura grafica del 2009, ci aveva impressionato alla Gamescom 2016 e è giunto infine il momento di scoprire se le nostre aspettative sono state soste soddisfatte da Daedalic!
L’inizio di una guerra spinge Noah e Renie, due fratellini orfani, a fuggire dalle esplosioni e a rifugiarsi in un bunker. Mentre le bombe continuano a piovere dal cielo, Noah cerca di occuparsi come può della piccola Renie: riesce a tranquillizzarla solo raccontandole l’avventura del clown triste Sadwick e del bruco Spot nel mondo di Silence. Un improvviso bombardamento, ben più violento del solito, scuote però il rifugio e fa scomparire Renie. Il ragazzo si dispera e cerca la sorellina fra le macerie del bunker, duramente toccato dall’ultimo attacco subito. Così facendo, apre un passaggio che lo porta a Silence, dove rapidamente incontra il tenero Spot e Kyra. Quest’ultima è una graziosa e grintosa guerriera a capo di un gruppo di resistenza di cui fanno parte anche i suoi compagni Sam e Janus; insieme, il manipolo di eroi cerca di rovesciare la malvagia Falsa Regina e di salvare il mondo di Silence dalla distruzione. Intanto che l’avventura si dipana, dei conflitti di scopi e vedute appaiono fra i due fratellini e i rivoluzionari: i primi cercano principalmente di trovare l’uscita da Silence, mentre i secondi mirano a riportare la vita nel loro mondo e a salvarlo dalla distruzione. Al contempo, Renie dimostra di essere ben più forte e temeraria di quel che può sembrare a prima vista e Noah lascia invece trasparire un carattere più debole e parecchia insicurezza.
Silence è una fiaba moderna, che parla dell’avventura iniziatica dei due fratelli e che non esita a trattare tematiche complicate alternando con grande efficacia delicatezza, humor, immagini simboliche e un tono malinconico. La storia in quanto tale non offre forse particolari colpi di scena, dato che riuscirete quasi sempre a intuire il seguito delle vicende con più o meno grande anticipo. Ciononostante, la narrazione è scorrevole e vi lascerete trasportare facilmente nel mondo di Silence, soprattutto grazie alle interazioni con i personaggi che incontrerete, tutti caratterizzati splendidamente e molto carismatici. Peccato però che Kyra, Sam, Janus e altri ancora siano un po’ accantonati verso la fine della storia e vi dispiacerà di non sapere per davvero quale sia il loro destino.
Misteri e enigmi silenti
Silence è un’avventura grafica in tre dimensioni, nella quale dovete principalmente muovervi con la levetta sinistra del joypad e utilizzare un bottone per interagire con gli oggetti o per dialogare con gli altri personaggi. Ogni azione è contestuale: il gioco sceglie dunque per voi il tipo di interazione e l’oggetto raccolto da utilizzare, senza bisogno di dover consultare un inventario, di combinarne il contenuto o di dire come usare ciò che avete racimolato durante il viaggio. Una particolarità di Silence è data dalla capacità di Spot di cambiare forma: premendo il giusto tasto, il bruco può infatti appiattirsi, gonfiarsi come una palla, assumere il suo aspetto originale e addirittura assimilare sostanze che, per esempio, lo infiammano o gli permettono di volare. Questo dono è fondamentale per risolvere gli enigmi e gli sviluppatori ne hanno probabilmente abusato un po’, proponendovi più volte dei quesiti da risolvere nello stesso modo. La varietà delle meccaniche è comunque garantita: oltre alle interazioni appena descritte, vi sarà anche proposto di trovare la soluzione a qualche raro puzzle e di riuscire dei semplici mini giochi, come restare in equilibrio su un pallone o volare fra le nuvole.
Silence è abbastanza facile e difficilmente resterete bloccati a lungo per via di un enigma troppo complesso. Questa semplicità è legata all’approccio un po’ dirigista dato dalle azioni contestuali e alla mancanza di un inventario in cui combinare i vostri oggetti. Inoltre, un oggetto raccolto è solitamente usato nella stessa scena in cui l’avete trovato o comunque poco distante. Per allungare un’esperienza di gioco che dura tra le sei e le otto ore, vale la pena evitare di dare un’occhiata agli aiuti o, ancora meglio, disattivarli nelle opzioni.
Un mondo da fiaba
Silence è un gioiello dal punto di vista grafico: i personaggi e le loro espressioni sembrano quelli di un film della Disney, le animazioni sono estremamente curate e i fondali sono dettagliati all’inverosimile. Le scene sono così belle che a volte rimpiangerete di doverle attraversare troppo rapidamente per via di alcuni enigmi troppo semplici. La ricchezza di dettagli è ancor più sorprendente se pensate che i creatori sono passati dalla rappresentazione in due dimensioni del primo The Whispered World a una in 3D per questo nuovo episodio. Alla Gamescom 2016 gli sviluppatori ci avevano spiegato il procedimento usato per ottenere un tale risultato: dapprima gli artisti hanno dipinto le scene, poi hanno costruito gli elementi tridimensionali e infine hanno corretto o ridipinto le immagini applicate ai modelli 3D.
Dal punto di vista sonoro, la recitazione in inglese (o in tedesco o in polacco, se preferite) è piuttosto buona e convincente. Le musiche passano dal molto ben fatto all’eccelso e ricorderete a lungo un paio di scene, orchestrate magnificamente.
Un’avventura piacevole
Senza troppi giri di parole, diciamo subito che Silence ci è piaciuto per davvero. Il mondo creato dagli sviluppatori tedeschi è magnifico e i personaggi sono accattivanti. Fra questi, una menzione speciale va a Renie: se nei videogiochi i bambini sono spesso pedanti, in Silence la giovane eroina è simpatica, dolce, temeraria e capace di attirare quasi subito le vostre simpatie. L’ottima caratterizzazione dei personaggi è fondamentale per farvi immergere in una storia fiabesca che è forse un po’ scontata, ma che è anche capace di trattare con un humor e sensibilità delle tematiche estremamente complesse, senza mai cadere in semplici moralismi e nella banalità. Purtroppo, Silence è afflitto anche da qualche difetto, che non intacca comunque l’esperienza globale di gioco: per esempio, alcuni comprimari vengono lasciati in disparte di colpo, la difficoltà generale tende a essere troppo bassa, l’avventura è un po’ corta e la storia è a tratti un po’ frammentata.
Vi domandate dunque se vale la pena giocare a Silence? La risposta è di certo affermativa – ancor più se siete neofiti che vogliono scoprire il genere! -, con una riserva: gli appassionati di avventure grafiche che si sono fatti le ossa con i mastodonti di 20-25 anni fa potrebbero essere delusi dalla semplicità degli enigmi e dalla vicenda un po’ corta!
The Good
- Splendido dal punto di vista estetico
- Tutti i personaggi sono carismatici e ben pensati
- La storia narrata con sensibilità
The Bad
- Semplicità degli enigmi
- Un po’ corto
- Alcuni personaggi dimenticati alla fine della storia