Cos’è una Gamescom senza un Call of Duty annuale ? Anche « un non appassionato » come il sottoscritto ne sentirebbe la mancanza, Activision ha ormai abituato i suoi utenti nel rilasciare annualmente il solito sparatutto in prima persona più giocato e famoso dell’era post duemila. Siamo stati quindi invitati a testare questo terzo capitolo appartenente alla cerchia « Black Ops », tra i più apprezzati inoltre della serie, e nella fattispecie abbiamo testato solo le varie modalità presenti nel comparto multiplayer. Tuttavia prima di cominciare la partita è d’obbligo scegliere la propria specializzazione, novità che offre molteplici ruoli all’interno della squadra. Il tutto quindi sembrerebbe essere stato reso più vario grazia a una maggiore personalizzazione del personaggio e della classe di appartenenza in questione.
Ma affrontiamo passo per passo quello che accade nel Deathmatch…o meglio esprimiamolo in un solo concetto : frenetico e veloce. Sì, perché Call of Duty Black Ops III, oltre a girare a 60 frame stabili, è schifosamente veloce e pressocché difficile riuscire ad avere sotto controllo la situazione degli avversari presenti nella mappa. Detto da videogiocatore completamente all’esterno del brand in questione, ammetto di esserne rimasto inizialmente scosso. Tuttavia è innegabile la cura investita al fine di donare un’azione fluida, varia e quantomeno realistica. Tra le varie novità nel’ambito di gameplay troviamo inoltre l’arrampicata sulle pareti, il doppio salto e le abilità specialistiche, introdotte e ispirata anche grazie all’arrivo sul mercato di Titanfall. Nella nostra breve prova siamo riusciti a testare solo due specializzazioni, « ruin » e la « outrider ». Il primo si ispira a una sorta di Tank che ricorda vagamente la classe « Titano » in Destiny, del quale la sua mossa speciale è una sorta di « pugno della distruzione » che sbaraglia i nemici circostanti. Un’abilità venutaci utile più volte ai fini di vendetta contro altri giornalisti. La seconda, invece, si tratta di una classe che richiama una sorta di ranger, l’abilità speciale si basa appunto su un arco in grado di lanciare frecce esplosive. Questa seconda specializzazione era più vicino allo stile del sottoscritto, permettondomi di eseguire molte kill a debita distanza.
Nel complesso le nostre prime impressioni sono abbastanza positive, Black Ops III è il solito Call of Duty annuale, su questo non ci piove. Tuttavia l’aggiunta delle specializzazione così come qualche piccola modifica nel gameplay lo rendono comunque interessante per coloro che, da anni, ci giocano.