Alla Gamescom 2023 siamo stati invitati allo stand di Free Range Games per presentarci l’ultimo loro titolo “The Lord of The Ring: Return of Moria”, ecco cosa ci ha potuto dire il team di sviluppo.
Il mondo di “Il Signore degli Anelli”, creato da J.R.R. Tolkien, è densamente dettagliato e affascinante, con una storia, lingue e geopolitica uniche. Oltre ai racconti principali come “Il Signore degli Anelli”, “Lo Hobbit” e “Il Silmarillion”, ci sono state molte interpretazioni e adattamenti, come videogiochi, che hanno cercato di esplorare e ampliare le lacune del mito. Uno dei più recenti è “Return to Moria”, sviluppato da Free Range Games, che esplora ciò che è successo a Moria dopo la sconfitta di Sauron. Questo gioco rappresenta un significativo passo avanti, in quanto permette ai giocatori di esplorare una parte dell’universo tolkieniano, l’Età Quarta, che non era stata precedentemente esplorata in dettaglio nei videogiochi. Nel gioco, i giocatori possono intraprendere missioni da soli o con altri giocatori, esplorando un mondo generato proceduralmente, combattendo minacce e raccogliendo risorse. La presentazione speciale a Gamescom 2023 ha offerto un’anteprima di ciò che ci si può aspettare da questo nuovo capitolo nell’universo di Tolkien.
La demo ci ha mostrato un nuovo modo di vedere The Lord of The Ring dalla prospettiva dei nani, il gioco survival con visuale in terza persona in stile Valheim, ci viene spiegato le meccaniche del gioco a zone, nel quale dobbiamo minare nuove aree per ricercare nuove risorse che adopereremo per costruire oggetti e la nostra base. I nemici più presenti sono i goblin e da subito ci viene mostrato come sbloccando una nuova area questi possono trovarsi nascosti subito dietro l’angolo. La miniera di Moria brullicano di Goblin, pertanto un elemento important è il rumore, gli sviluppatori hanno aggiunto questa meccanica nella quale bisogna fare attenzione a non fare troppo rumore se no verremo bersagliati anche fino alla nostra base. Tutto quello che abbiamo visto durante questa Gamescom ci ricorda come il mondo di Tolkien, come rappresentato in “The Lord of the Rings”, ha dato vita ad un universo ricco e complesso. Questo universo ha affascinato generazioni di lettori, con la sua storia intricata, le sue lingue dettagliate e le complesse dinamiche geopolitiche. Tuttavia, anche se Tolkien ha tracciato un quadro dettagliato di questo mondo, ha lasciato anche ampi spazi aperti all’interpretazione e all’espansione.
Infatti da decenni, i creatori di videogiochi stanno cercando di esplorare e colmare queste lacune, offrendo la loro visione unica e arricchendo il mito di Tolkien. Hanno introdotto storie che vanno dal passato oscuro di Gollum all’aldilà di Celebrimbor, dando vita a eventi che si sono svolti in parallelo alla missione principale di Frodo e Sam verso il Monte Fato. Queste espansioni hanno aggiunto profondità e dimensione all’universo di Tolkien anche se non sempre azzeccati a livello di sviluppo. Ma, per quanto riguarda il periodo successivo alla Guerra dell’Anello, noto come la Quarta Era, le informazioni sono scarse. Il team di Free Range Games ha ora l’opportunità di esplorare questo periodo con il loro nuovo gioco, “The Lord of the Rings: Return to Moria”. Il gioco si svolge nel regno sotterraneo di Moria, che una volta era abitato dai nani, ma che è stato abbandonato dopo l’ascesa di Sauron.
Il gioco si presenta come un’avventura di sopravvivenza. Mentre i giocatori esplorano il mondo generato proceduralmente, devono anche gestire risorse, costruire difese e combattere contro nuove minacce misteriose. Ma al cuore di “Return to Moria” c’è una storia profonda che esplora il desiderio dei nani di tornare a casa e di reclamare la loro eredità. Attraverso questa lente, il gioco promette di offrire una nuova prospettiva su un mondo amato da milioni. “Return to Moria” ci immerge nel mondo avvincente della Terra di Mezzo, portando i giocatori nelle profondità della miniera abbandonata di Moria. Questo gioco di sopravvivenza è caratterizzato da meccaniche di esplorazione procedurali che permettono di vivere una nuova avventura ogni volta che ci si avventura nelle profonde caverne. Il combattimento ha un AI non troppo elaborata facendo perdere un po’ il ritmo al gioco. Possiamo dire che le modalità di gioco variano notevolmente a seconda se si gioca da soli o in cooperativa. Quando si gioca in solitaria, l’atmosfera si fa palpabile: ogni angolo potrebbe nascondere un orco assetato di sangue, e il rumore delle tue attività potrebbe attirare nemici indesiderati. Questo aspetto “horror accidentale” si intensifica nell’oscurità delle profondità. Al contrario, giocando in modalità cooperativa, la tensione si alleggerisce. Insieme ad altri giocatori, affrontare orde di nemici e esplorare diventa un’esperienza più leggera e divertente.
Una meccanica chiave è la gestione della luce. L’oscurità non è solo un ostacolo visivo: troppo tempo al buio e il morale del giocatore inizia a calare, portando potenziali danni. La luce, quindi, diventa essenziale non solo per vedere ma anche per mantenere alto il morale. Ma attenzione: anche la luce può tradirti, attirando nemici o rivelando la tua posizione. Oltre alla meccanica di preparazione dei pasti e della cooperazione nei campi di miniera, il canto emerge come uno degli elementi distintivi del gioco. Al di là della pura estetica, il canto si rivela essere una potente meccanica cooperativa. Quando una melodia pervade l’aria, i giocatori non solo ricevono benefici tangibili, come il buff di stamina, ma sperimentano anche un’immersione profonda nella cultura e nella lingua dei Nani. Questo dettaglio, in particolare, dimostra quanto gli sviluppatori abbiano desiderato rendere omaggio all’universo di Tolkien. La possibilità di scegliere tra otto voci diverse per il proprio personaggio amplifica ulteriormente la varietà e la profondità dell’esperienza multiplayer. L’idea che i personaggi possano armonizzare automaticamente le loro voci durante il canto, o addirittura rispondersi con versi specifici, come in una canzone da marinai, rende ogni sessione di gioco unica. Il fatto che alcune di queste canzoni siano state presentate a Middle-earth Enterprises da veri cantanti d’opera dimostra l’impegno degli sviluppatori nel garantire un’esperienza autentica e commovente. E non c’è niente di più umano e riconoscibile che un gruppo di Nani che cantano con voci un po’ offuscate dopo aver bevuto, rispecchiando il lato più scherzoso e realistico dell’avventura. Queste sono solo alcune delle numerose attività cooperative nel gioco, e ognuna di esse promette di offrire ai giocatori momenti indimenticabili di unione e avventura.
Il mondo di “Return to Moria” è costruito su fondamenta solide: la complessa mitologia di Tolkien e la terra di Middle Earth, già esplorata attraverso innumerevoli adattamenti. Iconografia e Design: Il gioco prende in prestito molto dalla familiare iconografia di Middle Earth, con i giocatori che riconosceranno istantaneamente creature come gli orchi o località iconiche come il Ponte di Khazad-Dûm. Ma ciò che rende questo gioco unico è la sua esplorazione di dettagli non ancora esplorati nella cronologia della Terra di Mezzo. Le interpretazioni precedenti sono infatti state tutte tratte dalle stesse fonti canoniche, e quindi è inevitabile che ci sia qualche sovrapposizione. Tuttavia, il team di sviluppo ha anche preso la libertà di esplorare nuove aree, fornendo un equilibrio tra il familiare e il nuovo. Ma quanto di tutto ciò è autentico? Jon-Paul Dumont e il suo team hanno lavorato diligentemente per garantire che ogni elemento aggiunto al gioco fosse in sintonia con lo spirito dell’opera di Tolkien. Non si sono basati solo sui testi canonici, ma hanno anche cercato ispirazione dalle fonti che hanno influenzato Tolkien stesso, come i poemi tradotti dall’antico inglese e dalla mitologia norrena. Questo impegno per l’autenticità ha portato a un’esperienza di gioco che sembra potesse davvero appartenere all’universo di Tolkien. Dal bioma luminoso delle profonde caverne, alle meccaniche di sopravvivenza che tengono conto del ciclo giorno-notte anche sottoterra, ogni dettaglio è stato ponderato e perfezionato.
La chiave del successo di questo titolo risiede nella sua capacità di bilanciare l’iconografia familiare e le nuove aggiunte in modo che si completino a vicenda. Questo, combinato con un impegno profondo per l’autenticità, rende il gioco una degna aggiunta all’epico pantheon di Middle Earth. Dopo aver avuto l’opportunità di esplorare l’universo presentato in “Return to Moria”, emerge una chiara apprezzamento per l’approccio autentico e rispettoso adottato dagli sviluppatori nel presentare una nuova era della Terra di Mezzo. La ricchezza della costruzione del mondo di Tolkien ha sempre offerto una tela vasta e dettagliata su cui gli artisti possono dipingere, e Free Range Games ha dimostrato una profonda comprensione di questa eredità.
Le aspettative per il rilascio completo sono indubbiamente alte anche per il nome che si porta appresso. Il gioco sembra posizionarsi come un’esperienza che, pur essendo profondamente radicata nella narrativa della Terra di Mezzo, offre ai giocatori una nuova prospettiva sulla storia post-Sauron, infatti siamo fiduciosi e attendiamo l’uscita di questo titolo sperando che il gioco non diventi un “more of the same”, ma possa definirsi come una narrazione che esplora non solo le avventure, ma anche le sfide e i dilemmi morali che emergono quando si cerca di ricostruire e reclamare ciò che è stato perduto. The Lord of the Rings: Return to Moria arriverà sugli scaffali il 24 ottobre 2023 per PlayStation 5 e PC, invece per Xbox Series per gli inizi del 2024.