Xenoblade Chronicles X: Definitive Edition

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Nei primi momenti di gioco, è difficile non sentirsi sopraffatti dal mondo di Xenoblade Chronicles X. Anche a ben dieci anni dalla sua uscita iniziale su Nintendo Wii U, il JRPG targato Monolith Soft è ancora molto ambizioso e scende a pochi compromessi per l’hardware su cui gira. Si può esplorare letteralmente ovunque e qualsiasi cosa visibile sulla mappa, ambientata nel vasto e stupendo pianeta Mira. Di per sé, si tratta di un mondo openworld che all’”epoca”, prima del rivoluzionario Breath of the Wild e di tutti gli openworld simili che hanno (da li in poi) invaso il mercato, si poteva considerare un mezzo miracolo se si pensa che questo gioco è stato sviluppato su Nintendo Wii U. Pur non essendo lo Xenoblade più memorabile per quanto concerne la narrativa, l’esplorazione e il gameplay raggiungeva livelli molto alti…comparti che sono stati mantenuti in questa versione “definitiva”, la quale migliora alcuni ambiti del gameplay, in particolar modo il combat system, sistemando quei difetti che a suo tempo avevamo sollevato nella nostra prima recensione.

Nonostante i risultati visivi e meccanici di questo spin off della famosa serie Xenoblade, era purtroppo destinato all’oscurità per via della piattaforma su cui girava inizialmente. Uno dei fallimenti di Nintendo prima dell’avvento di Nintendo Switch nel 2017, per essere brevi. Una sorta di canto del cigno per un sistema che ottenne pochissimo successo (kaum 20k console) che è stato giocato solo da pochissimi giocatori (meno di un milione). Ora, con la versione per Nintendo Switch, gli viene data un’altra possibilità con una Definitive Edition che migliora la grafica, semplifica la meccanica e lo rende un pacchetto molto più appetibile per chiunque abbia giocato e apprezzato altri giochi della serie.

Xenoblade Chronicles “Wilds”

In sostanza, Xenoblade Chronicles X è un gioco particolarmente lento se comparato ai capitoli 1, 2 e 3, in quanto ad impostazione simil MMORPG. In effetti, il gioco prende letteralmente il volo non appena si completa il capitolo 4 e si ottiene il proprio Skell, una sorta Gundam/Evangelion con cui è possibile esplorare facilmente il mondo di gioco godendosi ore di volo molto gratificanti e anche assai divertenti. La quantità di attività da svolgere e il diagramma sociale fra tutti gli NPC racconta numerose narrative parallele alla campagna principale, le quali approfondiscono ogni sfaccettatura degli abitanti di Mira nonché degli ultimi sopravvissuti del pianeta terra. Anche se ci vuole un po’ di tempo per innamorarsi dei suoi personaggi e conquistare il suo mondo aperto, il risultato finale è sorprendente. Già dopo aver trascorso dozzine di ore, ottenuto lo Skell e ampliato i residenti di New Los Angeles, Xenoblade Chornicles X sboccia inaspettatamente incollando il giocatore fino all’ultimo capitolo della trama. Seppur l’impostazione narrativa di Xenoblade Chronicles X è incredibilmente semplice, la stessa è d’impatto soprattutto negli ultimi momenti di gioco. La trama debutta con la Terra che, trovandosi nel mezzo di una gigantesca guerra tra due razze aliene, viene letteralmente annientata facendola letteralmente saltare per aria, distruggendo di conseguenza il pianeta e spazzando via la maggior parte della razza umana nel processo. Grazie alla creazione di archi colossali costruiti per ospitare milioni di vite umane e secoli di conoscenza, alcune anime fortunate riescono a trovare rifugio tra le stelle, atterrando poi sul pianeta Mira: luogo splendido, ma ostile. Dopo una manciata di filmati, viene data l’opportunità di creare un alter ego à la MMO per esplorare la il mondo di gioco. Esplorazione, chiave del gameplay targato Monolith, coadiuvato da una direzione artistica di altissimo livello e un “map design” districato su livelli orizzontali e verticali. La narrazione, tuttavia, è molto meno diretta rispetto ad altri titoli Xenoblade, essendo un titolo per così dire più sperimentale.

Un sistema di combattimento leggermente rivisto con tante classi di combattimento…

Il sistema di combattimento è simile ad altri giochi della serie, anche se con un approccio più simile a un MMO con diverse classi tra cui passare, abilità da equipaggiare e “arti” (tecniche) da eseguire, che possono essere concatenate per eseguire combo. In confronto alla versione base, sono state inseriti degli accorgimenti, coma la possibilità di eseguire subito una mossa se la barra verde in a basso a destra è sufficientemente carica. Ciò rende l’azione più fluida e permette di eseguire una tecnica “richiesta” dal compagno non giocante durante il combattimento, generando effetti benefici come la guarigione. In effetti, nelle classi proposte e nel sistema di combattimento alla base di Xenoblade Chronicles X manca il cosiddetto healer, pur essendoci delle classi e tecniche predisposte alla cura…ma che chiaramente non rientrano appieno ruolo appena citato (niente classi à la Whitemage di FF XIV o Priest/Druid in WoW). Di primo acchito il sistema di combattimento sembra assai caotico, fino a quando non si comprendono meglio le meccaniche. Vale la pena cimentarsi bene nelle prime ore di gioco per comprendere le basi, questione che per alcuni potrebbe risultare tediosa…seppur appagante dopo le prime 5-6 ore di gioco e decisamente più immersiva se confrontata al capitolo base grazie a qualque accorgimento aportato da Monolith Soft. Per aumentare le varietà di combo e lo stile di combattimento, abbiamo cambiato spesso i personaggi che ci accompagnavano nell’avventura (fino ad un massimo di 3 NPC). Intercambiare i compagni ora è pure più semplice, avvenendo nel menù di gioco e non più costringendo il giocatore a rientrare a New Los Angeles (NLA).

… ma anche con classi di esplorazione

L’esplorazione di Mira è coadiuvata dalle cosiddette sonde, ovvero si tratta nel cercare e reclamare punti chiave sulla mappa in nome dell’umanità. Questi punti vengono poi occupati da sonde che possono fornire risorse preziose, ottenere informazioni aggiuntive o aumentare la quantità di materiali necessari per completare le numerose missioni secondarie e migliorare il diagramma di intesa di tutti i personaggi non giocanti di una certa importanza. Trovare questi punti è un esercizio piacevole di per sé, che spinge il giocatore ad addentrarsi in ogni centimetro della mappa. In effetti, la narrazione è stata concepita per raramente fornisce un motivo di abbandonare il sentiero battuto. Collegare le sonde può fornire bonus, sbloccare nuove missioni e dare un’idea concreta di quanto sia esteso il pianeta Mira. Ad ogni modo, oltre alla classe di combattimento vi sono quelle che definiamo le classi di “esplorazione”, ovvero scegliere una divisione di appartenenza che definiranno l’importanza di alcune missioni piuttosto che altre. Vi sarà quindi colui incaricato a piazzare le sonde (Pathfinder) o colui che si occuperà a mantenere l’ordine pubblico a NLA (Mediator). Dai ricercatori di botanica e di nuove specie (Curators) ai ricercatori di pezzi dell’astronave persi durante l’impatto sul pianeta Mira (Reclaimers). Oppure seguire la strada della passione di ricerca di minerali (Prospectors) alla caccia di mostri che minacciano l’esistenza dell’umanità su mira (Harriers). Beninteso, la scelta della divisione può essere cambiata in ogni momento, influenzando i parametri o i punti che si andranno a raccogliere per ogni categoria.

Summa summarum, come già indicato nel gioco base Xenoblade Chronicles X ha un sistema di combattimento meraviglioso e uno dei mondi aperti più grandi che siano mai stati creati da Monolith Soft, composto da un cast di personaggi ben caratterizzati che si aggiungono ai contenuti già di per sé di ottima fattura. Pur la narrazione inferiore rispetto ai capitoli originali, la caratterizzazione dei personagi è comunque di buon livello e l’aggiunta di un nuovo finale fa sì che questo “spin-off” si avvicini molto ai capitoli più conosciuti. Il nostro alter ego protagonista silenzioso dà un so ché di Zeldiano che scandisce la trama in maniera semplice ma assai d’impatto, permettendo di conoscere meglio tutti i compagni che accompagneranno il giocatore nel corso della sua esplorazione.

La struttura simil MMO di Xenoblade Chronicles X impiega però sempre un certo numero di ore per ingranare che alcuni giocatori impazienti potrebbero abbandonarlo quasi subito senza scoprirne, purtroppo, il vero potenziale. Oppure vi sono, come il sottoscritto, giocatori che prima ancora di ottenere lo skell investono almeno 40 ore nelle missioni secondarie sviluppando un fittissimo diagramma d’intesa, ottenendo, al col tempo, maggiori alleati da impiegare nel gruppo di combattimento. Esplorare Mira a piedi rende il tutto magico nelle prime decine di ore di gioco ma, chiaramente, avere uno skell facilita di molto l’esplorazione permettendo di attraversare l’immensa mappa di gioco assai velocemente. Sia come sia, utilizzare lo Skell rende l’esplorazione assai divertente e appagante.

Concludendo, Xenoblade Chronicles X: Definitive Edition, vede ancora una volta il proprio avatar, Lin e Elma impegnati a salvare i superstiti del pianeta terra e sopravvivere in un pianeta selvaggio e occupato da coloni alieni aggressivi. Le migliorie grafiche, ovvero texture in alta definizione con rielaborazione del character design, un framerate decisamente più stabile, un combat system più fluido e immersivo, molte quality of life (QoL) nel menù di gioco nonché un finale inedito rendono questa versione veramente l’edizione definitiva. Quest’ultima completa la collezione Xenoblade in una sola console (Nintendo Switch), proponendo ai giocatori un capitolo spin off che, grazie alle modifiche apportate, raggiunge (se non eguagliare) il livello qualitativo dei capitoli principali. Il comparto artistico di Monolith Soft, unito alle musiche di Sawano (rinomato compositore di opere come Solo Leveling, Seraph to the End, Attack on Titan e molto altro) rendono Xenoblade Chronicles X: Definitive Edition un titolo imperdibile nella propria collezione su Nintendo Switch.

The Good

  • Era ed è un openworld stroardinario sotto molti punti di vista (direzione artistica)
  • Sistema di combattimento ora più immersivo e appagante
  • Tante classi e compiti fra cui scegliere
  • Le musiche di Sawano sono sempre una garanzia di qualità della colonna sonora
  • Gli Skell.

The Bad

  • Componente multigiocatore risicata in contrasto con lo stile MMO del gameplay
  • a tratti, soprattutto all'inizio, tedioso e dispersivo
  • Si sente la mancanza del "paddone" (Wii U Gamepad)
5.5

Written by: Pusti

Avvocato, sportivo e gaymer. Tra le varie passioni e attività, quella relativa ai videogiochi e al divertimento ludico da tavolo (boardgame) è intramontabile. Fedele al marchio Nintendo, giocatore su PC e amante del VR senza fili (Oculus Quest), Pusti è uno degli storici redattori di Joypad.ch

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