Uno dei giochi in assoluto più attesi su PlayStation 4 è The Last of US – Part 2. La quantità di hype attorno all’ultima fatica di Naughty Dog è pari forse solo a quello attorno a Death Stranding . La differenza principale è che, a differenza del misterioso gioco di Hideo Kojima, della nuova avventura di Ellie e Joel sappiamo qualcosa in più.
Dopo il trailer sbalorditivo mostrato alla conferenza stampa di Sony dell’11 giugno, abbiamo avuto la possibilità di rivedere il gioco a porte chiuse in compagnia degli sviluppatori. Diciamo subito che non abbiamo visto nulla di diverso rispetto a quanto avete potuto vedere direttamente durante la conferenza. La demo, giocata da uno degli sviluppatori dello studio di Santa Monica e commentata da Richard Cambier, lead designer del gioco, si è svolta in modo del tutto identico a quanto già visto in precedenza. Tanto che in sala ci siamo chiesti se non si trattasse di un livello totalmente scriptato.
Ma andiamo con ordine. Visto dal vivo, il gioco è davvero impressionante. Mentre Ellie avanzava per la fitta boscaglia, tenendosi bassa per evitare di farsi scoprire da un gruppo di nemici appartenenti ad una strana setta religiosa, non abbiamo potuto fare a meno di notare che il team di Naughty Dog ha saputo migliorare la già ottima resa visiva del proprio motore grafico. Il passo avanti rispetto a Uncharted 4 non è enorme ma è comunque una miglioria che si nota. La demo si è conclusa ben presto, lasciandoci in parte insoddisfatti.
Fortunatamente la nostra visita allo stand di PlayStation non è stata del tutto infruttuosa perché dopo la demo c’è stata una intesa sessione di Q&A in cui abbiamo potuto porre alcune domande a Richard. Per cominciare, abbiamo risolto un dubbio importante: il “vecchio” di cui si parla nella presentazione è effettivamente Joel. Tuttavia, non siamo riusciti a scoprire se potremo tornare nei panni dell’uomo o se tutta l’avventura andrà giocata nei panni della diciannovenne. Confermato anche il fatto che ci saranno, come nel primo diverse location e ambientazioni. Due sono già state svelate: la prima è Jackson County, il villaggio in cui incontriamo il fratello di Joel e nel quale ritroviamo Ellie alle prese con una serata speciale in dolce compagnia.
La seconda ambientazione è Seattle, ovvero il livello che abbiamo visto giocato. Non sappiamo ancora come le due location siano collegate ma sappiamo che Ellie sarà costretta a spostarsi alla ricerca di una sua vendetta personale. Proprio questa ricerca di giustizia fatta da sé sta alla base del suo comportamento estremamente brutale, tanto da aver shockato parte del pubblico presente durante la presentazione del trailer alla conferenza Sony. Cambier ha spiegato che la violenza mostrata in The Last of US – Part 2 non è fine a sé stessa. Ellie è cresciuta in un mondo brutale, ha vissuto esperienze traumatiche. Nonostante il tentativo di vivere una vita normale all’interno della comunità di Jackson, il mondo post apocalittico in cui vive non è un modo fatto di brava gente. Diversi gruppi di sopravvissuti hanno sviluppato un proprio modo di vedere il mondo. Alcuni gruppi sono diventati brutali, altri sono infusi di fanatismo religioso. Il suo essere violenta vuole, in qualche modo, rispecchiare una delle potenzialità dell’uomo: la brutalità. Ma, stando a Naughty Dog, non fine a sé stessa quanto una risposta ad un mondo senza scrupoli. I cinque anni trascorsi tra The Last of US e The Last of US Part 2 hanno evidentemente cambiato profondamente la personalità di Ellie.
Tornando al contenuto della demo, avevamo dubbi sul fatto che fosse pesantemente scriptata. Secondo gli sviluppatori però non è così: è possibile usare diversi tipi di approccio e diversi percorsi e quasi ogni elemento visto è organico: gli attacchi, la ricerca di Ellie da parte dei nemici e perfino la decapitazione e la rimozione della freccia dalla spalla di Ellie. Ogni elemento visto non è parte di una scena predefinita e possono avvenire in qualsiasi ordine. Naughty Dog chiama questo approccio “wide linear” perché prevede diverse azioni che comunque vanno verso una conclusione prestabilita. In questo caso Ellie deve uccidere tutti i nemici presenti nell’area, anche se le modalità stanno a noi.
Per finire abbiamo discusso della tecnologia e dello stato dei lavori su The Last of US Part 2. Cambier si è soffermato sulle sfide affrontate nel creare la scena del bacio di Ellie. Discussioni estremamente tecniche all’interno dello studio di Santa Monica per quanto riguardava la deformazione della bocca, la dilatazione delle narici e del cambio di circolazione sanguinea in tutto il viso oltre che alle ombre proiettate dalle ciglia e dall’animazione dei bulbi oculari. Dettagli squisitamente tecnici che ci hanno permesso di comprendere, al meno in parte, l’enorme complessità di questo gioco. I lavori sono ancora lontani dall’essere completati: non ci è stato confermato che il gioco è già giocabile dall’inizio alla fine, il che ci fa supporre che non sia così. Proprio per questo, Naughty Dog non vuole comunicare un periodo di lancio, limitandosi a confermare che l’uscita del gioco non è prevista in tempi brevi. I lavori procedono spediti, con alcuni dipartimenti di Naughty Dog a diversi livelli di avanzamento anche se i dettagli confermati sono praticamente nulli.
Quello che è certo è che The Last of US Part 2 si riconferma essere uno dei titoli più attesi su PlayStation 4. La qualità del lavoro di Naughty Dog ci è parsa impeccabile: ritorneranno tutti gli elementi di gameplay che hanno reso il primo gioco così memorabile e altre cose saranno aggiunte. In attesa della prossima dimostrazione, lasciate pure lievitare il vostro hype.