Revenant è una storia di sopravvivenza, di crescita personale. La storia di un uomo che, forte di una determinazione ferrea e implacabile, attraversa l’inferno per uscirne dall’altra parte. Coraggio, determinazione, forza mentale e fisica. Stiamo parlando ovviamente della volontà di Leonardo DiCaprio di ottenere finalmente il premio Oscar. Ok, scherzi a parte, Revenant – Redivivo è un film drammatico in cui non si scherza. Mai.
La frontiera
In questo film che vede, oltre al già citato Leo anche Tom Hardy e un cast di supporto sorprendente, ci immergeremo nel nord America del 1823. Hugh Glass è un esploratore, un uomo duro temprato da una vita difficile. L’unica cosa cara che gli è rimasta è il figlio Hawk, avuto da una donna indiana. I due devono provvedere al loro sostentamento ed è per questo che si sono uniti ad una spedizione di caccia in un territorio isolato. Le lunghe settimane nei boschi hanno dato buoni frutti e la spedizione si appresta a tornare a casa quando l’accampamento viene attaccato da una tribù di indiani Arikara. Accerchiati e in inferiorità numerica e tattica, i bianchi non possono fare altro che cercare di raggiungere la barca ormeggiata nel fiume per fuggire. Sopravvivono in pochi e, spinti da Glass, abbandonano presto il fiume per tentare di raggiungere il forte a piedi, attraverso le montagne. Ed è dopo qualche ora che succede il disastro: mentre Glass perlustra i boschi viene attaccato da un orso. Riesce a malapena a sopravvivere ma le ferite sono terribili e i suoi compagni lo danno per spacciato. Nel piccolo gruppo di superstiti le opinioni sono contrastanti, secondo John Fitzgerald (Tom Hardy) l’unica cosa sensata da fare è porre fine alle sofferenze di Glass mentre secondo il Capitano Henry (Domhnall Gleeson) tutti hanno un debito di gratitudine nei confronti del ferito. Dopo un infruttuoso tentativo di riportarlo a spalla fino alla base, viene deciso che Hawk, Fitzgerald e Jim Bridger (Will Poulter) restino con Glass per dargli una sepoltura dignitosa. Tuttavia Fitzgerald, dopo aver atteso un lasso di tempo sufficiente, decide di forzare la mano alla natura e tenta di uccidere Glass. Il figlio Hawk però tenta di difendere il padre ferito e nella lotta finisce accoltellato a morte. Fitzerald e Bridger lasciano il campo, abbandonando Glass al suo destino. Ed è proprio in questo momento che la furia vendicativa di Glass ha inizio.
Caldo e freddo
Che la fine dell’ultimo paragrafo non vi tragga in inganno: non siamo in presenza di un film alla Tarantino in cui il nostro eroe sfonderà porte armato di mitra. Revenant è la storia di un uomo che si rifiuta di mollare, nonostante le terribili prove che deve sopportare. Il nostro protagonista, ferito gravemente, si imbarca in un lungo e straziate viaggio attraverso neve, territori brulicanti di indiani (che nella loro ira hanno una motivazione più che valida, non sono di certo cattivi solo per il gusto di esserlo). Tra condizioni climatiche proibitive, nemici ovunque e una buona dose di sfortuna, Hugh Glass dovrà mettere in campo il massimo della volontà per riuscire a trovare l’assassino di suo figlio. Revenant è un film parecchio crudo, brutale. Non ci saranno risparmiate ferite, sangue, intestini e quant’altro. Viscerale è il termine migliore, non solo perché di viscere vere e proprie se ne vedranno parecchie ma anche e soprattutto per una trama animata da disperazione, incertezza, primordiale senso di sopravvivenza. E non dimentichiamo la natura selvaggia del nord che emerge quale co-protagonista assoluta. In questo film il regista Alejandro G. Iñárritu ha infuso tutta l’inclemente bellezza del nord America elevandola a più che un semplice (e spettacolare) sfondo per il suo film. In Revenant animali ed elementi sono importantissimi, specialmente per intrattenere una sorta di discorso tra i lunghi silenzi del protagonista e la sua vicenda.
Viscerale
Revenant – Redivivo è un film che lascerà il segno. E non solamente perché dura quasi due ore e quaranta. Fotografia spettacolare e interpretazione davvero toccante di Leo DiCaprio (che stavolta è sul direttissimo per l’Oscar, dopo essersi già pappato l’antipasto dei Golden Globe) il quale, sul finale, guarda direttamente in camera (togliamocela di dosso subito: sembra quasi che dica “adesso me lo date l’Oscar, vero?). Ancora una volta, scherzi a parte, questo film mi è piaciuto molto. Nella sua ricerca dell’autenticità storica, nella sua brutalità e, specialmente, nel suo finale (di cui però mi guardo benissimo dal rivelarvi). Non è un film da popcorn e birretta ma ve lo consiglio lo stesso caldamente!
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