Lovely Planet

Lovely Planet è il classico gioco indie che approcciamo con quel classico “WTF sto facendo?”. Un gioco che non solo dall’aspetto puramente grafico ha quel non so ché di particolare ma anche e soprattutto per il gameplay. Unire un FPS con meccaniche platform il tutto condito da una spruzzata di speed run? Si può fare!

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Il pianeta lovvosho

Lovely Planet è un gioco dalle meccaniche semplici che però non si traducono in un gioco facile. Le nostre avventure sul pianeta adorabile si svolgeranno attraverso una serie di livelli, alcuni davvero corti, altri più lunghetti. Scopo del gioco: arrivare in fondo eliminando tutti i cattivi. Ogni livello va quindi affrontato in prima persona, avendo cura di eliminare ogni nemico rosa, lasciare in vita ogni personaggio non minaccioso (pena l’istantaneo restart) e liquidando i palloni rosa prima che si sfracellino a terra. Il percorso da seguire solitamente è ben chiaro e al netto di qualche scorciatoia, sarà sempre lo stesso: un percorso ad ostacoli da finire il più rapidamente possibile. I nemici sono di difficoltà crescente e variano da mostri immobili che non fanno nulla per ostacolarci a mostri ben più attivi che sparano colpi a ricerca. Ma saremo sempre obbligati a liquidarli tutti quanti altrimenti ci toccherà ricominciare il livello. Basta essere sfiorati da un proiettile o da una qualsiasi barriera pericolosa per dover ricominciare. Insomma, la struttura di Lovely Planet è la quint’essenza del try and error, in cui la sfida per il giocatore non è arrivare alla fine del livello (quello è quasi sempre fattibile senza particolari problemi) ma arrivare alla fine del livello con una valutazione di 3 stelle, cosa non affatto facile. Completare un livello al 100% richiede infatti non solo grande velocità, saltellando tra abissi e spine e pozze rosa della morte ma anche una precisione di tiro assolutamente perfetta. Fan del completamento ad ogni costo, siete avvertiti!

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Una volta che avremo fatto l’abitudine ai comandi, particolari pur essendo molto simili agli FPS classici richiedono qualche livello di adattamento, avremo un centinaio di livelli da superare. E se all’inizio Lovely Planet sembra fin troppo semplice avrete modo di ricredervi. Il motivo principale è l’one shot, ovvero il fatto che basta un colpo per morire (e per uccidere). La perfezione non è sicuramente necessaria (a meno che non vogliate le famigerate 3 stelle) ma caldamente raccomandata. Tra sezioni platform in cui non basta avere una mira decente ma anche una buona coordinazione, calcolando bene i salti e i tempi, il pianeta adorabile può farsi davvero crudele! E non scordiamoci che i livelli hanno anche diversi easter egg nascosti in punti improbabili che non attendono altro che essere scoperti. Un vero incubo (o sogno?) per ogni completista platinatore là fuori.

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Essenziale

Lovely Planet è essenziale in praticamente ogni punto di vista. Un gameplay spartano (ma che funziona!) che prevede solo movimenti, salti e sparo. Essenziali i livelli che non si perdono i background zeppi di dettagli e, in effetti, non lo fanno nemmeno i livelli. Forme geometriche semplici, con un basso numero di poligoni, texture a rassicuranti colori pastello. Non c’è storia e la maggior parte del testo che vedrete a schermo è in Giapponese, anche se sospettiamo che le scritte non dicano niente di trascendentale. Magari un pizzico di contesto sarebbe stato un plus per questa produzione ma ai fini del divertimento pratico in effetti non c’è alcun bisogno di una trama. La difficoltà è però mal calibrata e ad un certo punto aumenta rapidamente, lasciandoci spiazzati. Lovely Planet ha poco appeal in una seconda partita, a meno che non siate dei malati di completamento al 100%. Non ci sono infatti né multiplayer né modalità secondarie per allungare la minestra.

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Insomma, Lovely Planet è uno strano piccolo gioco colorato che, a dipendenza di cosa soddisfa i vostri demoni interiori, saprà regalarvi ore di nervoso e millimetrico spasso oppure tanta, tanta frustrazione. Vedete voi, siete stati avvertiti! (Grazie ad Xbox che ci ha dato il codice!)

 

 
 

Written by: Dave

Editor in Chief di Joypad, lo trovate anche sui social @MrPipistro

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