Dying Light 2 in una demo hands off all’E3

Dying Light è un gioco che, al suo tempo, è stato in grado di sorprenderci. Con il suo approccio al genere zombie che miscela parkour, sandbox e una campagna piuttosto variegata Techland ha saputo proporre un gioco divertente e stimolante, specialmente se giocato in cooperativa.

Il supporto post lancio poi è stato qualcosa di davvero encomiabile, con aggiornamenti gratuiti frequenti e un enorme DLC. Ora, a qualche anno di distanza, finalmente abbiamo dato uno sguardo più da vicino a Dying Light 2 e sembra proprio che Techland abbia deciso di spingere le cose ancora più in là.

 

Questo nuovo Dying Light è ambientato in una cittadina europea fittizia qualche anno dopo gli eventi del primo gioco. Per questo motivo non ci saranno collegamenti a trama o personaggi passati ma solo qualche cenno per i fan stando a Tymon Smektala, lead designer del gioco che ci ha accompagnati durante la demo hands off nello stand dello sviluppatore polacco. La demo a cui abbiamo potuto assistere era una versione estesa del video mostrato durante la conferenza Xbox ma decisamente più approfondito e, specialmente, giocato direttamente da uno sviluppatore. Abbiamo iniziato dando uno sguardo al sistema di parkour, tratto distintivo della serie. La città offre innumerevoli possibilità per muoversi rapidamente e praticamente ogni elemento visibile può essere scalato ed usato per attraversare gli ambienti stando al riparo dagli zombie. In effetti, durante il giorno gli esseri non sono particolarmente pericolosi, il vero pericolo sono gli umani. Ed infatti ci imbattiamo quasi subito in un gruppo di persone armate fino ai denti che decidiamo di evitare infilandoci in un edificio. Nel mondo di Dying Light i mostri più pericolosi si nascondono all’interno in attesa della notte, momento in cui sono più attivi e specialmente più affamati. Per evitare la pattuglia armata l’unica soluzione è entrare in un edificio pieno di zombie. Il rischio è calcolato perché se riusciamo a raggiungere il piano superiore senza svegliare i nemici, evitando di puntare loro la luce in faccia o di far rumore, riusciremo ad accedere ai tetti, evitando uno scontro potenzialmente mortale.

Il sistema di parkour ci è sembrato piuttosto versatile perché lo sviluppatore di Techland ha potuto arrampicarsi su una libreria, saltare su un lampadario e precipitarsi fuori da una finestra mentre il caos si scatenava all’interno in seguito alla caduta rovinosa del lampadario. Il tutto senza che gli elementi scalabili fossero evidenziati in modo particolare, come a sottolineare che non c’è bisogno visto che possiamo interagire con qualsiasi elemento di gioco. Una volta sul tetto, ci spostiamo verso l’alto, scalando sempre di più in cerca di una torre idrica. Usando il binocolo sugli edifici circostanti individuiamo facilmente l’obiettivo: non è molto lontano ma sicuramente non di facile accceso. Il parkour è una componente profondamente radicata nel DNA di Dying Light e la scalata verso la torre idrica è stata la riconferma di queste meccaniche. Tra corse lungo i muri, salti calcolati, arrampicate e una barra della stamina in costante diminuzione, è evidente come questa meccanica torni ad essere uno dei punti focali della produzione di Techland. La via verso la cima della torre idrica miscela elementi che già conosciamo con altri nuovi, in particolar modo perché acrobazie e movimenti sono stati ampliati rispetto al primo gioco. Ma per ora il tutto non è affatto facile da gestire dal momento che persino lo sviluppatore ha sudato freddo preparandosi ad un salto piuttosto spettacolare, lasciando la sicurezza della torre per una sorta di ascensore penzolante dalla cima della torre. Una volta finalmente giunti in cima, incontriamo due personaggi. È un momento di svolta, non solo per noi ma per la città intera.

Possiamo scegliere se uccidere i due e dare l’accesso alla torre idrica ad una delle fazioni cittadine oppure se accordarci con loro. Se decidiamo per la fazione, succederanno diverse cose. Innanzi tutto, dal momento che si tratta di una fazione para militare fissata con l’ordine e il rispetto delle regole, l’accesso all’acqua sarà strettamente regolamentato. Accesso gratuito ma solamente sottomettendosi alle leggi instaurate. Attorno alla torre idrica si svilupperanno velocemente insediamenti e attività umane e la presenza di zombie sarà drasticamente ridotta grazie alle frequenti battute di pulizia delle forze armate. Però le nostre attività saranno in qualche modo limitate e saremo soggetti all’autorità costituita: maggiore sicurezza significa in questo caso minore libertà. Ma possiamo anche scegliere di accordarci coi due uomini in cima alla torre e approfittare dello stato di bisogno degli altri abitanti della città. L’acqua sarà venduta al miglior offerente e ci sarà un netto aumento di criminalità attorno alla torre idrica. Gli ambienti non saranno né più sicuri ne godranno di una manutenzione migliore ma a nessuno importerà se lasciamo qualche cadavere per le strade e in più guadagneremo qualche soldo extra. Stando a Smektala, la scelta alla torre idrica è solo una delle tante scelte che saremo chiamati a fare e che avranno un impatto importante non solo sulla storia ma anche sulla composizione della città, del suo stato e delle risorse disponibili.

Una meccanica del genere è sicuramente intrigante ma, essendo Dying Light un titolo fortemente incentrato sulla co-op, ci siamo chiesti come queste scelte siano condivise tra i giocatori. Gli sviluppatori hanno rivelato che le scelte che facciamo saranno salvate per l’host della partita. Questo significa che ogni decisione presa dall’host sarà valida per la sua versione della città mentre gli XP e le risorse saranno condivise da tutti i giocatori. Questo significa però che potremo visitare altre versioni della città, basate su altre scelte compiute dai nostri amici. Non sarà necessario allora ricominciare il gioco per fare scelte diverse, basterà visitare la città degli altri.

Dying Light 2 è un gioco che non si accontenta di riproporre lo stesso identico gameplay del primo gioco ma che cerca di cambiare le carte in tavola. Sicuramente molto è stato fatto a livello della trama, giudicata dai più un po’ moscia in Dying Light 1. Resta solo da scoprire se questi cambiamenti, sia a livello di gameplay che di storytelling, otterranno il favore dei fan.

 

Written by: Dave

Editor in Chief di Joypad, lo trovate anche sui social @MrPipistro

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