Star Wars: L’ascesa di Skywalker

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Star Wars: L’ascesa di Skywalker

Due anni fa mi sono trovato in una difficile situazione: parlarvi di Star Wars: Gli Ultimi Jedi restando calmo, imparziale e senza rovinare il film a nessuno. Non è stato facile. Ora, sul finire del 2019 devo fare la stessa cosa con Star Wars: L’ascesa di Skywalker.

E, ovviamente, è ancora una volta una bella camminata sulla lama del rasoio. Ancora più importante, visto che L’ascesa di Skywalker è il film che chiude la nuova trilogia…

Dualità

Episodio VIII ha lasciato parecchie cose in sospeso: con la morte di Luke Skywalker e l’attacco alla base su Crait ha lasciato la ribellione profondamente scossa. La perdita di Luke, appena ritrovato, è stato un duro colpo. Ma il colpo più duro è forse stato quello mentale tra Rey e Kylo Ren, separati dal loro allineamento nel campo della forza eppure stranamente attratti l’uno dall’altra. Episodio IX ha quindi il compito non solo di portare a termine l’arco narrativo ma anche di risolvere tutta una serie di questioni ed interrogativi rimasti in sospeso.

L’ascesa di Skywalker vede Rey e Kylo contrapposti, ancor più che in passato. La ragazza si addestra, aiutata dalla Leia, nelle vie della Forza. Kylo, divenuto oramai il Leader Supremo del Primo Ordine, è in cerca di sangue e vittoria. Ma nessuno dei due si rende conto di essere pedine in un gioco più grande, nell’infinita battaglia tra luce e oscurità, tra Jedi e Sith. Le convinzioni di Rey saranno abbastanza salde? E quelle di Kylo Ren?

Vie traverse

La storia de L’ascesa di Skywalker, che non vogliamo assolutamente spoilerarvi, è assai meno prevedibile di quanto mi aspettassi. Anzi, per essere sicuro di non rovinarmi la fine della nuova trilogia, non ho visto nessun trailer negli scorsi mesi e ho fatto carte false per essere invitato da Disney all’anteprima. Le mie strategie hanno funzionato: Episodio IX contiene rivelazioni che non mi aspettavo, sorprese e cambi di prospettiva. La cosa forse più emozionante è che per buona parte del film non riuscivo a capire dove saremmo andati a finire. Rey e Kylo danzano un balletto pericoloso, assoluti protagonisti del film, relegando Poe, Finn e gli altri a ruoli che non esiterei a definire quasi secondari. La sotto trama della ribellione è certamente spettacolare dal punto di vista dei combattimenti e dell’azione ma non è decisamente il fulcro del film. Poi, come ovvio, non abbiamo potuto non emozionarci dalla presenza nel film della compianta Carrie Fisher, sebbene per pochi ma significativi minuti di pellicola. Addirittura, ritornano personaggi ringiovaniti in computer grafica anche se, saggiamente, questa volta la loro presenza a schermo è stata ridotta in modo sostanziale.

Star Wars: L’Ascesa di Skywalker non è perfetto, ci sono alcune questioni che restano tragicamente irrisolte. Domande che, in tutta onestà, meritavano una risposta. Non voglio discuterle in dettaglio perché sarebbe uno spoiler colossale ma uscendo dalla sala non potrete che porvi gli stessi quesiti che mi pongo io ora in merito a una certa questione… riproduttiva. E non manca nemmeno una sana dose di fan service, anche se forse un po’ meno prepotente che in passato.

Questioni familiari

L’Ascesa di Skywalker è stata una sorpresa: per la trama che mi ha tenuto sulle spine, per il cast, perfino il titolo è stato scelto con cura per sviare i fan da cosa realmente questo film sia. Dovessi descriverlo con una parola, essa sarebbe “sorpresa”. JJ Abrams sembra assolutamente deciso a fare due cose: smarcarsi dalla prevedibilità di Episodio VII e correggere il più possibile quanto fatto da Rian Johnson con Episodio VIII. A parte qualche dettaglio non proprio minore, Star Wars: L’ascesa di Skywalker conclude degnamente e in modo definitivo la saga di Rey, Kylo, Finn e Poe, con tanto di chiusura del cerchio finale. Godibile, divertente e, lo ripeto, sorprendente. Da vedere!

Written by: Dave

Editor in Chief di Joypad, lo trovate anche sui social @MrPipistro

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