Sony LinkBuds

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Sony LinkBuds

Ve le ricordate le Sony WF-1000XM4? Le avevamo giudicate eccellenti nella nostra recensione dell’anno scorso. Forse un po’ grossine ma tra qualità sonora, autonomia e cancellazione del rumore non abbiamo niente di meglio in redazione. Tanto che, a distanza di mesi, sono ancora le mie daily driver.

Ora però Sony ha deciso di cambiare le carte in tavola con le LinkBuds in cui le priorità sono decisamente diverse. Scelta vincente?

Forme sinuose

LinkBuds sono diverse. Non cercano di ridurre i rumori ambientali, li invitano ad un sontuoso pranzo di Natale. Al posto di inserti in gomma che tentano di chiudere il più possibile i nostri canali auditivi, impiegando la forma classica di tutte le earbuds, sono assai differenti. Le due earbuds sono composte da due parti: quella che contiene batteria, radio e sensori e quella con i diffusori acustici. Quest’ultima parte ha un bel buco in mezzo per riprodurre l’effetto delle cuffie open back. Sony lo chiama un design ad anello aperto e l’idea è quella di sposare la praticità e dimensioni ridotte di una earbud con la trasparenza e l’apertura ad altri suoni di cuffie aperte. In pratica, suono e suoni ambientali coesistono. LinkBuds fanno ciò in un design a pallini dalle dimensioni e peso davvero contenuti, circa 4.1 grammi l’una. Sono dotate di due altoparlanti in magneti al neodimio con una risposta in frequenza da 20Hz a 20kHz mantenendo al contempo una classificazione IPX4, il che dovrebbe permettere loro di sopravvivere alla pioggia nel caso foste colti da un temporale improvviso mentre state facendo jogging. Sono dotate di batterie, una ciascuna earbud e una nel minuscolo (41,4 x 48,5 x 30,9 mm e 34 grammi) case. L’autonomia è di 5.5 ore in ascolto musicale e 11 se le ricarichiamo col case. Si collegano ad uno smartphone (o altro device) compatibile con Bluetooth 5.2 fino a 10 metri e supportano profili A2DP, AVRCP, HFP, HSP e i formati audio SBC e AAC. Esistono in due colori, bianche o grigie e vengono vendute con earbuds+case, un minuscolo (a sto punto lasciamo perdere) cavo USB Type-C e diversi adattatori in gomma. Questi ultimi sono fondamentali per garantire una buona aderenza alle orecchie e sono quindi disponibili in diverse taglie che dovrebbero potersi adattare a chiunque).

Il design del case è finalmente di nostro gradimento, visto che ora sta finalmente in quei taschini inutili dei jeans senza scavarci un buco nelle gambe. Le forme arrotondate poi lo rendono ancora più comodamente tascabile. Peccato che durante il processo di riduzione abbia perso la capacità di ricaricarsi wireless, potendo contare esclusivamente sulla porta Type-C integrata sul retro. Una volta aperto, premendo l’apposito tasto, troviamo le due buds fermamente fissate al case tramite un piccolo tab plastico. Ne apprezziamo l’eccentricità anche se la plastica delle LinkBuds non è perfettamente uniforme ma presenta dei puntini neri minuscoli sulla sua superfice, con un effetto plastica riciclata che può piacere alla natura ma di sicuro, da un punto di vista estetico, a noi non piace poi molto.

In camerino

Indossare le LinkBuds non è un affare immediato la prima volta. Dobbiamo per forza trovare una dimensione dei gommini di fissaggio che vada bene per noi. Troppo piccolo e non staranno al loro posto, troppo largo e non staranno al loro posto, con l’aggravante che le faranno aderire in modo errato rovinando l’ascolto. C’è voluto un po’ ma per finire ho optato per la taglia media. Detto questo, è capitato più volte di sentire una o l’altra cuffia (maggiormente la sinistra) cominciare a lasciare gradualmente la presa oppure addirittura vedersele cadere dalle orecchie. Nonostante i ripetuti test, insomma, il sistema di fissaggio non è ottimale e avrei qualche timore ad andarci a fare una corsa. Ho anche notato che, per qualche motivo che mi sfugge, dopo qualche ora l’orecchio sinistro cominciava a darmi fastidio, come se parte della LinkBuds toccasse sulla pelle in modo scomodo. Forse perché l’interno del padiglione auricolare delle persone non è sempre identico?

Sound & control

Iniziamo dal controllo, che è una delle parti più sfiziose. Come tutte le cuffiette di questo genere, anche LinkBuds si possono controllare con diversi tocchi (per altro customizzabili) sulla parte esterna. Tuttavia, Sony, forse in parte per evitare che le cuffiette cadessero inavvertitamente, ha inserito la funzione Sony Wide Area Tap. In pratica, possiamo usare gli stessi controlli a picchiettio anche sulla guancia e non solo sulle cuffie stesse. Possiamo disattivare tale funzione volendo ma abbiamo trovato che i controlli sono sufficiente precisi sebbene la gente vi guarderà male se vi vedrà interagire in questo modo con le cuffie, ma solo perché sono indietro con le ultime tecnologie, tranquilli.

La riproduzione sonora è contraddistinta da due fattori principali: la mancanza cronica di bassi (sì, anche quando le indossiamo correttamente, il che sarà forse il 75% dei casi) e la mancanza di isolazione acustica. Ora, per la mancanza di isolazione è ovvio, LinkBuds non vi isoleranno dal mondo attorno a voi per principio. Non c’è niente da fare, la cosa o vi piace o non vi piace. Ma per quanto riguarda i bassi, passare dalle WF-1000XM4 alle LinkBuds è un bel salto. LinkBuds suonano in modo piuttosto equilibrato nei medi e alti ma, come dicevamo, sono assai carenti di bassi. Si prestano bene all’ascolto di musiche acustiche in zone silenziose ma non alla musica da ggiovani mentre state viaggiando sul treno o un bus. Tuttavia, per come la vediamo noi, questo genere di prodotto è fatto per essere usato in movimento e non a casa, quindi perché una proposta simile?

Non ci siamo

Un plauso a Sony perché continua a proporre novità e nuove idee. In un mercato estremamente competitivo e vasto come quello delle earbuds non si vedono spesso idee diverse. Peccato che “diverso” non voglia per forza dire “migliore”. Apprezziamo che finalmente Sony se ne esca con un prodotto dal nome digeribile, apprezziamo la riduzione della taglia del case e l’uso di materiali riciclati (la confezione è tutta di carta ed è facilmente riciclabile!). Tuttavia, tra le WF-1000XM4 e le LinkBuds non abbiamo dubbi sul fatto che le prime siano obiettivamente un prodotto migliore. Certo, queste LinkBuds costano meno e se davvero volete un sistema per ascoltare la musica che permetta ai suoni ambientali di raggiungervi in ogni momento, faranno al caso vostro. Ma ci sembra un caso limite e con una differenza di prezzi tra le due che si sta sempre più assottigliando (239CHF per le WF-1000XM4 contro i 192CHF per le LinkBuds, prezzi digitec del 28.02.2022) la scelta, per noi, è presto fatta.

The Good

  • Taglia del case
  • Leggere

The Bad

  • Mancano i bassi
  • Difficili da indossare

Written by: Dave

Editor in Chief di Joypad, lo trovate anche sui social @MrPipistro

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