Una dimostrazione di The Phantom Pain… da paura

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Proporre un gameplay emergente è il sogno di ogni game designer, ma ben pochi videogiochi ci riescono per davvero. Fra questi, c’è ne uno che merita certamente di essere presentato in ogni scuola: Metal Gear Solid, in cui ogni singola azione può essere combinata con altre per ottenere nuove azioni risultanti, tutte sensate ai fini dell’esperienza di gioco. Certo, apprendere a giocare “bene” richiede un certo sforzo, che però è ripagato da un senso di libertà e di coerenza raramente visti in ambito videoludico. È con piacere che scopriamo dunque questa dimostrazione di Metal Gear Solid V, The Phantom Pain e cerchiamo di rassicurarci sulla sua qualità dopo le ultimi tristi vicissitudini in casa Konami.

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Come già sapete, The Phantom Pain completa l’esperienza di Ground Zeros, il prologo di Metal Gear Solid V, pubblicato soprattutto per validare le nuove meccaniche di gioco proposte dall’episodio. Come probabilmente già sapete, il protagonista del gioco è Big Boss e dunque la vicenda si svolge una quarantina di anni fa. L’area d’azione sarà più grande di quella del prologo di ben 200 volte e il giocatore potrà esplorarla liberamente. Grande attenzione dovrà essere riposta sulla gestione della Mother Base, il centro strategico di Big Boss, per far evolvere i propri soldati e le risorse. Il gioco propone infatti una forte simbiosi fra le missioni e la Mother Base: durante le operazioni Big Boss può raccogliere armi, animali, soldati e veicoli da mandare verso la base grazie ai famosi palloni Fulton; viceversa, la base può sostenere le azioni sul terreno con munizioni e mandando dei compagni in aiuto. Al giocatore spetta il ruolo di scegliere chi lo accompagna, ma può anche decidere di partire in missione solitaria.

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Passiamo ora alla dimostrazione, che trasmette un’idea molto chiara dello svolgimento delle missioni. Tutto comincia dall’elicottero, nel quale scegliere per prima cosa la missione da compiere. Una volta fatto, il giocatore accede a una mappa della zona, con indicate le varie opzioni di atterraggio dell’aeromobile, che possono però rappresentare un più o meno grande pericolo. Compiuta anche questa scelta, è necessario preparare Big Boss alla missione, decidendo le armi, gli abiti, la protesi del braccio e gli eventuali compagni. Finita la fase di preparazione, giunge infine la parte operativa.
La dimostrazione ha permesso di scoprire una zona in Afghanistan, che Big Boss ha esplorato a cavallo. L’animale accelera evidentemente gli spostamenti, ma può anche essere utilizzato per bloccare una strada, far fermare un convoglio e tendere un agguato agli occupanti. Big Boss può scendere da cavallo o risalirci in piena corsa, senza alcuna interruzione, cosa che rende ancora più fluida l’azione. Per quanto riguarda gli interventi del nostro eroe, abbiamo potuto rivedere la modalità di scanning dei nemici, la loro cattura con i palloni Fulton, dei combattimenti corpo a corpo efficaci come mai e quella specie di effetto bullet time già presente in Ground Zeros, che si attiva quando il nemico ci scopre. Finita la missione, è tempo di exfiltrazione: è dunque necessario decidere il posto in cui far atterrare l’elicottero e raggiungerlo per la fuga.

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Dal punto di vista tecnico, il Fox Engine fa meraviglie: la grafica è magnifica, il motore riesce a gestire degli effetti atmosferici improvvisi come le tempeste di sabbia e tutti gli equipaggiamenti militari sono talmente realistici da sembrare veri. La giocabilità sembra continuare a migliorarsi, come già anticipato da Ground Zeros, e vi possiamo assicurare che veder giocare qualcuno di Konami, con centinaia di ore alle spalle, trasmette veramente l’idea di quanto il gioco dia tutte le libertà d’azione possibili.
In arrivo il primo settembre, Metal Gear Solid V – The Phantom Pain sarà di certo un successo. Per il sottoscritto, si tratta di uno dei migliori giochi del salone.

 

 

 

 

 

Written by: Mauri

Si occupa di tante cose legate al mondo dei videogiochi: game dev, insegnamento di programmazione e game design, il Swiss Game Center e così via. E ogni tanto Dave lo incastra per scrivere su joypad!

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