Sushi Striker: The way of Sushido

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Sushi Striker: The way of Sushido

Annunciato durante il direct dello scorso E3 2017 per Nintendo 3DS, Sushi Striker fin da subito è riuscito a catturare l’attenzione di molte persone, non solo per il nome molto particolare, ma per le sue dinamiche di gioco. Successivamente a marzo di quest’anno è arrivata la seconda notizia: sarebbe uscita anche la versione per l’ultima console della casa di Kyoto, ossia la Nintendo Switch. Sarà quest’ultima l’oggetto principale della nostra recensione.

Il sushi, ragione di vita

Che noi occidentali siamo sempre più attratti dalla cultura nipponica non è una novità. Infatti basta pensare a quanti ristoranti di sushi sono apparsi nel giro di pochi anni in tutta Europa, supermercati con kit per la preparazione, negozi specializzati per la vendita di nori e alghe kombu. Insomma tutto l’occorrente per assaporarsi quell’istante di filosofia giapponese comodamente alle nostre latitudini. Il sushi infatti si abbina in moltissime maniere, grazie al suo sapore delicato e le moltitudini di combinazioni di pesce, frutta e verdura all’interno dei roll o dei sashimi, questo piatto è un trionfo spettacolare per i nostri palati, tanto da diventare una ragione di vita per molte persone. È qui che nasce la storia di Sushi Striker: The way of Sushido, narra che per colpa del sushi sono scoppiate guerre e rivalità. Il terribile Impero ha soggiogato la Repubblica, bandendo per sempre questo piatto dalle tavole di tutti.

Il protagonista Musashi  (disponibile sia veste maschile che femminile), un giovane ragazzo abbandonato dai propri genitori durante la guerra del sushi, si ritrova in un orfanotrofio e cerca di aiutare i più piccoli al suo interno. Affamati, Musashi parte alla ricerca di un cibo commestibile nei paraggi, dove presto verrà preso di mira da un giovane rivale, perdendo tutto il cibo raccolto. Ad osservarlo c’è Franklin un ragazzo misterioso pronto a condividere il proprio segreto sul sushi, cercando di portare a termine da solo la sua missione: “rendere per sempre libero il sushi per tutti”. Musashi irritato, arrabbiato e affamato confessa tutto l’odio per il sushi, che ha causato il distacco durante la guerra con i suoi genitori, ma non abbastanza da non cedere nel provare un sushi fornito da Franklin e il suo spirito, dove presto si innamorerà e vorrà seguire le orme e il suo obiettivo del suo nuovo amico. Ma l’Impero è sempre in agguato e non passa molto che Franklin si mette nei guai e viene portato via dalle forze dell’ordine. Musashi, sentendosi in debito con lui e volendo a tutti i costi condividere la bontà del sushi con tutti quanti, si mette in viaggio seguendo le sue tracce, dove verrà presto assoldato da un antico spirito del sushi: Jinrai, che guiderà il giovane eroe in questo cammino fatto di piatti e cibo prelibato.

La via del Sushido:

Se la storia vi sembra abbastanza folle, il gamplay non è da meno. Già dal filmato introduttivo si percepisce la cura dei personaggi, dello stile grafico dai tratti tipicamente nipponici, con un’anime perfetto da attrarre un largo spettro di pubblico. Specialmente nelle animazioni si può percepire l’amore che si vuole trasmettere con questo prodotto, facendo portare un po’ di cultura giapponese sui nostri schermi. Ma torniamo al gioco. Durante l’avventura di Musashi, si affronteranno gradualmente dei livelli di una falsariga dei tipici puzzle game dove bisogna collegare almeno tre oggetti dello stesso tipo per creare delle catene. L’obiettivo sarà quindi di creare pile enormi di piatti dello stesso colore (creando la catena), facendo mangiare il cibo prelibato al nostro eroe, potendo successivamente attaccare (ossia lanciando i piatti) l’avversario che è di fronte a noi, abbassando fino al massimo la sua barra della vita. I piatti sono disposti su 3 rulli in movimento (quelli tipici da ristorante giapponese), dove si dovrà selezionare il primo piatto e tramite lo stick analogico sinistro, muoversi puntando ad un piatto dello stesso colore (non per forza dello stesso tipo di cibo) entro il limite di tempo (pochi secondi). Per mettere un po’ dinamicità al tutto vengono introdotte delle tecniche RPG, dove si avrà il potere degli spiriti del sushi (al massimo tre in battaglia), che forniranno dei potenziamenti all’eroe come: piatti dello stesso colore, scudo temporaneo, attacco elettrificato e molti altri ancora. Ogni spirito (e sono 100 in totale) hanno tutte abilità uniche e ad ogni battaglia acquisiranno esperienza migliorando l’abilità speciale e anche il cibo che apparirà sui rulli. Esiste anche una corsia centrale di questi “tapis roulant” dove però quest’ultima sarà in condivisione tra i due giocatori.

Un altro punto interessante è che anche Musashi otterrà esperienza e crescerà di livello, aumentando la propria salute e la potenza d’attacco. Inoltre è possibile abilitare altri interessanti “power up” tra cui: modificare l’andamento dei nastri tramite rotelle, assegnare un oggetto speciale passivo come per esempio che ti venga data un po’ di vita in caso che la salute si esaurisca e, ultimo ma non da meno, il piatto sushi preferito che fornirà un ulteriore bonus durante la battaglia come più tempo per la catena o più exp.

 

Controlli touch?

Come da premessa la versione che abbiamo testato è quella su Nintendo Switch e qui ci potrebbe essere il primo “gap”. Come descritto nelle prime righe di questo articolo, Sushi Striker era inizialmente concepito per essere distribuito sulla “vecchia” console portatile 3DS e infatti si può percepire fin da subito che l’utilizzo di una penna su un touch screen sarebbe stata la soluzione più performante di tutte. Questo perché in certi momenti il gamplay diventa molto veloce e la selezione del cibo iniziale diventa molto più veloce. Cosa che invece risulta alquanto imprecisa in certi momenti usando i comandi di un gamepad. Ovviamente si può usare il touch in modalità portatile, ma almeno che non abbiate un pennino capacitivo passivo, non riuscirete a trovare la precisione desiderata. Ma nulla è perduto, dopo un po’ di pratica e qualche combinazione andata male, si riuscirà presto ad ottenere una buona velocità e dimestichezza, anche se pur imprecisa in qualche istante, facendoci scordare quel “gap” iniziale. Per attivare gli spiriti del sushi invece basterà premere i pulsanti “freccia” presenti sul joycon sinistro, quando uno di questi avrà la barra piena.

 

Al Bosco Sacro:

Ad un certo momento del gioco, si accederà al Bosco Sacro. Un’area in cui potremmo migliorare le nostre abilità sul gioco, grazie alle sfide della casa dei rompicapi e un santuario per potenziare ulteriormente Musashi facendolo salire di grado, ottenendo nuove rotelle (per il controllo dei nastri) e aggevolare maggiormente l’ottenimento di un nuovo spirito durante le battaglie (dove si avrà una possibilità di apparizione quando si effettuerà una buona partita contro gli aversari). Infine è presente la modalità multiplayer che aggiungerà, alla modalità single player, quell’aggiunta in più necessaria per sfidare amici e/o altri utenti.

 

Conclusione:

Sushi Striker ha un comparto tecnico impressionante, talmente alto da emozionarti in determinati momenti. L’aspetto grafico e audio è veramente curato in modo maniacale, tanto da caratterizzare tutti i personaggi in modo eccezionale. Anche se ogni tanto potrebbe diventare ripetitivo, gli sviluppatori sono riusciti a dare un giusto ritmo nell’introdurre novità su novità durante l’intera avventura. Senza contare le spettacolari cut-scene di fine capitolo, dove si verrà appagati pienamente da delle animazioni curate e doppiate perfettamente (in inglese). Che dire, Nintendo e Inzie Zero hanno fatto proprio centro con questo titolo, che permette di aggiudicarsi un posto in alto alle classifiche nonostante sia un titolo che non offre gli stessi contenuti di un classico Mario o Zelda. Per concludere, la traduzione in italiano è curata perfettamente (i testi) e permette di apprezzare tutta la storia e quello che ci circonda. Insomma un titolo perfetto per questa estate.

 

The Good

  • Animazioni spettacolari
  • Storia travolgente
  • Puzzle game innovativo

The Bad

  • Imprecisione sui controlli non touch
5.5

Written by: Neme

Ingegnere informatico e diplomato in Digital Graphic Computer Animation, sono un grande appassionato di retrogame. Nel mio tempo libero, anche se sembra una barzelletta, mi piace sviluppare videogiochi con amici e ricercare qualche perla antica da aggiungere al mio museo videoludico personale.

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