Anche Gearbox è presente alla Gamescom 2019 con il suo terzo capitolo di Borderlands. Borderlands 3 si era già mostrato in un trailer durante l’opening night live, trasmesso durante la serata del 19 agosto 2019, con il quale venivano mostrate alcune modalità. Brevemente, fra queste vi è la modalità Campagna del Massacro: una sorta di orda già presente in Borderlands 2, che permetteva ai giocatori di unirsi ad altri utenti per fronteggiare ondate progressive di nemici.
Presente anche la modalità Proving grounds nella quale il giocatore è chiamato a portare a termine determinati obbiettivi per sbloccare rari bottini da raccogliere. Fra le altre modalità vi è pure il Circle of Slaughter, una sorta di combattimento survival di gruppo e il level syncing, funzionalità che permette di adattare il proprio livello anche in presenza di altri giocatori con livello più alto o più basso.
Durante la presentazione a porte chiuse a cui abbiamo preso parte ci è stato anche presentati quattro tipi di classi che saranno disponibili in Borderlands 3: the siren (classe con poteri mistici), the operative (classe che utilizza gadget e oggettistica varia), the gunner (focalizzato sulle abilità con le armi a distanza) e the Beastmaster (classe che controlla un pet).
Dopo la presentazione abbiamo avuto modo di provare la demo di circa 30 minuti, in cui ci siamo cimentati nella missione Trial of the Death utilizzando la classe Siren e, per una piccola parte, anche la classe Beastmaster. La missione, composta da tre step, consisteva nell’uccidere orde di mostri che cercavano di attaccare da ogni fronte. Il Boss finale, una possente tigre aliena, ci ha dato un po’ del filo da torcere. Il gunplay è agli stessi livelli di Borderlands 2: intuitivi e fluidi, e ricorda per un certo verso pure Destiny. Oltre alle solite armi a distanza, il personaggio giocante può equipaggiare un profilo di abilità che gli consente di modificare gli effetti delle stesse durante la battaglia. Nel nostro caso abbiamo optato per il profilo “verde” brawl, con il quale potevamo sferrare attacchi ravvicinati potenziati accompagnati da abilità di auto cura. Con questo profilo siamo riusciti a portare a termine la trial of the Death senza grandi difficoltà, e le impressioni sono state molto positive. Poiché ci rimaneva anche un 5 minuti di tempo, abbiamo messo mano anche alla classe Beastmaster: novità di questo terzo capitolo. L’approccio di questa classe risulta assai tattico, meno impulsivo e più riflessivo. Le abilità del Beastmaster richiedono una buona tattica prima di essere utilizzate, dando l’impressione di non essere una classe particolarmente semplice da comandare. In particolare ci ha colpito la mobilità e la velocità di spostamento del personaggio giocante, nonché il fatto di avere sempre con sé il proprio pet rende la classe Beastmaster preferibile per il single player.
Dal un punto di vista estetico, la grafica cell shading è ben riuscita, il character design è curato e la prima ambientazione della demo è sicuramente ben costruita. Tuttavia questi elementi non sembrano molto differenti dal precedente capitolo, caratterizzato dal medesimo stile. In Borderlands 3 vi è tuttavia un cambio di location, poiché le mappe non saranno solo Pandora bensì anche altri pianeti dell’universo. Ciò detto, una domanda viene assai spontanea, ovvero se Borderlands 3 offrirà davvero qualcosa di nuovo o sarà un semplice more of the same del già, ottimo, secondo capitolo? Difficile dirlo con una semplice demo, ma è forte la sensazione di déjà vu (grafico e di gameplay), anche per il semplice fatto che l’intelligenza artificiale dei nemici non ci è sembrata particolarmente sveglia (un po’ come nel caso del secondo capitolo). Per valutare tuttavia l’insieme dei personaggi, del gunplay e di tutti i contenuti di Borderlands 3, sarà tuttavia necessario approfondirli in sede di recensione.