Sono passati quasi un paio d’anni dall’ultimo Assassin’s Creed, Odyssey. Un gioco che aveva portato avanti la conversione, iniziata con Origins, della serie verso un’anima più role play. Valhalla è il terzo step in quella che è una chiara volontà da parte di Ubisoft di liberarsi dei limiti imposti da anni di sequel sempre uguali ed evolvere una delle sue IP più famose e redditizie.
Assassin’s Creed Valhalla continua questo processo, correggendo però alcune criticità degli ultimi due capitoli, in particolare per quanto riguarda quella che è l’anima del gioco: il fatto di essere assassini. Non perdetevi la nostra anteprima video in fondo all’articolo!
Tre ore in compagnia di Eivor
Il protagonista di Assassin’s Creed Valhalla è Eivor (potremo scegliere sia maschio che femmina), un giovane vichingo norvegese che ha lasciato le coste della sua terra natia per andare a cercare fortuna nei terreni sud della Gran Bretagna del nono secolo dopo Cristo. Giunto a destinazione fonda un nuovo insediamento ma ben presto sarà invischiato nelle faccende geopolitiche della sua nuova terra d’adozione. A questo punto non sappiamo come Eivor sia stato coinvolto nelle vicende della demo a cui abbiamo giocato ma quello che sappiamo è che ad un certo punto entrerà in contatto con la fratellanza degli assassini, ottenendo da loro una lama celata. Ma si tratta di informazioni ancora un po’ frammentarie che andremo a scoprire nella versione definitiva del gioco e decisamente non l’oggetto della nostra anteprima.
Da un punto di vista pratico, la nostra demo era ambientata nella zona della East Anglia, solo una minima parte del mondo di gioco al quale potremo accedere all’uscita. A nostra disposizione una missione della storia principale, un paio di raid, tre zone di sincronizzazione dell’Animus, un paio di combattimenti in arena, alcuni puzzle ambientali, zone da conquistare, segreti da scoprire, minigiochi sciocchi (quali gare di bevute e sfide a insulti). Attività che abbiamo portato a termine quasi interamente nelle tre ore messeci a disposizione da Ubisoft che però ci hanno dato una buona visione d’insieme sull’offerta del gioco finale.
Novità!
La nostra partita si è aperta con una missione della campagna principale in cui dobbiamo assicurarci che un certo Rued non diventi il re della East Anglia. Eivor e il suo compagno Finnr hanno però un problema: sono decisamente a corto di combattenti in grado di assaltare la fortezza di Rued e liberare Oswald, il giovane selezionato da Finnr come sovrano della zona (non conosciamo però le circostanze che hanno portato a questa situazione, visto che la quest “A Fury from the Sea” della demo non è ambientata a inizio gioco). La partita si apre quindi coi due uomini a cavallo, in un’ambientazione che ricorda molto da vicino quelle di The Witcher 3. Ben presto saremo introdotti al nuovo sistema di combattimento e di gestione della vita. Il combattimento in Valhalla è basato sul concetto di armi ad una o due mani e su attacchi deboli o pesanti. Eivor è dotato di due slot, uno per mano, nei quali possiamo scegliere cosa usare. Abbiamo affrontato il primo combattimento contro un paio di nemici armati di un’ascia a una mano e uno scudo, ottenendo uno stile forse non eccessivamente efficace ma sicuramente ben bilanciato, potendo alternare colpi rapidi o pesanti e parando gli attacchi nemici con lo scudo. Volendo però possiamo scegliere di usare due asce, una per mano, e cambiare l’uso della mano al volo tenendo premuto il tasto A sul controller di Xbox One.
La cosa funziona anche con lo scudo, useremo quello come arma anche se, come potete facilmente immaginare, non porterà ad attacchi particolarmente devastanti. Possiamo però abbandonare ogni cautela e usare armi a due mani: più lente, più pesanti ma dal potenziale offensivo nettamente più elevato. Il giocatore ha libera scelta su quale approccio preferisce e ci siamo ben presto ritrovati a preferire la combo ascia e scudo piuttosto che armi a due mani che ci lasciano davvero troppo esposti. Bene inteso c’è un tasto dedicato alla schivata e abbiamo anche altre armi come diversi tipi di arco ma questi ultimi non sono stati facili da usare per via del sistema usato da Ubisoft per questa anteprima, che lasciava filtrare un po’ di input lag. Mirare precisamente quando i comandi non sono perfettamente allineati coi nostri movimenti è complesso ma non sarà un problema del gioco finale, di questo siamo certi. Un’altra novità di Valhalla è la gestione della vita del protagonista. Essa non si ricarica più automaticamente nel tempo ma dovremo consumare del cibo, che potremo raccogliere sia da cespugli che dentro casse loot e addirittura procacciandoci del cibo, ad esempio pescando dalle rive dei corsi d’acqua. Non è certo una novità sconvolgente per i videogiochi ma è un’aggiunta interessante per la serie che, storicamente, non ha mai proposto una meccanica simile.
Per finire, la gestione delle nostre abilità in gioco è stata espansa notevolmente. Aprendo il menu di gioco troveremo pagine dedicate ad Abilità, Skill, Inventario, Mappa e Quest. Le ultime due si spiegano da sole e non è necessario descriverle. Nelle Abilità troveremo vari poteri da sbloccare trovando i Books of Knowledge (libri del sapere) alla fine di raid o in luoghi segreti. Le abilità sono divise tra a distanza (ranged) e a contatto (melee): mosse speciali che potremo assegnare ai tasti A, B, X e Y del controller Xbox One (e corrispettivi su PlayStation 4) estremamente utili in combattimento. Non è una novità visto che tale meccanica è già stata introdotta dalla serie in passato ma è uno dei sistemi scelti da Ubisoft per personalizzare l’esperienza. Usare le mosse speciali però richiede una certa dose di adrenalina che dovremo ricaricare in combattimento, quindi non sarà possibile farci strada a calcioni e lanciando accette come se non ci fosse un domani. È però nella sezione skills che troveremo la maggior parte delle opzioni di personalizzazione. Valhalla propone un sistema di migliorie ad albero basato su tre categorie principali che corrispondono grosso modo ad abilità di Assassino, Guerriero e Cacciatore. Ognuno di questi rami è caratterizzato da abilità principali ed altre secondarie, spesso passive, che vanno sbloccate in sequenza fino ad alcuni punti di svolta in cui potremo favorire un aspetto piuttosto che un altro. Ad esempio, nel ramo del Guerriero uno dei punti principali è l’aumento degli slot dell’adrenalina che permetteranno di migliorare le nostre abilità di attacco a corpo a corpo che aprirà la strada a potenziare il bonus d’armatura negli attacchi ravvicinati che aprirà tre nuovi percorsi, tra cui, per esempio, la miglioria nell’abilità di lancio delle asce danesi. Il grado di customizzazione è piuttosto elevato e ci sarà davvero la possibilità di sviluppare le abilità di Eivor seguendo le nostre preferenze di combattimento. Abbiamo favorito la abilità da guerriero nella demo ma avremmo potuto orientarci molto di più su stealth e assassinii…
Assassin’s Creed rimane Assassin’s Creed
Nonostante tutti i cambiamenti e le modifiche, Valhalla rimane profondamente un Assassin’s Creed della nuova generazione. Ritroveremo elementi molto familiari come l’open world, le missioni principali e secondarie, i segreti, l’uso dell’aquila per dare un’occhiata a distanza di sicurezza al territorio nemico (solo che questa volta è un corvo!). Valhalla, come dicevamo in apertura, porta piuttosto avanti la conversione della serie da gioco d’azione avventura ad action-RPG, approfondendo gli aspetti ruolistici. La scelta dell’ambientazione è interessante, il periodo storico in cui è ambientato il gioco è sicuramente affascinante e lo scontro tra due culture, quella anglosassone e quella nordica, è sicuramente foriero di situazioni intriganti. Da un punto di vista squisitamente tecnico è dura dare per noi un verdetto avendoci giocato solo in remote play. Graficamente parlando siamo a cavallo di due generazioni, senza sorpresa. Il mondo è grande, zeppo di dettagli e propone un suggestivo sistema di ciclo giorno/notte. Ci sono anche diversi effetti grafici come il depth of field ed illuminazione dinamica e al contempo i riflessi sono ancora fatti usando degli screen space reflection e cube maps, niente raytracing (per altro impossibile su PS4 e Xbox One). Dovendo sbilanciarci, diremmo che questo Assassin’s Creed Valhalla sarà sicuramente più bello su PC e next gen ma non offrirà un cambio epocale nella presentazione grafica. Sarà compito di un futuro titolo offrire un reale cambio generazionale.
Per ora, possiamo dire che Valhalla è un degno successore di Origins e Odyssey e che saprà soddisfare le aspettative di tutti coloro che hanno amato il nuovo corso della serie. Non possiamo, per ovvie ragioni, dare un giudizio finale ma siamo decisamente intrigati da questa nuova opera di Ubisoft.