The Legend of Zelda : Majora’s Mask 3D

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È come se fosse stato annunciato l’altro giorno l’arrivo di The Legend of Zelda Ocarina of Time 3D per Nintendo 3DS, remake di una delle più famose avventure presenti su Nintendo 64 e disponibile sul mercato già da ben 4 anni. Da una parte era quindi scontato l’annuncio della seconda grande avventura sulla prima console casalinga a 64bit, The Legend of Zelda Majora’s Mask distribuito solo due anni dopo Ocarina of Time. Dopo vari rumor da parte del responsabile Eiji Anouma sul suo possibile arrivo ancora su Nintendo 3DS, bisogna aspettare il mese di novembre dello scorso anno per averne la conferma ufficiale. The Legend of Zelda Majora’s Mask 3D è quindi realtà, apportando sostanziali modifiche nel comparto tecnico e grafico ma anche di gestione dei comandi di gioco, che approfondiremo in seguito. Sicuramente un remake più atteso del precedente The Legend of Zelda Ocarina of Time 3D per il motivo legato alla peculiare avventura non ambientata nel regno di Hyrule e per l’imminente apocalisse causato da un nuovo nemico : la maschera maledetta di Majora. Un’avventura particolare che introduce un sistema basato su un termine di tre giorni per salvare un intero popolo.

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Un po’ di storia

Skull_Kid_Artwork_(Majora's_Mask)Dopo gli eroici eventi avvenuti in Ocarina of time presso la terra di Hyrule, il giovane eroe del tempo Link torna alla sua giovane età al fine di poter avvisare la principessa Zelda dell’imminente ed oscuro pericolo che incombe sulla casata reale. Zelda, al fine di prevenire il piano malefico di Ganandorf, allontana Link dal regno di Hyrule per preservare la sua incolumità affidandogli inoltre l’ocarina del tempo in caso di bisogno. Infatti il nuovo viaggio non è esente da pericoli, e Link non può certo immaginare che in una tranquilla foresta un giovane folletto dei boschi sta architettando un piano apocalittico. L’incontro con il misterioso Skull Kid cambia quindi le carte in tavola, il piccolo folletto dispettoso infatti ruba sia l’ocarina del tempo che il fido destriero Epona fuggendo nei meandri del bosco. Dopo un disperato inseguimento di Skull Kid, quest’ultimo si rivela non essere un semplice folletto dispettoso ma bensì un’entità dotata di poteri oscuri capaci di imbrigliare le anime altrui agli esseri mortali. Il risultato ? Il giovane eroe viene trasformato in un tenero e piccolo deku, esseri tipici delle paludi, venendo privato delle sue sembianze hylian. Tuttavia la foresta in questione non è come tutte le altre, l’inseguimento infatti porta Link-Deku ad addentrarsi in una sorta di portale trasportandolo in una dimensione parallela a quella di Hyrule : la regione di Termina. Deku_Link_Artwork(Majora's_Mask)È dalle porte della città che incontra un venditore di maschere, un bizzarro individuo di cui gli è stata rubata una potente ed oscura maschera in grado di causare delle vere e proprie catastrofi. Chiaramente, con l’artefice del furto lo stesso Skull Kid, si scoprono quindi gli oscuri poteri da lui posseduti e tocca quindi al piccolo Link-Deku a sistemare le cose. Per la missione del recupero il venditore dà un termine di tre giorni che, casualmente, coincide con il carnevale annuale di Cronopoli (ex Clock Town)…e ad un evento apocalittico molto particolare. Sarà durante lo svolgimento della richiesta che, dopo aver recuperato l’ocarina da Skull Kid durante la fine del termine concesso, la dea del tempo introdurrà il giocatore nel circolo continuo del dei “tre giorni prima della fine” grazie alla famosa canzone del tempo. Per fermare il folleto non è sufficiente rubare la maschera ma bisogna invocare i quattro protettori delle quattro zone di Termina onde evitare la caduta della luna sulla città di Cronopoli…e fermare le intenzioni di Skull Kid spinte dalla maschera di Majora.

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Corsa contro il tempo

Goron_Link_ArtworkIn sostanza, in soli tre giorni il giocatore è obbligato a compiere più richieste dei cittadini possibili avanzando allo stesso tempo con l’obbiettivo principale. Tramite questo peculiare sistema si deve quindi giustamente ponderare ed organizzare il tempo a disposizione esplorando a fondo le quattro grandi regioni delle terre di Termina : vale a dire la palude, il picco innevato, la grande baya e il gran canyon. Allo scadere del tempo l’utente è costretto ad eseguire la canzone del tempo insegnataci da Zelda, invocando il potere della Dea del tempo tornando sempre al primo giorno. Come risultato si perdono praticamente tutti gli oggetti volatili come rupie, frecce, bombe, bastoni, ecc…, eccetto gli oggetti della missione principale e quelli permanenti trovati nei principali dungeon come l’arco, l’arpione, le ampolle e via dicendo. Si aggiunge anche un reset completo di tutti i progressi delle missioni secondarie come anche i quattro dungeon principali. C’è però da constatare tuttavia une gestione del tempo ulteriormente facilitata grazie alle modifiche apportate in questo remake. Da una parte la presenza dei checkpoint per il salvataggio dei progressi di gioco, punto delicato affrontato nel prossimo paragrafo, dall’altra l’introduzione di un aggiornamento al taccuino Bomber (Bonber’s Notebook) al fine di riuscire a tener conto di tutte le richieste degli abitanti di Termina. Quest’ultimo comprende quindi tutti i personaggi incontrati che, come nella versione principale, mostra la loro posizione effettiva durante l’arco dei tre giorni. Nel remake è stato per contro aggiunto l’orario di presenza in un luogo specifico comprendente una sintesi della richiesta, con tanto di promemoria da poter impostare. Non si tratta quindi di un semplice taccuino che constata la mera presenza degli NPC in alcuni punti della città, ma una vera lista avanzata con tutte le missioni secondarie completate o ancora in corso. È quindi più comodo la comprensione sulla gestire di alcune missioni che si dilungano nell’arco di tutti i giorni disponibili, a titolo d’esempio citiamo la scomparsa del figlio del sindaco. Per quanto riguarda le diverse ricompense delle sidequest, per la gran maggior parte delle volte, si ottengono diverse maschere una per praticamente ogni evenienza, essendo degli elementi caratterizzanti di questo Zelda. Si spazia quindi dalle semplici maschere in grado di donare maggiore velocità di corsa a quelle invece utili per percepire determinati oggetti, fra le più importanti ad esempio la maschera della fata radiosa che permette di scovare le sue parti del corpo perdute (sottoforma di piccole fate-coniglio) sparse per i principali quattro dungeon di Termina. Oppure citiamo le maschere che dimostra il raggiungimento di uno status simbol al fine di accedere a locali per sola gente matura (il famoso Milk Bar di cronopoli Est). Insomma ce ne sono parecchie da scovare, le missioni secondarie sono una parte integrante dell’esperienza proposta da Majora’s Mask 3D che terranno molti giocatori incollati al piccolo schermo della portatile. Discorso à coté per le maschere rappresentanti le varie razze dell’universo di Zelda, vale a dire i Deku, i Goron e gli Zora, di cui il loro ottenimento si basa su una sorta di rito di purificazione verso gli spiriti irrequieti donando loro ristoro, grazie a una melodia appresa dal mercante delle maschere. Gli spiriti passati a miglior vita si tramutano in maschere, e indossandole il cambiamento estetico è praticamente istantaneo così come le diverse abilità a disposizione. Su quest’ultime bisogna spendere un paio di osservazioni, nella fattispecie per quanto riguarda la forma Goron-Link e Zora-Link. Seppur i comandi sono rimasti invariati dalla versione originale non esistono particolari modifiche, fatto salvo per gli spostamenti caratteristici delle sopracitate forme. zelda-majoras-mask-3d-zora-link-artwork-3ds-officialNella fattispecie trattiamo dell’accovacciarsi della forma Goron-Link permettendo un conseguente arrotolamento spostando verso nord il circle pad sinistro. Se disponibile energie verde “magica” degli spuntoni fuoriescono automaticamente, a differenza della versione originale in cui il controllo sulla fuoriuscita avveniva manualmente, niente quindi di particolarmente drammatico. Più sconvolgente, invece, è la sessione di nuoto nella forma Zora-Link. Nella versione originale durante le immersioni bastava premere il tasto A per nuotare velocemente cimentandosi in veri e propri trick, spostandosi velocemente sia a destra che a sinistra. Nel remake la sessione della nuotata è resa più classica senza particolari scatti di velocità, rallentando considerevolmente la capacità di movimento in acqua ma niente paura…la vecchia modalità è accessibile tutt’ora attivando il potere elettrico tramite tasto dorsale R. Consumando a sua volta parecchia energia verde il nuovo sistema rende particolarmente lento e scomodo la gestione dei comandi, ma chiaramente con più precisione. L’avanzamento nella terza regione di Termina, la grande Baia, così come il completamente del terzio tempio basato sull’acqua è quindi reso alquanto frustrante rispetto al passato che sì, era spesso poco preciso, ma non era per niente lento ed era più naturale spostarsi.

Un remake dell’era moderna

zelda_majoras_mask_3ds_link_1L’anima di Majora’s Mask si rispecchia nella sua peculiare gestione della cronologia degli eventi, che impongono al giocatore come precedentemente trattato nel salvare il territorio di Termina nell’arco di tre giorni. Questo comportava nella versione originale un sistema di salvataggio dei progressi basato unicamente sull’esecuzione della canzone del tempo comportando il viaggio verso il passato all’”alba del primo giorno prima della fine”. Una situazione che, ai tempi, su Nintendo 64 era alquanto paradossale ma molto interessante : mantenere i progressi per gli oggetti principali (comprese le maschere) ma con la totale perdita delle rupie ed oggetti volatili oltre a un reset totale di tutti i templi e delle sidequest. Ed era effettivamente questo sistema che rendeva molto ardua l’esperienza di gioco in majora’s mask, obbligando l’utente a resettare ogni volta gli eventi. Un fallimento come la missione riguardante l’attacco alieno, o il completamento di un dungeon o, tra i meno amati, il recupero delle uova Zora comportava parecchio stress nel loro completamento…ma anche una certa soddisfazione nell’adempimento e rispettivamente la loro riuscita. Attualmente nel remake la gestione del tempo dei tre giorni è stata modificata, il primo punto come accennato nel precedente paragrafo. Ora, infatti, non vi è più l’obbligo di ritornare nel passato, bensì sfruttare i diversi punti di salvataggio che corrispondono alle rispettive zone di volo per viaggiare velocemente nel territorio di termina, oppure nell’area prima di un dungeon. Questo cambiamento sostanziale comporta un’analisi da due punti di vista differenti. Dapprima quello dei giocatori di vecchia data, i veterani della serie che potrebbero non apprezzare questo cambiamento visto la conseguente facilità e quindi a un abbassamento della difficoltà nel completare le varie missioni presenti. Tuttavia è innegabile una maggiore comodità e, chiaramente, subentra il secondo punto di vista. Vale a dire un sistema di salvataggio che si adatta alle richieste dei giocatori del mondo moderno, i meno veterani e gli attuali giovani giocatori. Seppur Majora’s Mask resta pur sempre un capitolo di Zelda che mette sottopressione la sessione di gioco, il nuovo sistema di salvataggio allevia lo stress che spesso la nuova generazione non è abituata ad affrontare. Ripescando l’esempio sulla missione degli alieni alla fattoria, non è quindi necessario ricominciare dal primo giorno nel caso di un fallimento…artwork_1basta semplicemente spegnere e riaccendere la console. Va anche detto che il nuovo sistema di salvataggio dei progressi porta anche il vantaggio della portabilità, essendo il remake concepito per un esperienza su Nintendo 3DS il fattore investimento del tempo sulla console diventa anch’esso un metro fondamentale di giudizio, introducendo quindi il terzo punto di vista che riguarda gli utenti su console portatile. Su una console fissa come lo era il Nintendo 64, il giocatore era anche predisposto a passare più tempo e di conseguenza ad accogliere volentieri l’obbligo di ricominciare dal primo giorno…al contrario di un utente su console portatile che, spesso in media, può investire solamente una sessione di gioco più fugace. Difficile quindi dichiarare il cambiamento come difetto, dipende effettivamente dai differenti punti di vista soggettivi. Personalmente la vedo da un lato più astratto in cui le modifiche toccano il cuore principale che rendeva unico Majora’s Mask, un alto livello di difficoltà. È chiaro che Nintendo non può accontentare tutti i fan della serie, ma mantenere il vecchio sistema di salvataggio della progressione magari con l’ausilio di una modalità eroica non sarebbe stato poi così complicato. Avrebbe sicuramente reso il cambiamento più gradito.

Majora 3ds

Non solo 3DS…

…ma anche New 3DS. Majora’s Mask è sua volta co-sviluppato da Grezzo, responsabile del precedente remake di Ocarina of Time 3D e totalmente localizzato finalmente in lingua italiana. L’uscita nel periodo nell’attuale 2015 impone delle nuove aggiunte in ambito di sfruttamento di alcune meccaniche di gameplay che non erano presenti nella versione originale e alcune nemmeno presenti nel precedente remake. Stiamo parlando del supporto al Circle Pad Pro per il controllo della visuale, molto comodo e svecchia ulteriormente la gestione della telecamera del prodotto originale, rispettivamente i controlli si estendono anche al C-Stick presente su New Nintendo 3DS. Visuale tramite Stick sinistro ben implementato per quanto riguarda le sessioni di camminata, per contro Nintendo poteva maggiormente impegnarsi per le sessioni a cavallo che sono gestite ancora alla vecchia maniera : l’inquadratura si adatta automaticamente e manualmente sfruttando il sistema di puntamento con il dorsale laterale L. Naturalmente non manca il supporto al giroscopio per mirare con l’arco, l’arpione o le lame della forma Zora, che rende il tutto molto reattivo e veloce nel colpire i bersagli. Sul comparto grafico niente da dire, o meglio, niente da criticare. L’ottimo lavoro svolto del team di sviluppo nel cercare di mantenere lo stesso stile poligonale ma migliorandone solamente i dettagli, le ombre e le texture rendono Majora’s Mask un prodotto nuovo e non concepito solamente per Nintendo 64. Non è nuova la bravura di Nintendo sulla rimasterizzazione dei grandi classici, svecchiare un titolo che risale a ben 15 anni fa non è effettivamente un’impresa da tutti. Sfruttando inoltre il migliorato effetto 3D del New Nintendo 3DS con probabili migliorie legate alla resa dell’immagine grazie al rivisto hardware non possono solo che confermare la bontà del prodotto. Majora’s Mask riconferma la Nintendo Difference.

 

 
 

Written by: Pusti

Avvocato, sportivo e gaymer. Tra le varie passioni e attività, quella relativa ai videogiochi e al divertimento ludico da tavolo (boardgame) è intramontabile. Fedele al marchio Nintendo, giocatore su PC e amante del VR senza fili (Oculus Quest), Pusti è uno degli storici redattori di Joypad.ch

2 Comments Added

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  1. Independent 5 Febbraio 2015 | Rispondi

    Poco da dire onestamente: il gioco era un capolavoro e un bel rinnovo grafico lo rende solo meglio.
    Condivido in toto la valutazione del nuovo sistema di salvataggio (vantaggi e svantaggi, vecchia e nuova generazione).
    L’unica cosa che mi infastidisce di questi remake è che escono quasi solo per 3DS (a parte Wind Waker).

    • Dave Ardral Pusti 10 Febbraio 2015 | Rispondi

      La questione salvataggi era un punto che volevo assolutamente analizzare non appena ho cominciato il gioco. Da una parte non sono totalmente contro questo sistema, ci può anche stare, dall’altra Nintendo e Grezzo potevano impegnarsi nell’introdurre il vecchio salvataggio nella modalità eroica…così eravamo tutti contenti :D.
      Ormai era abbastanza scontata l’uscita su 3DS, anche se dalle ultime volontà di Nintendo i futuri remake saranno spesso e solo sulla portatile.

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